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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
09.09.2003 L'Osservatore Romano sempre più ripetitivo
piuttosto che riportare le dichiarazioni scomode, meglio continuare con le solite chiacchiere

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 09 settembre 2003
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Il Premier palestinese designato chiede garanzie a Stati Uniti e Ue»
Riportiamo alcune parti dell’articolo di oggi dell’Osservatore Romano.

Il Presidente del Consiglio legislativo palestinese (Clp, Parlamento) è stato designato alla carica di Primo Ministro, al posto del dimissionario Abu Mazen. Prima di accettare ufficialmente l'incarico, Abu Ala intende verificare la disponibilità ad appoggiarlo degli Stati Uniti e dell'Unione Europea (Ue). La designazione è giunta mentre nei Territori la tensione tornava a salire a causa di una nuova incursione israeliana. Dieci palestinesi sono rimasti feriti nel raid compiuto da un elicottero da combattimento israeliano. L'esercito di Tel Aviv è inoltre in stato di massima d'allerta per il timore di una sanguinosa vendetta dei militanti di Hamas dopo il fallito "omicidio mirato" del loro leader spirituale, lo sceicco Ahmed Yassin.

Da Gaza, intanto, lo Sceicco Yassin ha sottolineato che la disputa interna tra Arafat e Abu Mazen che ha portato alle dimissioni del Premier "deve rimanere interna e non deve servire all'occupazione e al nemico israeliano". Quanto all'eventualità che il prossimo Premier possa assumere il pieno controllo delle forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese (Ap) il leader spirituale di Hamas ha affermato che "sono come pedine di una scacchiera, ma non hanno alcun vero potenziale per appoggiare il popolo palestinese". Yassin ha poi lanciato delle minacce, annunciando che Israele "riceverà una lezione che non dimenticherà mai" in risposta al fallito "omicidio mirato" al quale è sfuggito a Gaza, dove un "F-16" ha sganciato una bomba da 250 chilogrammi contro l'edificio in cui l'anziano Sceicco paraplegico si trovava. Hamas ha "respinto" le "pressioni" dell'Unione Europea per una nuova tregua negli attentati poiché "sarebbe adesso una resa, sarebbe come alzare bandiera bianca", ha aggiunto Yassin, sottolineando che l'Ue "prova ora a esercitare pressioni in altro modo", includendo il movimento nella "lista nera" delle organizzazioni terroristiche.
Le condizioni poste da Hamas, e che l’OR sembra in qualche modo ignorare, sono le seguenti (dichiarazioni di ieri della dirigenza):

''Ogni governo palestinese che abbia peso dovra' affermare il diritto del nostro popolo alla resistenza e all'autodifesa, e dovra' proteggerlo dall'aggressione e dal blocco'',

''Noi vogliamo un programma nazionale unitario che garantisca al nostro popolo il diritto a resistere, piu' che un programma basato sulla 'road map' che nuoce fortemenete alla causa palestinese''

''E' necessario adottare una via che serva l'interesse palestinese, piuttosto che quella che era basata sugli accordi di Oslo''

Come dire, o Hamas o la pace. Circola la voce anche di una possibile nomina di Jibril Rajub a ministro della sicurezza palestinese, dopo le minacciate dimissioni di Dahlan. Significherebbe forse un irrigidimento ulteriore da parte israeliana, visto che Rajub è uomo di Arafat, già nominato "Consigliere per la sicurezza nazionale di Arafat". Ma la visione politica dell’OR sembra appiattita su un banale lancio da Ansa serale, è privo di ogni capacità interpretativa. Se proprio l’OR ha problemi a riportare le dichiarazioni dei ministri di Sharon (lo fa solo quando Shalom, il ministro degli esteri, paventa l’espulsione di Arafat dai Territori), potrebbe raccogliere le parole di una storica colomba come Beilin:

''Non c'e' dubbio che Abu Ala si sia assunto un grave rischio politico. Rischia di fallire in breve tempo''. ''Per Abu Ala - secondo Beilin - e' necessario giungere ad intese preliminari con il presidente Yasser Arafat sulla spartizione dei poteri e sul controllo dei servizi di sicurezza''.
Jack Straw ha intanto fatto sapere che la Gran Bretagna giudicherà Abu Ala dal suo impegno per il processo di pace. In una dichiarazione, oggi a Washington, dopo avere ricevuto la sua collega spagnola Ana Palacio, Powell ha detto che Abu Ala ''dovra' impegnarsi contro il terrorismo, dovra' avere l'autorita' di farlo, il controllo delle forze di sicurezza, i finanziamenti necessari''.
Mentre le parti in gioco che contano stanno impartendo lezioni e consigli ad Abu Ala, l’OR si perde nelle solite chiacchiere.

Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione de L'Osservatore Romano. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



ornet@ossrom.va

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