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Tuttolibri Rassegna Stampa
27.03.2012 Detective israeliani
Elena Loewenthal recensisce i libri ri Yishai Sarid, Dror Mishani, Ron Leshem

Testata: Tuttolibri
Data: 27 marzo 2012
Pagina: 6
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «A ciascuno il suo detective. Anche Israele ha il suo Montalbano»

Riportiamo da TUTTOLIBRI della STAMPA del 25/03/2012, a pag. VI l'articolo di Elena Loewenthal dal titolo " A ciascuno il suo detective. Anche Israele ha il suo Montalbano ".


Elena Loewenthal


 Yishai Sarid IL POETA DI GAZA     
trad. di Alessandra Shomroni
E/O, pp. 178, €14

Un ispettore di polizia leggermente sovrappeso, piuttosto solitario e decisamente single, alle prese con l’enigmatica sparizione di un liceale. Un agente dei servizi segreti che si finge scrittore alle prime armi per penetrare nel mondo di un sospetto aspirante terrorista. Storie serrate, che si dipanano lungo le pagine tenendo il lettore con il fiato e gli occhi sospesi. Eppure, non siamo né nella Sicilia di Montalbano né nell’algido Nord Europa ormai teatro eletto di storie forti a garanzia di bestseller. Tutto lascia pensare, infatti, che per gli amatori delle storie gialle e dintorni si stia aprendo un nuovo fronte. Un territorio ancora inesplorato e peraltro molto promettente, a giudicare da questi primi esiti. La letteratura israeliana, che ormai da anni si è conquistata la fiducia dei lettori - prima quelli americani, a seguire l’Europa e l’Italia - è conosciuta per il suo timbro «alto». Da Amoz Oz a A.B.Yehoshua, da David Grossman ad Aharon Appelfeld, passando per molti altri grandi autori ispirati, coinvolgenti e soprattutto «forti». Ed è vero che sino a un passato molto recente e a parte alcune rare eccezioni, l’israeliano avido di letteratura di consumo si rivolgeva alle traduzioni. Ma non è certo per velleità d’autarchia che sta emergendo anche da quelle parti un genere letterario se non nuovo certamente poco praticato sino ad ora: quello dei libri gialli. Con delitti e affini. Anzi, a dire il vero stupisce che in un paese dove ne sono successe e ne succedono di tutti i colori, accada solo adesso che gli autori si cimentino con storie di suspense, un ingrediente che purtroppo è pane quotidiano da quelle parti. Yishai Sarid, ad esempio, è un avvocato, ha visto casi penali di una certa rilevanza, prima di mettersi davanti alla pagina bianca. Il suo Limassol - che oggi viene pubblicato in Italia da e/o con il titolo Il poeta di Gaza - l’anno scorso ha vinto il Grand Prix Policière per migliore romanzo straniero in Francia. E’ infatti riuscito a costruire una vicenda serrata e profondamente autentica, con un agente segreto che si finge scrittore alle prime armi per entrare in contatto con una affascinante intellettuale nonché attivista per la pace, Daphna, che gli farà da ponte verso «il poeta» di Gaza e il suo mondo. Il libro è già stato tradotto in molti Paesi e in altri la traduzione è in corso, perché rappresenta davvero una novità in questo panorama letterario.

 
Dror Mishani, Missing File (uscirà presto per Guanda in italiano)

Di timbro diverso è l’avventura, assai poco avventurosa, di Avraham Avraham, ispettore di polizia alle prese con un caso di disperante sparizione, nel romanzo Missing File (uscirà presto per Guanda in italiano). Dror Mishani insegna letteratura all’università di Tel Aviv, è editor di una grande casa editrice, traduttore ed esperto di storia del poliziesco. Carte in regola per costruire una storia che non fa una grinza, e che a quanto pare è solo la prima puntata di una serie di casi. L’ispettore Avraham è una figura tanto realistica quanto grottesca - e consapevole di esserlo: il caso del giovane Ofer che una mattina sparisce senza lasciare traccia sarà per lui non solo fonte di turbamenti e sensi di colpa, ma di fatto gli sconvolgerà la assai poco brillante vita. Avraham Avraham è in fondo il nipotino di Lisi Badichi, giornalista e aspirante detective di Beer Sheva (cittadina arenata nel deserto del Neghev), creatura di Shulamit Lapid, che le ha dato ben otto romanzi usciti negli Anni Ottanta in Israele. Uno uscì nel 1996 anche in Italia (La Tartaruga/ Nero), ma erano altri tempi e non ci sono stati seguiti. Le storie che il lettore italiano sta per incontrare oggi non sembrano essere casi isolati.


Ron Leshem, Underground bazar (ed. Cargo, p.406, €20)
 In fondo, anche il nuovo romanzo di Ron Leshem, Underground Bazar (pubblicato da Cargo, apparentemente in traduzione da una traduzione francese; pp. 406, e 20) può annoverarsi fra i «mistery cases »: l’autore (di cui in italiano è già uscito per Rizzoli Tredici soldati, da cui è stato tratto il film Beaufort) immagina una storia tutta ambientata a Teheran. Che rappresenta oggi per Israele il lato più inconoscibile del mondo, l’altra faccia della realtà, il luogo remoto per eccellenza. Anche qui, la tensione narrativa è il tratto dominante. L’impressione è dunque che siamo solo all’inizio di una ondata che farà affacciare il lettore su un mondo nuovo e piuttosto promettente, nel contesto del giallo, del mistero. Del resto, questi sono ingredienti che non mancano nella quotidianità israeliana: la trasposizione sulla pagina risulta dunque credibile, convincente. Sia quando ci porta sul terreno più tradizionale della spy story - dove da sempre il Mossad è un protagonista indiscusso a livello internazionale, tanto letterario quanto cinematografico. Sia quando presenta una normalità israeliana fatta di storie comuni, sobborghi popolari, pettegolezzi di vicinato, ispettori un po’ frustrati ma concreti, vicini.

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