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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
15.08.2014 Perché Antonio Ferrari non spiega chi è Khaled Meshal ?
Aiuterebbe a capire le ragioni delle azioni di Netanyahu nei confronti del capo di Hamas

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 15 agosto 2014
Pagina: 15
Autore: Antonio Ferrari
Titolo: «Meshal, l'uomo-incubo di Netanyahu»
Riprendiamo da CORRIERE della SERA SETTE, supplemento al CORRIERE della SERA di oggi, 15/08/2014, a pag. 15, l'articolo di Antonio Ferrari dal titolo "Meshal, l'uomo-incubo di Netanyahu ".

Ferrari descrive un Netanyahu ossessionato da Khaled Meshal, ma non spiega chi sia in realtà il capo di Hamas: un terrorista che guida un'organizzazione responsabile di stragi, rapimenti, crimini di guerra, e votata alla distruzione di Israele.
Se avesse scritto anche questo, Ferrari avrebbe permesso ai suoi lettori di capire perché nel 1997 Netanyahu tentò di far eliminare Meshal. Incompleto com'è, invece, l'articolo presenta l'immagine di un premier israeliano paranoico e collerico, che comissiona omicidi e prende poi ad odiare la vittima designata perché è statto costretto a salvarla.


Di seguito, l'articolo

        
Antonio Ferrari              Khaled Meshal

 Quando sente il suo nome, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha un moto di fastidio, probabilmente di rabbia. Quel nome per lui è un incubo. Infatti, il vero padrone dei destini di Hamas, Khaled Meshal, che decide linea e strategie del movimento Integralista palestinese, ha incrociato due volte Netanyahu. La prima, perché il premier tentò di farlo ammazzare con il veleno ad Amman. La seconda, perché fu costretto a salvargli la vita, inviando l'antidoto nella capitale giordana. È una storia esemplare, in quanto spiega anche psicologicamente l'accanimento e la determinazione dei due acerrimi nemici. Meshal non vive a Gaza ma all'estero. Abitare nella Striscia, visti i precedenti, sarebbe troppo pericoloso. Quest'uomo di 57 anni, nato in Cisgiordania quando questa era sotto l'amministrazione del regno ascemita, fu tra i fondatori di Hamas nel 1987. Ma dal Kuwait, dove ha finito gli studi, era poi tomato ad Amman. Avendo saputo che la vera mente del movimento era a pochi chilometri da Gerusalemme, Netanyahu, diventato premier per la prima volta, decise nel settembre del 1997 di inviare un commando del Mossad per eliminarlo. Fece male i suoi calcoli, perchè anche se la Giordania aveva firmato la pace con Israele, re Hussein non tollerò l'affronto.
Le cinque spie, fingendosi turisti, con (falso) passaporto canadese, organizzarono l'agguato. Un uomo e una donna avvicinarono Meshal a un semaforo, fingendo di chiedere un'informazione. L'uomo, con una siringa, ferì la vittima dietro l'orecchio sinistro, iniettandogli un veleno micidiale: paralisi immediata e morte certa entro 48 ore. I due furono subito catturati dalla polizia, mentre gli altri tre agenti si rifugiarono nell'ambasciata israeliana. Re Hussein fu irremovibile. Disse a Netanyahu: «O arriva subito l'antidoto, oppure denuncio il trattato di pace». Per Bibi fu un violento ceffone, ma dovette cedere. Meshal fu salvato. In seguito, per ottenere il rilascio degli agenti segreti, Netanyahu pagò un prezzo molto alto: dovette liberare decine di prigionieri palestinesi, tra i quali la guida spirituale di Hamas, lo sceicco Yassin, che per Israele era il peggior nemico. Nel 1999, morto re Hussein, il nuovo re Abdullah II decise di espellere Mesha.l II quale andò in Qatar e poi si stabili in Siria, a Damasco, da dove ha diretto il movimento fino al 2012. Infine, causa guerra civile siriana, è tomato tra le braccia del Qatar, suo fedele protettore. Da Doha indica a Gaza i suoi desiderata. Senza mettere in pericolo la sua vita.

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