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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
07.06.2019 Marijuana terapeutica, un settore in grande sviluppo. Israele all'avanguardia
Ma il Fatto Quotidiano trasforma una notizia seria in pettegolezzo. Articolo di Fabio Scuto

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 07 giugno 2019
Pagina: 16
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Israele, ora i generali preferiscono le canne ai cannoni»

Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 07/06/2019, a pag.16 con il titolo "Israele, ora i generali preferiscono le canne ai cannoni", l'articolo di Fabio Scuto.

Il Fatto Quotidiano, con il titolo "Israele, ora i generali preferiscono le canne ai cannoni", trasforma una notizia importante - già trattata da altri quotidiani - in un pettegolezzo. Il mercato della marijuana terapeutica è in grande crescita. In questo settore Israele è all'avanguardia.

Ecco l'articolo:

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Fabio Scuto

Cosa hanno in comune l'ex generale ed ex premier Ehud Barak, l'ex comandante dell'Aviazione Ido Nehushtan e Yaakov Peri, ex capo dello Shin Bet, lo spionaggio interno israeliano? Sono alla guida delle tre principali aziende che trattano e commercializzano cannabis medica. Il settore in Israele sta avendo un vero e proprio boom. L'azienda di cui Barak è presidente - la Cannaboc/Intercure - dopo la quotazione alla Borsa di Tel Aviv è schizzata a +40 per cento, gli ordinativi del 500 per cento. Le aziende israeliane - una sarà presto quotata al Nasdaq di New York - prevedono un'espansione del mercato annuale mondiale di oltre il 150 per cento ampiiando la rete dei Paesi acquirenti. È un business che attrae anche molti investitori stranieri.

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Una coltivazione di marijuana in Israele

"NON HO FAMIGLIARITA’ con la cannabis, non ho mai fatto un tiro in vita mia, né ho mai mangiato cookie né messo gocce sotto la lingua", spiega l'ex primo ministro Barak, "ma ho studiato il problema, ho letto materiale e capito che la cannabis per uso medico è qualcosa di reale, con un grande impatto potenziale". Conosciuto più come soldato e come premier, Barak - che però può vantare un Master in Economia a Stanford e una laurea in Fisica all'Università di Gerusalemme - rivela che secondo le proiezioni della sua Company "il mercato mondiale della cannabis che è ora di 17 miliardi di dollari l'anno crescerà fino a 150 miliardi nei prossimi 5 anni". L'azienda che presiede si sta preparando: oltre a gestire una struttura in crescita nel Nord di Israele sta aprendo un nuovo impianto nel Sud per aumentare la produzione di cannabis medica - cioè privata del principio attivo Thc - fino a 100 tonnellate l'anno. Un tempo quando i generali israeliani andavano in pensione aprivano Compagnie di sicurezza, Recovery Data System, agenzie di investigazioni, protezione di Vip e obiettivi sensibili (per esempio Costa Crociere e Carnival per la sicurezza delle loro navi nel mondo si affidano a una compagnia di sicurezza di Herzilya fondata da ex uomini del Mossad e dello Shin Bet.). Oppure aziende impegnate nella collaborazione alla sicurezza nei grandi aeroporti - specie negli Usa e in Europa.

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QUANDO UN EX PREMIER ed ex comandante militare come Barak diventa l'oratore principale in un meeting a Tel Aviv sui benefici della cannabis medica lo stesso giorno in cui Israele depenalizza l'uso ricreativo, si capisce che in Terra Santa qualcosa sta cambiando. Gli israeliani sono gran fumatori di marijuana come ha rivelato un sondaggio nel 2017 - il più alto tasso del mondo - e adesso le pene sono state sostituite con una ammenda. Per questo non è insolito passeggiare in downtown Tel Aviv la sera fra i tavolini dei caffè e dei tapas bar sulla Rothschild o sul Lungomare e trovarsi avvolti da una nuvola dall'aroma pungente. Ma è nella marijuana medica che Israele spera davvero di emergere come leader mondiale. "I cannabinoidi", spiega Barak, "possono migliorare la qualità della vita, rallentare lo sviluppo dei sintomi di varie malattie e in alcuni casi anche curarle". In Israele la cannabis medica è ampiamente usata da dieci anni, anche negli ospedali pubblici con programmi ad hoc, specie nelle cure post cancro. Ma anche ampiamente utilizzata per lenire gli effetti devastanti del Parkinson e dell'Alzheimer. Al momento sono oltre 35 mila i pazienti trattati con cannabis in sostituzione dei farmaci tradizionali. Un tempo solo psichiatri e oncologi potevano prescrivere l'erba per alcune sindromi e malattie. Ora è il medico di base che può prescriverla per 45 tipologie diverse di "malanni": dalla psoriasi all'insonnia, dall'ansia ai disturbi alimentari, dallo stress all'ipertiroidismo. E con grande risparmio nella Sanità, perché un paziente trattato con cannabis medica costa 180 volte meno di uno curato con le medicine tradizionali prodotte da BigPharma. C'è anche la semplicità di fruizione, basta aghi o siringhe o flebo, che costringono il paziente a tornare frequentemente pressol'ospedale. La cannabis medica può essere inalata, usata come tisana o persino trasformata in caramelle, come all'ospedale Ein Keren Hadassah di Gerusalemme - il policlinico più importante di Israele - dove viene somministrata sotto questa forma ai piccoli pazienti oncologici per stimolarne l'appetito dopo la terapia. "Circa 40 Stati hanno già legalizzato la marijuana per uso medico e altri anche per quello ricreativo", ha spiegato recentemente Barak a un meeting fra produttori a Davos in Svizzera, "il futuro appartiene ai giocatori più grandi, veloci e assertivi che entreranno nei nuovi mercati e l'industria israeliana della cannabis sarà certamente tra questi giocatori".

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