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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
01.07.2018 Il Fatto: l'informazione come pettegolezzo
Fabio Scuto, dalla pentola (La Repubblica) alla brace (il Fatto)

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 01 luglio 2018
Pagina: 15
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «La sera tutti a cena a casa di Sara: tanto paga il contribuente»

Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 01/07/2018, a pag.15 con il titolo "La sera tutti a cena a casa di Sara: tanto paga il contribuente" il pezzo di Fabio Scuto.

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Sara, tra Bibi e i Trump

Chiusa la collaborazione con la REPUBBLICA, Fabio Scuto ha trovato accoglienza sul giornale di Marco Travaglio, dove può sfogare un rinnovato taglio pettegolo-misto a invenzioni- che mal si adattava alla seriosità noiosa del quotidiano della famiglia De Benedetti.
Quante illazioni nel pezzo di oggi! Pur partendo dall'assunto che la moglie del Premier non sia particolarmente amata dagli israeliani -ma il capo del governo e ministro degli esteri è Bibi, non lei- un giornalista serio -non è il caso di Scuto- dovrebbe almeno non contraddirsi.  Scrive  che chi si è messo contro la first lady l'ha sempre pagata cara, come la mettiamo allora con il procuratore generale Avichai Mandelblit, suo principale inquisitore,descritto da Scuto come "uno che ha dimostrato di non aver paura della famiglia Netanyahu"?
La verità è molto più semplice. Non essendoci accuse dimostrabili contro Bibi, la preda da impallinare è Sara, sulla cui gestione degli ospiti del governo di Israele qualcosa di criticabile non è certo difficile da trovare, che siano i tappi delle bottiglie di acqua minerale o altre spese che Scuto elenca con precisione  maniacale, perchè tutte da provare.
Riportiamo l'articolo di Scuto per dovere, una testimonianza della irrilevanza della politica del Fatto diretto da Marco Travaglio: l'informazione come pettegolezzo.

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Fabio Scuto

Gerusalemme- Il processo a Sara Netanyahu, la moglie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, incriminata per aver speso circa 100.000 dollari in pasti a spese del contribuente, si aprirà il prossimo 19 luglio. Giornali e tv israeliani si preparano, sarà certamente un'estate calda e ricca di colpi di scena. La signora Netanyahu è stata incriminata la settimana scorsa per presunta "frode" e "violazione della fiducia" e dovrà rispondere anche di corruzione e abuso di potere. Sarà un tribunale di Gerusalemme a giudicarla per la gestione "allegra" dei conti della residenza ufficiale del premier nella Città Santa, ma anche della loro casa privata di Cesarea. Nonostante il gossip sulla First Family di Israele siagaloppante e i giornali dell'opposizione non fanno certo sconti, l'impeachment della signora Netanyahu, non sembra avere un effetto politico immediato per suo marito, che non è coinvolto nel caso. Ma la vicenda si somma ai vari casi di corruzione - su cui indaga l'Unità speciale anti-frode 433 - che minacciano il lungo regno del primo ministro. LADY NETANYAHU è sospettata di aver ordinato tra settembre 2010 e marzo 2013, per sé, per i suoi familiari e i suoi ospiti, centinaia di pasti per una spesa di oltre "350.000 shekel" (poco meno di 100.000 euro). La Corte l'accusa di aver mentito, invocando l'assenza di un cuoco nella residenza del premier, per ordinare - fino a decine di volte nello stesso mese - pasti in diversi ristoranti esotici di Gerusalemme, dall'italiano all'asiaticoo a quello del VicinoOriente. Benjamin Netanyahu com'è immaginabile difende a spada tratta la moglie, sostenendo che nell'inchiesta si "è superato ogni record dell'assurdità" e che i tentativi di colpirlo attraverso la sua consorte falliranno. Questa indagine fu avviata nel luglio 2015 dopo che all'ufficio del Procuratore generale eranogiunte diverse denunce sulla gestione della residenza ufficiale di Balfour Street a Gerusalemme, e sulla villa della famiglia a Cesarea. Diverse segnalazioni erano arrivate proprio dallo staff di servizio della residenza ufficiale. L'inchiesta ha esaminato una serie di presunte irregolarità, tra cui le spese per almeno 15 cene riservate a ospiti privati e la falsificazione del numero di persone presenti per aumentare la fattura; un addetto alla manutenzione - pagato dallo Stato - era impiegato invece come badante per il padre di Sara; e il caso di un elettricista, amico di famiglia, incaricato di svolgere un lavoropressolaresidenzaelacasa della famiglia Netanyahu a Cesarea. La prestazione, costata qualche migliaio di dollari, sarebbe stata eseguita in un giorno di festa nazionale, come recita l'esorbitante fattura incriminata. Altri aspetti dell'inchiesta sono stati archiviati perché non sono stati trovati illeciti: comprendevano mobili dagiardino comprati perla residenza ufficiale e finiti invece nella casa privata della coppia a Caesarea, l'acquisto di migliaia di dollari in candele profumate, e il bottlegate: Sara Netanyahu avrebbe scambiato bottiglie vuote, acquistate con fondi pubblici per l'uso della residenza del Primo Ministro, per un importo di oltre 4.000 shekel. Nel settembre 2017, il procuratore generale Avichai Mendelblit annunciò che avrebbe presentato un'accusa contro Sara Netanyahu, oggetto di un'audizione preventiva. L'UDIENZA si è svolta in gennaio ed è stata poi seguita da negoziati *** per trovare un patteggiamento ed evitare lo spettacolo della moglie del premier alla sbarra.La difesa di Sara Netanyahu harespintoperò ogni tentativo di raggiungere un accordocon i pubblici ministeri. Accettando di pagare le spese "ingiustificate" e ammettendo i fatti accertati contro di lei, le accuse sarebbero cadute. Ma Sara non ne ha voluto sapere. È noto a tutti a Gerusalemme che qualsiasi nomina, investitura, candidatura, decisa dal primo ministro passa prima per il vaglio della moglie. Bibi e Sara sono, come scrivono i giornali israeliani, un brand indissolubile, nonostante le disavventure, le gaffe, e gli scandali sulle spese e le questioni legali con il personale di servizio. Inciampi sui quali il gossip impazza sempre. Ma tutti sanno però che alla fine "chi tocca Sara muore". Ne hanno fatto le spese negli anni diversi parlamentari, diplomatici, membri dello staff, ministri e perfino un capo del Mossad. E stata "intoccabile", almeno finora. "C'è un lato positivo in tutta questafaccenda-hascritto Yedioth Ahronoth nel suo editoriale - nonostante il lungo tempo trascorso, i ritardi e le manovre sottobanco, il procuratore generale Avichai Mandelblit ha dimostrato di non aver paura della famiglia Netanyahu, mandando Sara davanti alla Corte. E questa è certamente una brutta notizia per il primo ministro, con tutte le indagini che lo riguardano".

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