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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
08.06.2018 Totale disinformazione e odio contro Israele di Fabio Scuto
Un pezzo ignobile sul 'sacrificio palestinese', nome in codice del terrorismo

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 08 giugno 2018
Pagina: 17
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Hamas e il sacrificio palestinese nel venerdì di sangue di Gaza»

Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 08/06/2018 a pag.17 con il titolo "Hamas e il sacrificio palestinese nel venerdì di sangue di Gaza" il commento di Fabio Scuto.

Il pezzo di Fabio Scuto è totalmente disinformante fin dal titolo, in cui viene evidenziato il "sacrificio palestinese", altro nome per indicare il terrorismo, ammantato però di un'aura teologica. Nell'articolo Scuto scrive esclusivamente di "miliziani" e di "marcia pacifica", ignorando il terrorismo di Hamas. Descrive inoltre i preparativi dell'esercito israeliano, come se fosse Israele ad aggredire Gaza e non viceversa. Un articolo ignobile perfino per la linea  sempre contro Israele del Fatto Quotidiano.

Ecco l'articolo:

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Fabio Scuto

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Terroristi di Hamas: non esistono nell'articolo di Fabio Scuto

Si prepara l'esercito israeliano schierato attorno alla Striscia di Gaza. I punti deboli della Barriera sono stati sostituiti, le linee sono state rinforzate con altri reparti arrivati di fresco. Elicotteri e caccia sono pronti al decollo nelle basi del sud. Il dispositivo militare per fermare oltre la Barriera che circonda Gaza le masse palestinesi è pronto per l'ultimo venerdì di Ramadan. Dall'altra parte del confine anche Hamas è pronto, i palestinesi si preparano per una nuova Great Return March che oggi assume anche il ricordo per l'anniversario della Naksa, la bruciante sconfitta del 5 giugno 1967 degli eserciti arabi con l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania. Si preparano i miliziani mobilitati al massimo per portare anche oggi migliaia di persone a manifestare lungo i 37 chilometri della Barriera di confine con Israele. Si preparano gli "aviatori" di Hamas, i lanciatori degli aquiloni incendiari che hanno bruciato centinaia di ettari di terreni agricoli israeliani intorno alla Striscia. Si preparano i medici e paramedici volontari palestinesi: nelle marce sono finora morte 120 persone e 10.000 sono state ferite, 3.500 da munizioni vere. Cifre impressionanti che potrebbero limitare il numero dei partecipanti alle proteste, dipenderà dalla capacità di Hamas di convincere i disperati della Striscia che la soluzione alle loro emergenze passa attraverso la "Great Return March".

 

 

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Bottiglie incendiarie e svastiche per distruggere i campi e i boschi di Israele: non esistono nel pezzo di Scuto

Ieri mattina l'aviazione israeliana ha lasciato cadere i volantini lungo tutta la Striscia di Gaza, invitando i palestinesi a non prendere parte a violente proteste lungo la Barriera di sicurezza. L'esercito si aspetta che migliaia di residenti di Gaza vadano a protestare, a cercare di abbattere in alcuni punti la Barriera e far sciamare migliaia di manifestanti verso le cittadine e kibbutz che sorgono nelle vicinanze. Un incubo per la sicurezza israeliana. Ieri sera il portavoce dell'Idf ha detto che l'esercito è "pronto e preparato" per una serie di scenari diversi lungo il confine ed è "determinato a proteggere i cittadini di Israele e la sua sovranità". Ieri mattina, come ulteriore deterrenza, sono stati lanciati volantini dagli aerei per dire agli abitanti di Gaza che Hamas sta cercando di usare loro e i loro figli per i propri obiettivi politici, per creare "l'anarchia". "Per il tuo bene" - recita il testo - "è meglio per te non prendere parte a manifestazioni violente lungo il confine o attraversarlo. E non lasciare che Ha mas ti trasformi in uno strumento per i suoi ristretti interessi". Giovedì scorso, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha difeso l'uso da parte israeliana d i munizioni vere contro i manifestanti di Gaza e ha detto che Hamas vuole che i palestinesi muoiano. "L'ultima cosa che vogliamo è la violenza o lo scontro", ha sostenuto il premier. Sull'uso delle munizioni vere - quelle usate durante questa crisi sono "modificate" e hanno un effetto devastante nelle parti colpite - la Corte Suprema israeliana questa settimana ha respinto all'unanimità una petizione di due gruppi per la difesa dei diritti umani che accusavano l'Idf di aver violato la legge usando cecchini e munizioni vere contro manifestanti armati di sassi e molotov. La"questione Gaza" deve essere affrontata, concordano anche molti ufficiali dell'Idf. Ma come? Le condizioni di vita dentro sono terribili e l'emergenza umanitaria è dietro l'angolo. Israele può combattere contro Hamas che controlla la Striscia, ma non può riconquistare Gaza militarmente, il costo umano - oggi - sarebbe spaventoso. L'Anp di Abu Mazen non è in grado di riprendere politicamente il controllo della Striscia.

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