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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
30.03.2018 Un pezzo ignobile di Fabio Scuto
Attacca Yoni Netanyahu, caduto a Entebbe, per screditare Benjamin

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 30 marzo 2018
Pagina: 13
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Bibi e la carriera spianata dal fratello martire»

Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 30/03/2018 a pag.13 con il titolo "Bibi e la carriera spianata dal fratello martire" il commento di Fabio Scuto.

Fabio Scuto scrive un articolo al veleno contro Benjamin Netanyahu. Da una parte Scuto mette in dubbio la storia di Entebbe, ridimensionando l'eroismo di Yoni Netanyahu, caduto durante il blitz per la liberazione degli ostaggi, dall'altra afferma che il fratello, Primo Ministro d'Israele, avrebbe approfittato della morte di Yoni per la propria carriera politica. Due menzogne che fanno del pezzo di Scuto un articolo ignobile.

Ecco l'articolo:

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Fabio Scuto

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Yoni Netanyahu

Il film ha già fatto notizia prima ancora di essere proiettato nei cinema israeliani. Si tratta di 7Days in Entebbe del regista brasiliano José Padilha che ripercorre quella terribile settimana dell'estate 1976 che si concluse con un raid israeliano all'aeroporto di Entebbe, in Uganda, per liberare 104 ostaggi ancora nelle mani di un commando tedesco-palestinese. Vennero salvati con un'operazione spettacolare. Morirono tre ostaggi durante il raid e un ufficiale israeliano delle Forze speciali. Si chiamava Yoni Netanyahu, ed era il fratello maggiore dell'attuale premier Benjamin. Hollywood si è già occupata della vicenda, ma questa quarta pellicola che si basa sulla ricostruzione d i uno storico inglese della Buckingham University è destinata a suscitare polemiche. Perché ridimensiona il ruolo di un celebrato eroe di Israele - cosa che contribuì non poco all'ascesa nella politica di Benjamin Netanyahu come ha ammesso lo stesso premier - e svela che in realtà commise un errore che avrebbe potuto far fallire la missione. Il racconto si concentra su tre elementi chiave: la storia di un soldato delle special-ops, i due terroristi tedeschi e lo scontro dentro il governo dell'epoca fra due giganti della politica israeliana, il ministro della Difesa Shimon Peres e il primo ministro Yitzhak Rabin che discutono se rompere o meno la pratica di vecchia data di non negoziare mai con i terroristi. La storia riapre un capitolo di un'epoca che sembrava chiuso e la cosa non farà certo piacere al premier Netanyahu e ai suoi sostenitori. Il 27 giugno 1976 il volo 139 dell'Air France proveniente da Tel Aviv decollò da Atene diretto a Parigi con a bordo 248 passeggeri (c'erano anche 9 italiani) e 12 membri dell'equipaggio. Poco dopo la partenza venne dirottato da quattro terroristi - due tedeschi e due palestinesi - prima verso Bengasi in Libia per un rifornimento e poi a Entebbe, in Uganda. Il commando godeva delle simpatie del dittatore Idi Amin. Ai dirottatori si unirono a Entebbe altri quattro terroristi. Mentre si tentava una strada negoziale, i militari israeliani misero rapidamente a punto un piano, "Mivtsa' Kadur Ha-ra'am", l'Operazione Fulmine. Grazie anche al fatto che gli impianti aeroportuali di Entebbe erano stati costruiti anni prima da una ditta israeliana.

 

 

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Bibi Netanyahu

CENTO UOMINI delle Forze speciali Sayeret Matkal, e diversi agenti del Mossad, sbarcarono da un aereo senza insegne fingendo una visita improvvisa del dittatore Amin all'aeroporto. L'ordine dato dal comandante dell'operazione Moshe"Muki" Betzerera - una volta scesi dall'aereo - di non sparare fin dentro l'aerostazione. Invece -basandosi sulla ricostruzione dello storico inglese Saul David nel suo libro uscito nel 2015 - Yoni Netanyahu ad un certo punto sparò a un soldato ugandese allertando i terroristi. "Non sappiamo e non sapremo mai cosa spinse Yoni Netanyahu a prendere quella decisione", spiega oggi David - non voglio dire che Yoni non sia stato un eroe, era un bravo combattente, ma rischiò il fallimento dell'operazione". Nel raid fu ucciso un ostaggio dai commando dello Stato ebraico, altri due dal fuoco dei militari ugandesi e anche Yoni Netanyahu fu colpito dal fuoco nemico. L'Operazione Fulmine e i suoi echi spianarono la strada di Benjamin Netanyahu verso la politica e la premiership. Nella sua nuova biografia sull'attuale premier, Ben Caspit, uno degli editorialisti più noti in Israele, scrive: "Andò al funerale come Ben Nitai e ritornò come Benjamin Netanyahu.. Era l'uomo sulle cui spalle pesava tutta la storia degli ebrei, intesa come la sua famiglia".Anche lo storico Saul David è d'accordo: "Lo stesso Netanyahu lo ha detto, la morte di Yoni è stato un fattore chiave nella sua decisione di entrare in politica. Non bisogna essere ingenui, con un fratello martire è tutto più facile".

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