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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
05.12.2017 Gerusalemme capitale d'Israele, verso il trasferimento dell'ambasciata Usa
Ecco chi non lo accetta: Michele Giorgio e la sua versione femminile Roberta Zunini

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 05 dicembre 2017
Pagina: 15
Autore: Roberta Zunini
Titolo: «Gerusalemme 'capitale', Hamas promette Intifada»

Al Fatto Quotidiano e al Manifesto non va giù che l'ambasciata americana si trasferisca a Gerusalemme, lo scrivono Michele Giorgio e le sua versione al femminile Roberta Zunini.

Riprendiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 05/12/2017, a pag. 15, con il titolo "Gerusalemme 'capitale', Hamas promette Intifada", il commento di Roberta Zunini.

L'articolo di Roberta Zunini si schiera contro lo spostamento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme perché "sarebbe per i musulmani di tutto il mondo il segnale che gli Stati Uniti riconoscono come capitale dello stato d'Israele tutta Gerusalemme". Zunini dovrebbe spiegare però che cosa ci sia di tanto scandaloso in questo: Gerusalemme è la capitale di Israele, il fatto che non venga riconoscità perchè le ambasciate a Tel Aviv non toglie che sia la capitale di Israele.  A Zunini interessa solo il mondo arabo-musulmano, della verità storica non glie importa nulla. Bell'esempio di disinformazione

Il MANIFESTO, a pag. 9, titola "Domani Trump consegna Gerusalemme a Israele" un articolo di Michele Giorgio,che non riprendiamo tanto è prevedibile . Anche in questo caso, gli argomenti utilizzati contro il trasferimento sono vuoti: ai giornali antisionisti non rimane altro che la futile ironia con cui mettono tra virgolette il termine "capitale" se riferito a Gerusalemme. Questo non viene mai fatto con nessuna altra capitale al mondo, senza eccezioni: neanche per la capitale dello Stato Islamico Raqqa venivano usate le virgolette. Di conseguenza, il doppio standard di giudizio è evidente.

Ecco l'articolo:

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Roberta Zunini

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Gerusalemme, capitale di Israele

Dopo i ministri degli Esteri di Egitto e Giordania, anche le autorità turche hanno pubblicamente avvertito con toni allarmati il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, che una eventuale decisione di spostare l'ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme "porterebbe al collasso il processo di pace israelo-palestinese". Trasferire l'ambasciata nella Città Santa delle tre religioni monoteiste (ebraica, cristiana, islamica) sarebbe per i musulmani di tutto il mondo il segnale che gli Stati Uniti riconoscono come capitale dello stato d'Israele tutta Gerusalemme.

 

 

SECONDO L'ONU e il suo massimo organo decisionale - il Consiglio di Sicurezza incaricato di emanare le risoluzioni sulle dispute internazionali - la parte orientale di Gerusalemme sarà la futura capitale dello stato palestinese, quando e se mai nascerà. Ma il processo di pace invocato dai ministri degli Esteri dei paesi islamici dell'area è in realtà già collassato nel 2014. Il piano di pace che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il genero-consigliere ebreo americano del presidente Trump, Jared Kushner, avrebbero ormai definito prevede uno stato palestinese con capitale Abu Dis e non Gerusalemme Est. Nonostante le smentite da parte di Washington e Riyadh all'articolo in proposito pubblicato dal New York Times, la reazione dell'Autorità Nazionale Palestinese, Anp, è stata immediata e chiaramente contraria non solo all'ipotesi che una cittadina dei Territori Occupati diventi la capitale al posto della città che ospita la Spianata delle Moschee, il terzo luogo di culto più importante dell'Islam. Sono innumerevoli infatti i cambiamenti al fu piano di pace delle Nazioni Unite che Kushner e i sauditi avrebbero previsto "a favore di Israele", commentano da Ramallah, la capitale transitoria dell'Anp. Per la sua portata simbolica però quello cruciale è proprio il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d'Israele, volontà maturata all'interno del cerchio magico sempre più ristretto di Trump, che sarebbe anticipata dal trasferimento lì dell'ambasciata statunitense. Così come per il capo del Dipartimento di Stato Tillerson, anche per il consigliere alla Sicurezza Nazionale, il generale Mc Master, questa decisione non è opportuna, soprattutto in questo frangente storico di cambiamenti geostrategici in Medio Oriente e nel resto dell'Asia.

MCMASTER ha detto di "non sapere se Trump deciderà di spostare la sede dell'ambasciata americana in Israele o di riconoscere Gerusalemme capitale unica di Israele". Intanto si è fatta sentire anche Hamas, in via di "riconciliazione" con Fatah, il partito che guida il governo dei Territori Occupati. Da giorni il movimento islamico egemone nella Striscia di Gaza lancia espliciti avvertimenti: "Facciamo appello al popolo palestinese di rilanciare l'intifada se queste ingiuste decisioni riguardo Gerusalemme venissero adottate". Queste scelte, ha ammonito Hamas, avrebbero l'effetto di garantire ad Israele "una copertura dei suoi crimini, fra cui lo svuotamento della popolazione palestinese". Il riconoscimento di Gerusalemme come Capitale di Israele "sarebbe visto dai palestinesi come un attacco alla città da parte degli Stati Uniti".

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