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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
29.11.2017 Sul Fatto Quotidiano la propaganda contro lo Stato ebraico
Nella risposta di Stefano Citati a una lettera

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 29 novembre 2017
Pagina: 12
Autore: Stefano Citati
Titolo: «Israeliani e palestinesi. Il paradosso di Bertrand Russell vale ancora oggi»

Riportiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 29/11/2017, a pag. 12, con il titolo "Israeliani e palestinesi. Il paradosso di Bertrand Russell vale ancora oggi", la risposta a un lettore di Stefano Citati.

Lettera e risposta sono entrambe intrise di odio unidirezionale contro lo Stato ebraico. A Stefano Citati non fa problema scrivere esplicitamente di "segregazione " e "apartheid", mettendo a confronto il regime razzista del Sudafrica del Novecento con la democrazia israeliana, in cui tutti i cittadini hanno uguali diritti e doveri.

Un pezzo di propaganda, non a caso pubblicato su una testata che fa del complottismo e dell'odio contro Israele una cifra comune.

Ecco lettera e risposta:

 
Stefano Citati

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LA STAMPA ITALIANA non ne ha parlato, non so quella estera. Ma la notizia è molto preoccupante e deve allertare tutti i democratici. La terza sessione del Tribunale Russell sulla Palestina, a cui hanno partecipato giuristi e intellettuali di tutto il mondo, ha dichiarato ufficialmente che il popolo palestinese è "soggetto a un regime istituzionalizzato di dominazione che integra la nozione di apartheid come definita in diritto internazionale". E continua sostenendo che se la situazione sudafricana e quella israelo-palestinese sono diverse da un punto di vista storico e di contesto, molte delle pratiche israeliane superano, addirittura, a livello di discriminazione e oppressione, quelle della realtà sudafricana.

Ezio Pelino

Immagine correlata
Propaganda contro Israele

TRA SUDAFRICA E ISRAELE nei decenni della Guerra fredda è scorso sotterraneo uno scambio fruttuoso di know-how sulla Bomba atomica. I due regimi, accomunati dal "Tribunale (di opinione) Russell" nell'apartheid e nel "sociocidio" (neologismo che ricorda il genocidio ma di potenza lessicale e immaginifica assai ridotta), hanno indugiato a lungo in una proficua alleanza bellica che secondo gli autorevoli membri della commissione (riunita per la conclusione dei suoi lavori proprio in Sudafrica) era prima di tutto di adesione a una certa visione (razzista, viene detto) del mondo. Il destino del Sudafrica è poi passato dal bianco e nero all'arcobaleno, Mandela è diventato popolare quanto Lady D compiendo un miracolo anche mediatico che nemmeno Madre Teresa, e ora l'apartheid dell'ex colonia britannica contesa ai boeri è solo sociale ed economico. Da Israele invece i palestinesi continuano a subire - non solo secondo il Tribunale senza pena che porta il nome del suo fondatore, il filosofo e molto altro Bertrand Russell, ma anche per diversi organismi internazionali - da decenni un'emarginazione e un trattamento da casta inferiore (a proposito, Gandhi esordi come avvocato dedito alla non violenza proprio in Sudafrica) che sembra non avere soluzione, sballottati tra le faide dei propri rappresentanti politici (Fatah e Hamas riconciliati apparentemente di fresco) e il disinteresse della comunità internazionale (chi grida più: giù le mani dal valoroso popolo palestinese?). Nel 1929 una commissione britannica guidata dal giudice Walter Russell Shaw condannò sia arabi che israeliani per le reciproche violenze. Dunque vale sempre il detto La causa fondamentale dei problemi è che nel mondo moderno gli stupidi sono sicuri di se. mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi" (Bertrand Russell).

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