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Rassegna Stampa
10.11.2015 'L'Europa asservita all'islam cadrà come Costantinopoli'
Bat Ye'or intervistata da Riccardo Pelliccetti

Testata:
Autore: Riccardo Pelliccetti
Titolo: «'L'Europa asservita all'islam cadrà come Costantinopoli'»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 10/11/2015, a pag. 25, con il titolo "L'Europa asservita all'islam cadrà come Costantinopoli", l'intervista di Riccardo Pelliccetti a Bat Ye'or.

Per approfondire, rimandiamo alla pagina dedicata da IC a "Comprendere Eurabia", di Bat Ye'or.

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Bat Ye'or

«L'Europa rischia di cadere come l'impero bizantino, viviamo già in uno stato di dhimmitudine e la storia si sta ripetendo». Bat Ye'or non nutre dubbi sulla minaccia che incombe. Scrittrice e studiosa di islam, cacciata dall'Egitto nel 1957 perché ebrea, oggi vive in Svizzera. Più del suo nome sono i libri che ha scritto a essere famosi, nei quali ha coniato i termini Eurabia e dhimmitudine, cioè la sottomissione all'islam per essere protetti e tollerati, che hanno ispirato anche Oriana Fallaci. Nel suo ultimo libro Comprendere Eurabia (Lindau) sottolinea l'islamizzazione dell'Europa e i rischi che stiamo correndo.


La copertina

Lei descrive un'Europa anticristiana, antisemita, antioccidentale e fa risalire questa politica alla fine degli anni '60. «È stata la Francia a intraprendere questo cammino seguita dalla Germania. L'obiettivo era allearsi con il mondo arabo: a condurre il gioco erano quelli che avevano collaborato con il nazismo e che quindi odiavano gli ebrei. Lo dimostrano le loro dichiarazioni durante gli incontri e le conferenze nei paesi arabi, che ho trovato riprodotte nelle pubblicazioni della Lega Araba ma che non sono mai uscite sui media occidentali».

Che cosa ha spinto i leader europei a imboccare questa strada? «Cercavano di rappacificarsi con il mondo arabo dopo la colonizzazione e allo stesso tempo avevano bisogno di stabilità e sicurezza per ottenere le risorse energetiche. Così politici e intellettuali hanno influenzato la politica europea, accettando le condizioni della Lega araba: il riconoscimento dell'Olp di Arafat, quindi la legittimazione del terrorismo palestinese e del jihad contro Israele».

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I musulmani possono integrarsi in paesi non musulmani? «Quelli che vogliono possono farlo e lo hanno fatto, ma il Corano lo vieta esplicitamente. Nell'islam c'è odio e rigetto verso le altre religioni, concetto inesistente nel buddismo, cristianesimo, induismo, ebraismo... Poi, in Occidente le istituzioni e le leggi sono create dall'uomo mentre per i musulmani la fonte del diritto sta nella sharia, perché è dettata da Allah. Ecco perché i governi europei hanno scelto il multiculturalismo: consente a tutti di vivere in un paese europeo senza integrarsi».

Siamo passati dall'Olp ad Al Qaida fino all'Isis. 40 anni di terrorismo islamico e l'atteggiamento dell'Europa non è cambiato. Non ha compreso la minaccia o fa finta di non capire? «La capiscono, la conoscono meglio di noi, per questo hanno scelto la dhimmitudine e collaborano con i musulmani radicali invece dei moderati. L'Europa ha scelto di appoggiare l'integralismo, dai terroristi palestinesi in poi, sperando di avere protezione. Così non abbiamo aiutato i musulmani riformisti. Un grave errore, anzi, un crimine».

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All'attuale destabilizzazione del Mediterraneo ha contribuito l'appoggio dell'Occidente alle primavere arabe. La folle idea di esportare la democrazia si è rivelata un boomerang? «America ed Europa volevano appoggiare i Fratelli musulmani. Credevano che mettendoli al potere avrebbero potuto controllarli ed evitare il jihadismo. Obama pensava di farsi nuovi amici, ma ha fallito».

La Russia ha rotto gli indugi scendendo in campo contro l'Isis. Perché Obama non collabora con Mosca nella lotta al Califfato e continua ad affidarsi ad alleati ambigui come l'Arabia Saudita e la Turchia? «Obama si affida ad alleati ambigui perché ha adottato la politica dei Fratelli musulmani e si è circondato di consiglieri che condividono questa politica. Lui ha frequentato anche delle scuole islamiche e non ha la sensibilità di un cristiano ma di un musulmano. L'ambizione del mondo islamico è che riprenda la lotta tra Occidente e Russia. Ci sono documenti che rivelano questo sentimento: la guerra fredda è stata un periodo d'oro per lo sviluppo dell'islamismo. L'Occidente lo ha incoraggiato con la scusa di combattere l'ateismo comunista. Dopo la caduta del Muro, il mondo islamico ha spinto e continua a spingere per dividere ancora i due blocchi».

Lei sostiene che in Europa è stata tessuta una ragnatela che influenza la politica, il mondo dell'informazione, la cultura, le università. Come ci sono riusciti? «Questa politica è stata imposta dalla Commissione europea con la propaganda, dalla tv al cinema, e su indicazione della fondazione Anna Lindh che controlla tutto ciò che si scrive in Europa sul mondo islamico. La fondazione Anna Lindh è la rete delle reti. Quelli che parlano del jihad sono isolati, rischiano il posto, con la minacce, con la paura. Oggi possiamo parlare di pensiero unico. La cultura ha bisogno di libertà e non c'è totale libertà di pensare e di scrivere. I nemici del jihad e gli amici di Israele sono stati finora molto coraggiosi a resistere nonostante le umiliazioni, le privazioni e le enormi pressioni della politica europea».

Di questo passo l'Europa soccomberà. «Com'è accaduto all'Impero bizantino, che è stato islamizzato dall'interno e dall'esterno. Da un lato, i continui attacchi ai villaggi cristiani, con saccheggi e uccisioni: una sorta di terrorismo che ha creato un generale senso di insicurezza spingendo Costantinopoli a pagare un alto tributo ai sultani ottomani per evitare il jihad. Così facendo hanno svuotato le casse, privandosi delle risorse per mantenere un esercito efficiente. Dall'altro lato, la corruzione delle élites bizantine, che promuovevano l'islamismo nell'impero, e le rivalità tra i principi bizantini, che chiedevano sostegno ai turchi per combattere gli avversari interni ed erano poi costretti a ripagarli».

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