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Rassegna Stampa
08.08.2014 Ecco cosa c'è dietro a molto volontariato
Gian Micalessin svela chi ha mandato in Siria le due ragazze rapite

Testata:
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Ecco chi ha incantato Vanessa a Greta»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 08/08/2014, a pag. 14, l'articolo di Gian Micalessin dal titolo " Ecco chi ha incantato Vanessa a Greta"


Gian Micalessin   Roberto Andervill


Greta Ramelli e Vanessa Marzullo

Il ministero degli Esteri, come sempre in questi casi, raccomanda discrezione: Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sarebbero nelle mani di una banda «specializzata in rapimenti». Al sicuro in Italia invece c'è Robert Andervill, che ora non parla, non risponde al telefono, si nasconde dietro quelle tre righe sulla pagina Facebook di Horryaty, l'associazione da lui fondata assieme alle due ventenni lombarde rapite in Siria. «A nome del Progetto Horryaty vorrei dire che non saranno rilasciate dichiarazioni a nessuno. Tutte le informazioni sul Progetto sono su questa pagina. Tutte le altre informazioni, ammesso che ce ne siano, non saranno divulgate. Non saranno tollerati commenti di nessun genere. Questo Progetto continuerà a esistere appena Greta e Vanessa saranno di nuovo con noi. Grazie per il sostegno». Un modo neppure troppo elegante di lavarsi le mani, eludere le proprie responsabilità di cattivo maestro, mandante della missione «suicida» a cui sono state destinate due ragazzine entusiaste, ma sprovvedute.
Cominciamo dall'inizio. Cominciamo proprio da Roberto Andervill, da questo fabbro 46enne di Varese che su Facebook dichiara di aver studiato alla «scuola della vita». Diciamolo, fossimo i genitori di Vanessa e Greta non metteremmo i nostri figli nelle mani di un signore che come biglietto da visita usa una foto di se mascherato con una kefiah palestinese sotto un grande striscione con scritto «Gaza resisti». E soprattutto ci chiederemmo quale sia l'equidistanza, la ponderatezza di un personaggio che a 46 anni posta frasi del tipo «Allam, Ferrara, Pacifici e Di Segni. Poker di merde» o ancora «un giorno pagherete tutto merde sioniste». Tutto questo per dire che un elemento del genere all'interno di una Onlus non fa pensare a un'associazione umanitaria, neutrale e indipendente stile Croce Rossa, ma piuttosto a un'organizzazione ideologicamente schierata, quasi militante. Il che non è un delitto ed è assolutamente lecito. Ma cercar di decifrare gli eventi del mondo attraverso il filtro dell'ideologia rischia di regalare pericolose allucinazioni. E questa è la principale responsabilità del cattivo maestro Roberto Andervill. Che dopo aver soffiato nelle orecchie di Greta e Vanessa la cantilena sulla rivoluzione libertaria del popolo siriano le ha lasciate da sole in una terra dove da almeno due anni e mezzo non esiste più alcuna lotta per la libertà. Una terra dove vige solo la spietata legge dei gruppi jihadisti pronti a massacrare chi non la pensa come loro e a rapire chi arriva con l'errata convinzione di poter aiutare.
Queste credeteci non sono fumose e discutibili teorie. Sono fatti comprovati dalla tragedia di padre Paolo Dall'Oglio, gesuita da oltre un anno nelle mani dei jihadisti dell'Isis con cui s'illudeva di poter dialogare, dal dramma di Domenico Quirico, giornalista rapito dagli stessi ribelli con cui era entrato in Siria per raccontare la cosiddetta «rivoluzione». Greta e Vanessa accecate dalla passione e dall' entusiasmo giovanile potevano anche non essersene accorte, potevano anche sognare, potevano anche inebriarsi al fumo dell'ideologia. Ma quel fabbro 46enne «educato alla scuola della vita» dov'era quando Greta e Vanessa preparavano, come si vede in alcune foto, kit di pronto soccorso in contenitori mimetici e destinati quindi non a innocenti civili, ma più presumibilmente a combattenti in prima linea? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che non era con loro quando il ciarpame ideologico con cui le ha influenzate e condizionate le ha trascinate nelle mani dei loro aguzzini.

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