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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
08.10.2012 Cristiani perseguitati in Medio Oriente
le democrazie occidentali stanno a guardare? E il Vaticano? Commento di Magdi C. Allam

Testata:
Autore: Magdi C. Allam
Titolo: «Aiutiamo la città dei cristiani: Al Qaida vuole spazzarla via»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 08/10/2012, a pag. 13, l'articolo di Magdi Cristiano Allam dal titolo "Aiutiamo la città dei cristiani: Al Qaida vuole spazzarla via ".


Magdi C. Allam

Sull’altra sponda del Medi­terraneo si sta perpetrando l’atto finale della jihad, la guerra santa islamica, finalizzata ad eliminare la presenza dei cri­stiani, i veri autoctoni. Erano il 95% della popolazione nel Setti­mo secolo, il 20% nel 1945, il 6% og­gi. Dalla Seconda guerra mondia­le circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dai Paesi arabi. Ebbene il simbolo della resi­stenza estrema e del prevedibile tracollo del cristianesimo è diven­tata Rable, una cittadina siriana alla frontiera con il Libano dove da mesi circa 12 mila cristiani vi­vono sotto l’assedio imposto da più di un migliaio di terroristi isla­mici di Al Qaida accorsi dall’Af­ghanistan, dal Pakistan, dalla Tunisia, dalla Libia e dal­l’Egitto per so­stenere le mili­zie dei Fratelli Musulmani e dei Salafiti si­riani.
E noi, cristia­ni della spon­da settentrio­nale del Medi­terraneo, ci sia­mo schierati con i terroristi islamici, dalla parte dei carne­fici dei nostri fratelli nella fe­de, apparente­mente obnubi­lati dal mito della «primave­ra araba », il più colossale in­ganno della sto­ria contempo­ranea del Medio Oriente,
assecon­dando le mire egemoniche della Turchia,sottomettendoci alla vo­lon­tà dell’Arabia Saudita e del Qa­tar che finanziano i terroristi isla­mici e da cui dipendiamo per le forniture di petrolio e gas, la dispo­nibilità dei fondi sovrani, l’acces­so ai loro mercati. Di fatto abbia­mo consape­volmente o meno im­molato i cristiani d’Oriente sull’al­tare del dio denaro e al tempo stes­so stiamo commettendo la follia suicida di scavare la fossa della no­stra civiltà laica e liberale che si fonda sulle radici cristiane.
Il vescovo siriano Issam John Darwich ha inviato un accorato appello al capo dello Stato Napoli­tano e ai presidenti dei due rami del Parlamento, Fini e Schifani: «La comunità cristiana urla la sua richiesta di aiuto con la speranza che arrivi prima dell'ennesimo ec­cidio che vedrà come teatro del massacro, questa volta, la città di Rable. La città di Rable è il luogo in cui si ergeva il santuario del pro­feta Elia. Il santuario non esiste più perché è stato distrutto e, ana­loga sorte, è toccata a tutti gli edifi­ci sacri esistenti in ogni città: Homs, Damasco, Aleppo». Ci spiega che «il conflitto, in realtà, palesa una lotta interna fra sunni­ti e sciiti e, tale schieramento, por­ta al soffocamento di una terza co­munità che rischia di rimanere prima schiacciata e poi persegui­tata: la comunità cristiana». Infi­ne ci ammonisce: «È importante aiutare i cristiani non solo per un
motivo umanitario, ma anche per difendere le nostre radici cristia­ne che sono comuni all’Europa. Aiutare i cristiani in Medio Orien­te significa proprio questo: riap­propriarci delle nostre fondamen­ta storico-culturali».
Monsignor Darwich ci chiede un aiuto concreto: «Vi sono più di 5000 famiglie le quali, attualmen­te, sono state accolte e sistemate in scuole, conventi, oratori, chie­se, campeggi ed in qualche abita­zione.
Purtroppo tale sistemazio­ne è precaria e limitata nel tempo.
Abbiamo bisogno di box prefab­bricati, roulotte, camper, ospeda­li da campo, ambulanze, bus, me­dicinali ed ogni altro bene che ci possa aiutare a fronteggiare que­sta terribile situazione umanita­ria ». Coloro che volessero dare un contributo possono contattare padre Nader Jbeil, che parla l’ita­liano, alle mail: o amiconader@yahoo. it, il telefono in Libano è: 00961-8813300; il cellulare è: 00961- 76800054; il Fax è: 00961-813316; l'indirizzo è: No­tre Dame de Zahlé et de la Békaa. Libano oppure P.O. Box 289 -Zahlé - Libano.
Mercoledì scorso, 3 ottobre, ho partecipato a Gerusalemme a un incontro sulla «persecuzione del­le minoranze in Medio Oriente», su invito di Benjamin Elon, presi­dente dell’International Israel Al­lies Caucus Foundation, unita­mente all’International Chri­sti­an Embassy Jerusalem e al Con­gresso Ebraico Mondiale. Ho det­to che «ci sono delle similitudini tra la realtà che nel Settimo secolo portò all’islamizzazione della
sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, riducendo sempre di più la presenza dei cri­stiani e degli ebrei, e la realtà odierna. I cristiani sono divisi al lo­ro interno e finiscono per corteg­giare i musulmani perché hanno paura».
Sabato prossimo, 13 ottobre, terrò a Parigi una conferenza su «L’Europa e le sue radici di fronte alla crescita della cristianofobia», su invito delle associazioni «Tra­dizione Famiglia Proprietà» e «Cristianità-Solidarietà». In sera­ta parteciperò a una processione per i cristiani perseguitati in Me­dio Oriente a Place Saint-Augu­stin, di fronte alla Chiesa di San­t’Agostino.
Dobbiamo mobilitarci per sal­vare la vita dei cristiani sull’altra sponda del Mediterraneo e per prevenire il contemporaneo tra­collo della nostra civiltà. È lì che è nato il cristianesimo ed è lì che af­fondano le nostre radici. Recupe­riamo l’uso della ragione e risco­priamo il sano amor proprio. Sal­viamo
i cristiani!

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