sabato 18 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Rassegna Stampa
24.09.2012 La satira sull'islam è ben diversa dal terrorismo islamico
commento di Magdi C. Allam

Testata:
Autore: Magdi Cristiano Allam
Titolo: «Che follia equiparare la satira sull’islam al terrorismo»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 24/09/2012, a pag. 13, l'articolo di Magdi Cristiano Allam dal titolo "Che follia equiparare la satira sull’islam al terrorismo".


Catherine Ashton, Magdi C. Allam


Charlie Hebdo. Una vignetta è come un attentato terroristico ?


Una manifestazione per la libertà d'espressione

L'Unione Europea vuole bandire il vilipendio delle religioni con una normativa vincolante sul piano del diritto internazionale e lo fa sottomet­tendosi al terrorismo islamico scatenatosi all'indomani della diffusione di un film e del­la pubblicazione di vignette su Maometto giudicati blasfemi. Non era mai accaduto che, sotto il ricatto del terrorismo islamico che ha ucciso decine di persone e distrutto sedi diplomatiche, chiese, negozi e abitazio­ni, l'Unione Europea sottoscrivesse una di­chiarazione congiunta con l'Organizzazio­ne della Cooperazione Islamica, la Lega Ara­ba e l'Unione Africana, in cui mette sullo stesso piano un film e delle vignette con il ter­rorismo islamico definiti «atti di estremisti su entrambi i lati». Nella dichiarazione, sot­tos­critta il 20 settembre dall'Alto Rappresen­tante per gli Affari Esteri e della Sicurezza Ca­therine Ashton, si accredita la tesi reattiva del terrorismo islamico, secondo cui il film e le vignette corrisponderebbero «all'odio religioso» che ha costituito «incitamento all' ostilità e alla violenza»; così come si afferma che il terrorismo islamico sarebbe una for­ma di devianza «di piccoli gruppi di perso­ne » che non rappresenterebbero l'islam in­trinsecamente moderato espresso dalle «co­munità più grandi da cui essi provengono ». L'idea di reprimere per vie legali la critica all'islam e a Maometto era stata ventilata il 19 settembre dal ministro degli Esteri Terzi che aveva ritenuto doveroso ammonire che in Italia la diffamazione religiosa è reato. Sempre Terzi il 20 settembre ha anch'egli messo sullo stesso piano la critica all'islam con il terrorismo islamico sostenendo che «è assolutamente legittimo da parte dei go­verni il blocco di siti che sono oggetto di com­portamenti non positivi, di istigazione all' odio, di rifiuto di comprendere l'altro, così come di siti che hanno una loro valenza cri­minale ».
Mi domando perché le istituzioni mon­diali vorrebbero sanzionare la critica all' islam e al Corano con delle leggi vincolanti a livello internazionale, mentre nessuno pen­sa di mettere al bando l'insieme della filiera che, a partire dalla predicazione d'odio nel­le moschee, culmina negli attentati terrori­stici islamici? Perché l'Unione Europea e nessun governo europeo è intervenuto per condannare fermamente l'annuncio del mi­nistro
delle Ferrovie pachistano, Ghulam Ahmad Bilour, che ha offerto una taglia di 100mila dollari per uccidere il produttore del film «L'innocenza dei musulmani»? E non mi sembra che sia adeguata la risposta del governo pachistano che si è limitato a di­chiarare che si è trattato di «una iniziativa autonoma del ministro».Ma come,un mini­stro dello Stato istiga all'omicidio offrendo denaro a chi ovunque nel mondo ucciderà un uomo colpevole di aver espresso la pro­pria opinione su Maometto e il suo governo si limita a dissociarsi? Ed è lo stesso governo che il 21 settembre aveva incita­to il p­opolo alla rivolta pro­clamando un «Giorno dell'amore per il Pro­feta », culminato con 23  morti e 200 feriti, la distruzione di una chiesa evangelica con annessa scuola dove studiavano 500 studenti.
Ebbene io considero assolutamente legit­tima l'affermazione della verità e la rappre­sentazione critica, anche in chiave artistica o satirica, dell'islam e Maometto. So benissi­mo­che il terrorismo islamico è sempre di na­tura aggressiva, non reattiva, essendo parte integrante di una strategia che si fonda sull' obbligo coranico di imporre anche con la violenza ovunque nel mondo l'islam consi­derato come l'unica vera religione. Sono consapevole che il terrorismo dei taglia-lin­gua che ci porta a non dire e a non fare nulla che possa urtare la suscettibilità degli isla­mici è ancor più deleterio per la sorte della nostra civiltà del terrorismo dei taglia-go­la che ci annienta fisicamente.
Chiedo a quest'Unione Europea relativista, materialista e islamica­mente corretta di recuperare l'uso della ragione e riscoprire il sano amor proprio salvaguardando il nostro legittimo diritto alla libertà d'espressione, promuovendo sul piano del diritto internazionale il rea­to di istigazione a delinquere per finalità religiose, iscrivendo come «crimine contro l'umanità» il terrorismo islamico specie nel­la sua versione suicida. Non è affatto vero che tutte le religioni sono uguali, che Gesù e Maometto sono la stessa cosa, che l'islam al pari dell'ebraismo e del cristianesimo cre­derebbe nello stesso Dio e amerebbe in ugual modo il prossimo. Non rinunciamo al diritto-dovere di riconoscere la verità salva­guardando sempre e comunque la libertà.
Svegliamoci!

Per inviare la propria opinione al Giornale, cliccare sull'e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT