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ANSA Rassegna Stampa
21.11.2014 'Erano belve umane, basta con l'odio': a Gerusalemme dolore dopo l'attentato alla sinagoga
Cronaca di Aldo Baquis

Testata: ANSA
Data: 21 novembre 2014
Pagina: 1
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Sinagoga insanguinata, si digiuna contro l'odio: 'Basta antisemitismo e violenza, ci sia concordia fra nazioni'»

Riprendiamo da ANSA, con il titolo  "Sinagoga insanguinata, si digiuna contro l'odio: "Basta antisemitismo e violenza, ci sia concordia fra nazioni", l'articolo di aldo Baquis.


Aldo Baquis


I funerali degli ebrei assassinati tre giorni fa a Gerusalemme

Dal tempio insanguinato gli sguardi si levano al cielo. Dopo l'assassinio di quattro rabbini, nella Sinagoga Kehilat Bney Torah di Gerusalemme oggi si è osservato un digiuno penitenziale, chiamato 'il piccolo Kippur'. A metà giornata in centinaia hanno abbandonato i loro impegni per radunarsi nelle sale dove martedì due assalitori palestinesi hanno seminato la morte. E rivolgere accorate preghiere all'Onnipotente. Le quattro vedove, - Haya, Braina, Yaakoba e Bat Sheva - hanno lanciato un appello: per ricordare degnamente i loro congiunti, gli israeliani dovranno cercare di osservare al meglio da domani sera il riposo sabbatico, e fare beneficenza. Chi può doni almeno 54 shekel (oltre 10 euro): tre volte la cifra 18, che nell'ebraismo è simbolo di vita.

In mattinata un responsabile dell'Istituto, il rabbino Yaakov Moshe Spitzer, ha spalancato le porte del Tempio a ospiti giunti in segno di solidarietà dall'Italia: il viceministro degli esteri Benedetto della Vedova e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, accompagnati dall'ambasciatore Francesco Maria Talò. ''Vi ringraziamo per essere venuti a condividere il nostro dolore'' ha detto loro commosso. ''Chiediamo che dal governo italiano si elevi un appello affinché cessino tutte le violenze. L'antisemitismo è tornato ad alzare il capo in tutto il mondo. Vi preghiamo d'inoltrare questo messaggio. Basta con la violenza! Basta con le uccisioni! Aneliamo alla pace, alla concordia fra tutte le Nazioni''
''Siamo qua perché la solidarietà e la vicinanza al vostro popolo si dimostra anche fisicamente, non solo a parole'', ha assicurato di rimando Gozi.
''Oggi avete condiviso il nostro dolore; in futuro tornerete qua, spero, a condividere anche le nostre gioie'', ha concluso il religioso. Ma oggi la via Agassi, nel rione ortodosso Har Nof, dove affaccia la sinagoga è una strada di lacrime. Gli uccisi erano vicini di casa. Hanno lasciato tra tutti 24 orfani.

''Basta con l'odio'', si legge sui muri. Nella sinagoga c'era oggi pure Nissim Sermoneta, l'israeliano di origine italiana che ha affrontato uno degli assalitori, scagliandogli una seggiola e un tavolo. L'edificio mostra tuttora evidenti i segni della lotta drammatica. Sulle finestre, sulle pareti e anche nell'Arca che custodisce i rotoli della Bibbia si notano fori dei proiettili. Molte porte sono sfondate: forzate da agenti nei frenetici minuti seguiti alla sparatoria nel timore che nell'edificio si nascondessero altri attentatori. I testi sacri intrisi di sangue sono stati sotterrati. I giornali ortodossi riportano con titoli vistosi testimonianze della strage.

Gli attentatori palestinesi non sono quasi menzionati: ''Erano belve umane'', dunque non degni di attenzione, scrive qualcuno. Il rabbino David Yossef rivela con orrore che gli assalitori hanno ridotto un anziano e stimato religioso in fin di vita recidendogli un braccio e un orecchio e colpendolo alla testa. Ma non chiede vendette: ''Accettiamo il verdetto divino. Dobbiamo rafforzarci nella fede. Forse queste sofferenze avvicineranno l'avvento del Messia''. Il rabbino Yossef si scaglia invece contro quegli ebrei nazionalisti che vorrebbero cambiare lo status quo sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio) e così facendo irritano oltre un miliardo di musulmani. ''Quel luogo è talmente sacro che per noi ebrei l'ingresso è vietato. Ho scritto al premier Benyamin Netanyahu affinché ne muri l'ingresso. Ma non mi ha risposto''.

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