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ANSA Rassegna Stampa
08.05.2009 Anche il viaggio del Papa è un'occasione per far propaganda antiisraeliana
Ansa, una garanzia di pregiudizio

Testata: ANSA
Data: 08 maggio 2009
Pagina: 1
Autore: La redazione dell'Ansa
Titolo: «PAPA PARTE PER LA TERRASANTA, XII VIAGGIO DEL PONTIFICATO»
Riportiamo dall'ANSA l'articolo dal titolo " Papa parte per la Terrasanta, XII viaggio del pontificato ".
Nell'articolo si legge : "
Più rischi per la missione papale può presentare lo scenario politico in Israele, dove i cristiani sono in buon numero palestinesi e dove la soluzione al conflitto appoggiata dalla Santa Sede - due Stati per due popoli, nella giustizia e nella sicurezza - non riesce a prendere corpo: il nuovo governo di Benjamin Netanyahu aprendo alla destra dura sembra ostacolare il processo di pace, è visto con diffidenza anche dai palestinesi più moderati di Al Fatah, e sembra lontano da quanto per il Medio oriente pensa la amministrazione Obama. ". L'attuale governo israeliano non si è dichiarato contrario alla costituzione dello Stato palestinese. Per quanto riguarda la posizione di Benyamin Netanyahu circa la nascita dello Stato palestinese, invitiamo i lettori  a leggere il suo discorso all'AIPAC pubblicato nella rassegna di IC del 06/05/2009. E' stato il leader dell'Autorità Palestinese, Abu Mazen, ad affermare ufficialmente il suo rifiuto di riconoscere Israele come Stato ebraico (condizione fondamentale e necessaria per i negoziati). Ma non è una novità che all'ANSA interessi di più la propaganda antiisraeliana che fornire informazioni. Ecco l'articolo:
PAPA PARTE PER LA TERRASANTA, XII VIAGGIO DEL PONTIFICATO
CITTA' DEL VATICANO - Papa Benedetto XVI è partito per Amman. L'aereo dell'Alitalia, volo Az 4000, è decollato dall'aeroporto di Fiumicino alle 9.50: l'arrivo nella capitale giordana, dove sarà accolto da re Abdallah II e dalla regina Rania, è previsto verso le 14.30 locali. Si tratta della prima tappa del viaggio che fino al 15 maggio lo porterà anche in Israele e a Betlemme. Ratzinger visiterà alle 15,30, il Centro Regina Pacis per l'assistenza di disabili e alle 17,30 renderà una visita di cortesia alla coppia reale nel Palazzo reale al-Husseinye della capitale giordana, ultimo impegno pubblico della giornata.

PELLEGRINO TRA TENSIONI MEDIO ORIENTE
(di Giovanna Chirri)

Viaggio difficile, viaggio a rischio strumentalizzazioni: "tutti sono pronti ad accaparrarsi la parte migliore della torta che questa visita rappresenta", ha detto rassegnato il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Benedetto XVI partirà per la Terrasanta, dove è già stato nel '64, nel '92 e nel '94. Sara' la sua prima volta da papa, sulle orme di Paolo VI nel '64 e di Giovanni Paolo II nel 2000. Allora come oggi un papa in Terrasanta si immerge in un intreccio di motivi politici, storici, interreligiosi, e oggi il Medio oriente e' in una fase decisamente delicata. Sobbarcandosi a 82 anni un compito di questo tipo - nonostante dopo l'operazione "Piombo fuso" lo avessero sconsigliato persino i cristiani locali - il papa come ha spiegato personalmente a più riprese in questi giorni, ha alcune motivazioni precise: "confermare e incoraggiare i cristiani di Terra santa, che devono affrontare quotidianamente non poche difficoltà " e far "loro sentire la vicinanza e il sostegno di tutto il corpo della Chiesa".

Farsi "pellegrino di pace" nei luoghi della nascita, predicazione e morte di Cristo". Contribuire al rafforzamento di rapporti "ecumenici e interreligiosi", e quelli con ebrei e musulmani, ha osservato ieri, hanno fatto "grandi progressi". In Giordania, - Paese comunque fortemente impegnato nella ricerca di una soluzione al conflitto israelo-palestinese - i cristiani sono minoranza integrata, e sarà piuttosto il dialogo interreligioso a attirare l'attenzione; ad Amman tra l'altro il papa avrà il primo importante incontro con esponenti musulmani di questa missione. La dinastia hascemita vanta crediti in Vaticano per l'impulso a indirizzare l'islam su sentieri comuni di pace, e il principe Ghazi, consigliere del re per gli affari religiosi, è tra i promotori della lettera dei 138 ulema ai capi cristiani che, nell'autunno 2007 ha contribuito ad avviare un dialogo sui contenuti e ad archiviare la crisi di Ratisbona. Più rischi per la missione papale può presentare lo scenario politico in Israele, dove i cristiani sono in buon numero palestinesi e dove la soluzione al conflitto appoggiata dalla Santa Sede - due Stati per due popoli, nella giustizia e nella sicurezza - non riesce a prendere corpo: il nuovo governo di Benjamin Netanyahu aprendo alla destra dura sembra ostacolare il processo di pace, è visto con diffidenza anche dai palestinesi più moderati di Al Fatah, e sembra lontano da quanto per il Medio oriente pensa la amministrazione Obama. I governi dei Paesi di Terrasanta aspettano a braccia aperte il papa, e quello israeliano ha messo da parte anche qualsiasi polemica dell'ebraismo contro il Vaticano, dai giudizi su Pio XII al caso Williamson, per garantire la riuscita di questo viaggio.

Dal canto suo Benedetto XVI non intende fare il mediatore politico: "mi farò pellegrino di pace nel nome dell'unico Dio che è Padre di tutti - ha spiegato pubblicamente - e testimonierò l'impegno della Chiesa cattolica in favore di quanti si sforzano di praticare il dialogo e la riconciliazione, per guingere a una pace stabile e duratura nella giustizia e nel rispetto reciproco". L'ebraismo mondiale potrebbe trarre soddisfazione dalla tappa papale al Muro del Pianto, dove Benedetto XVI lascerà una preghiera, e dall'incontro al gran rabbinato di Gerusalemme. I cristiani di Gaza, dove Hamas è maggioranza, invece sono rimasti delusi per la mancanza di una tappa nella loro città, tappa esclusa per motivi di sicurezza, ma un centinaio di loro sarà alla messa a Betlemme di mercoledì 13. (ANSA).
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