venerdi 17 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






ANSA Rassegna Stampa
26.01.2009 La palese faziosità dell'agenzia
che cita solo fonti antisraeliane

Testata: ANSA
Data: 26 gennaio 2009
Pagina: 1
Autore: Remigio Benni
Titolo: «Tregua Israele-Hamas, si incrociano le proposte»
Le fonti di Ansa sono solo Hamas, l'UNRWA (l'agenzia dei profughi palestinesi, di fatto collusa con il gruppo terrorista), l'Onu (notoriamente sbilanciata contro Israele.
Ad esse si aggiungono i commenti del giornalista Remigio Benni, sempre ostili a Israele.

Il risultato è un esempio di squlibrio informativo: Tregua Israele-Hamas, si incrociano le proposte


IL CAIRO - Nonostante i toni delle dichiarazioni rimangano decisi e battaglieri, le mediazioni dell'Egitto per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele sembrano faticosamente avviarsi in una direzione positiva. Hamas, ha dichiarato stasera al Cairo il portavoce Ayman Taha, intende valutare la proposta israeliana per un tregua che duri un anno e mezzo. In proposito darà una risposta ai responsabili egiziani dopo consultazioni, ma ha anche presentato una controproposta per un anno soltanto. Taha ha anche ricordato, con una certa soddisfazione, che "prima Israele aveva chiesto un tregua di 10-15 anni e Hamas l'aveva rifiutata".

 La comunicazione è stata fatta dopo l'avvio dei colloqui che i rappresentanti di Hamas stanno avendo al Cairo con il capo dei servizi segreti, Omar Suleiman, ed al quale domani si uniranno - a quanto si è appreso - rappresentanti di altri gruppi palestinesi invitati dall'Egitto all'appuntamento per una riconciliazione interpalestinese. Hamas, ha detto il portavoce, respinge "le pressioni di Israele per un'apertura parziale dei punti di passaggio ed anche per una eliminazione parziale del blocco, perché Israele vuole strangolare i palestinesi e noi sollecitiamo una reazione araba e internazionale".

 Per il momento, ha aggiunto, sono importanti la tregua, l'eliminazione del blocco e l'apertura dei passaggi, prima di discutere della riconciliazione palestinese. A proposito del terminal di Rafah, Taha ha affermato che "é un tema complicato e spinoso: noi abbiamo proposto qualche idea per risolverlo, come la presenza di osservatori internazionali e turchi, e elementi delle Forze di sicurezza nazionali palestinesi (Anp) di Gaza , per consentire la riapertura fino alla formazione di un governo unitario". Ieri il quotidiano Asharq Alwsat aveva pubblicato una dichiarazione analoga di Taha.

Da Beirut un altro esponente di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato alla tv satellitare del Qatar Al Jazira che "gli israeliani devono capire che non raggiungeranno attraverso la politica quello che non hanno ottenuto militarmente". Nella capitale egiziana si sono oggi avvicendati anche responsabili umanitari internazionali dell'Onu, in incontri al ministero degli esteri ed alla Lega Araba. Entrambi reduci da Gaza, il primo è stato il vicecommissario generale dell'Unrwa, l'agenzia per i profughi palestinesi, Filippo Grandi, e nelle ore successive il sottosegretario Onu per gli affari umanitari, John Holmes.

 "Rientrando stasera a New York - ha detto Holmes in una conferenza stampa - sono contento di portare la notizia che con i dirigenti egiziani abbiamo opinioni uguali sull'urgenza di far arrivare aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza". Precisando di aver potuto visitare soprattutto il nord e la città di Gaza, Holmes ha affermato di essere rimasto "scioccato ancor più di quanto prevedessi, per l'entità e la natura delle distruzioni. Ho visto macerie per chilometri quadrati, ho visto danni molto, molto considerevoli. La ricostruzione sarà difficile e costosa, a parte gli enormi costi umani" irreparabili.

Holmes ha quindi parlato di oltre 100.000 senzatetto o sfollati palestinesi, le cui case sono state distrutte, sottolineando che "la prima cosa da fare è contribuire a valutare danni e a soddisfare i bisogni umanitari più immediati". Ha quindi annunciato per il 2 febbraio, a Ginevra, una conferenza delle agenzie umanitarie Onu e delle Ong (Organizzazioni non governative), aggiungendo che "urge riaprire i passaggi appena possibile e fare in modo che non si ritorni più alla situazione precedente", cioé ai danni strutturali provocati dal blocco della Striscia durato 18 mesi.

Per inviare la propria opinione a Ansa cliccare sul link sottostante

redazione.internet@ansa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT