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ANSA Rassegna Stampa
24.11.2007 Ignorare le ragioni di Israele
evidenziare solo le posizioni arabe

Testata: ANSA
Data: 24 novembre 2007
Pagina: 1
Autore: Barbara Alighiero
Titolo: «Annapolis, il si' di Riad da' sostanza alla presenza araba»

Un lungo articolo sull'ANSA del 23/11/2007, che riconferma l'agenzia su posizioni ostili a Israele. I giudizi di merito espressi nell'articolo non tengono conto della storia, mirano esclusivamente ad evidenziare le richieste arabe. Le ragioni di Israele sono completamente ignorate. Lo pubblichiamo a riprova della parzialità dell' informazione ANSA.

» 2007-11-23 20:52

Mo: Annapolis, il si' di Riad da' sostanza alla presenza araba

di Barbara Alighiero

IL CAIRO- L'Arabia saudita parteciperà con il ministro degli Esteri Saud al Faysal alla riunione internazionale per rilanciare il processo di pace israelo-palestinese la prossima settimana, dando speranze a Stati Uniti e Israele di un successo, per quanto relativo, della conferenza di Annapolis. Il comitato della Lega araba per i negoziati con Israele "ha deciso di accettare l'invito a partecipare alla conferenza sul Medio Oriente di Annapolis a livello ministeriale e discutere il processo di pace", ha detto Faysal a una conferenza stampa a conclusione della riunione dei ministri arabi oggi al Cairo. "Il ministro saudita Saud al Faysal e io andremo alla conferenza", ha aggiunto il segretario generale della Lega araba, Amr Mussa. Ma "niente sceneggiate" e "niente saluti o abbracci che non riflettano un atteggiamento politico", ha detto Faysal, precisando che l'Arabia saudita era "reticente". Riad va solo perché spinta dall'unanimità araba e per "giungere a una pace che garantisca i diritti arabi e tuteli i territori di Libano, Siria e Palestina", ha detto il ministro. Per gli Stati Uniti è già un grande successo avere Faysal ad Annapolis il 27 novembre, e una stretta di mano fra il ministro saudita e il primo ministro israeliano Ehud Olmert, mai insieme nella stessa sala, sarebbe un evento storico. I due Paesi non hanno rapporti diplomatici. La partecipazione dell'Arabia saudita rafforza il presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) e aiuta Olmert a far "digerire" delle concessioni all'opinione pubblica israeliana, in vista di una prospettiva di pace a più largo raggio con il mondo arabo. Resta incerta la posizione della Siria. Il ministro degli Esteri siriano Walid Mowalem ha detto che gli Stati Uniti hanno promesso di includere la questione delle Alture del Golan nell'agenda, condizione posta da Damasco per partecipare. Ma il governo siriano deciderà cosa fare una volta visto il programma. La Siria chiede la restituzione del Golan, occupato da Israele dopo la guerra del 1967 e annesso nel 1981. I negoziati sono congelati dal 2000. Israele ha accolto positivamente la notizia della partecipazione araba alla conferenza, mentre il movimento islamico di Hamas da Gaza ha esortato a non fare "concessioni" agli israeliani. Alla riunione del Cairo, presieduta da Faysal, hanno assistito i tredici Paesi del Comitato per l'iniziativa araba (Giordania, Bahrein, Arabia saudita, Siria, Palestina, Libano, Egitto, Marocco, Yemen, Qatar, Tunisia, Algeria e Sudan) più Oman ed Emirati arabi. L'iniziativa araba, del 2002 e confermata quest'anno a Riad, prevede un riconoscimento di Israele in cambio del ritorno ai confini antecedenti al guerra del 1967, la creazione di uno Stato palestinese, con Gerusalemme Est capitale, e una soluzione "equa e concordata" per la questione dei profughi palestinesi. Per quest'ultimo punto, in particolare, Israele l'ha respinta. Nei colloqui preparatori al vertice di oggi, Amr Mussa ha detto che la normalizzazione delle relazioni con Israele "non può essere gratis, i Paesi arabi che andranno ad Annapolis lo faranno per sostenere la parte palestinese". Ma non è neanche chiaro su quali basi si svolgerà la riunione di Annapolis. Abu Mazen ha detto ai ministri arabi che i negoziati sulla stesura di un documento comune israelo-palestinese "si sono arenati". Negoziatori palestinesi e israeliani stanno tentando da settimane di trovare una formula univoca, ma ci sono profonde divergenze. I palestinesi vorrebbero un "documento" comune e gli israeliani solo una "dichiarazione".(ANSA).

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