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ANSA Rassegna Stampa
11.02.2006 Ci si mettono adesso gli architetti inglesi
e l'Ansa informa correttamente

Testata: ANSA
Data: 11 febbraio 2006
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Architetti GB boicottano Israele»

Le notizie sono due. La prima, che gli architetti inglesi guidati da Norman Forster hanno deciso di boicottare Israele. La seconda, che l'ANSA riporta la notizia correttamente, il che,  per l'Ansa, non è poco. Le registriamo entrambe per i nostri lettori.

MO: ARCHITETTI GB PENSANO A BOICOTTAGGIO ISRAELE / ANSA
LO RIVELA 'INDEPENDENT', PROTESTA CONTRO INSEDIAMENTI E MURO
   (ANSA) - LONDRA, 10 FEB - Un gruppo di architetti britannici
di primo piano, tra cui Norman Foster, sta prendendo in
considerazione un boicottaggio dell'intero settore dell'edilizia
in Israele per protestare contro la politica degli insediamenti
e la costruzione del muro di separazione dai Territori. Lo
scrive oggi il quotidiano britannico Independent.
   'Architetti e urbanisti per la giustizia in Palestina',
questo il nome del gruppo, di cui fa parte anche il noto critico
di architettura Charles Jenckes, si e' riunito in segreto nello
studio londinese di Lord Foster, scrive il giornale. I circa 60
partecipanti all'incontro si sono espressi contro ''l'annessione
illegale di terra palestinese'' e contro la barriera di cemento
in Cisgiordania e a Gerusalemme.
   Secondo l'Independent, il gruppo ha detto che architetti,
urbanisti e ingegneri che lavorano in progetti israeliani nei
Territori sono ''complici dell'oppressione sociale, politica ed
economica'' e ''violano il loro codice etico professionale''.
   ''Pianificazione, architettura e altre attivita' della
costruzione vengono usate per promuovere un sistema di apartheid
e controllo dell'ambiente'', e' stato osservato nella riunione,
dove e' stato ipotizzato un boicottaggio di materiali per
l'edilizia prodotti in Israele, architetti israeliani e aziende
edili di quel Paese, mentre qualcuno si e' spinto a pensare
all'espulsione di architetti israeliani dall'Unione
internazionale della categoria.
    Un portavoce dell'ambasciata israeliana ha detto
all'Independent che ''chiunque sia a favore di una soluzione
giusta dovrebbe evitare ogni tipo di boicottaggio. Serve solo a
mettere altri ostacoli sulla strada della riconciliazione nella
nostra regione. Se queste persone hanno a cuore la causa
palestinese dovrebbero aiutare a costruire ponti, non a
distruggere''. Critico anche Ofer Kolker, un architetto
israeliano formatosi a Londra, per il quale l'iniziativa
colpirebbe un gruppo di persone, anche chi non lavora nei
Territori. ''Ma cosa boicotteranno? - ha poi aggiunto - gli
architetti britannici non hanno mai cooperato con i colleghi
israeliani, hanno sempre preferito gli arabi''.
    La notizie giunge dopo che qualche giorno fa, la Chiesa
anglicana ha deciso di ritirare i propri investimenti da quelle
aziende che traggono profitti dall'occupazione israeliana, in
particolare la Caterpillar, che costruisce le ruspe usate per
abbattere le case degli arabi.
   Jenckes ha dichiarato all'Independent che ''si arriva a un
punto in cui un architetto non puo' restare seduto sulla
staccionata a guardare. Non ribellarsi vorrebbe dire essere
complici''. Per il critico, la barriera e' una cosa ''contorta,
folle, insana, che divide, da ubriachi''.
   ''Capisco che la sicurezza sia un problema per Israele, che
deve proteggersi. Ma non e' questo il modo. E' una misura
estremista, che fomenta l'estremismo, incarcerando e
sottoponendo a intimidazioni i palestinesi'', ha aggiunto.
   D'accordo anche George Ferguson, ex presidente del Royal
Institute of British Architects, che non era alla riunione allo
studio Foster, ma per il quale ''e' giusto che gli architetti
non prendano parte nella costruzione di comunita' e strutture
che dividono le persone''. (ANSA).

Chi vuole, può inviare un proprio commento all'Ansa cliccando sulla e-mail sottostante.


redazione.internet@ansa.it

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