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La Gazzetta dello Sport Rassegna Stampa
26.11.2019 Razzismo nel calcio e insulti a Balotelli: ora ci si mette anche il presidente del Brescia Cellino
Cronaca di Marco Iaria

Testata: La Gazzetta dello Sport
Data: 26 novembre 2019
Pagina: 16
Autore: Marco Iaria
Titolo: «Bufera su Cellino»
Riprendiamo dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 26/11/2019, a pag. 16, l'articolo di Marco Iaria "Bufera su Cellino".

Come se non bastassero gli insulti razzisti che il calciatore italiano Mario Balotelli subisce ogni volta che scende in campo, ci si mette adesso anche il presidente della sua stessa squadra, Massimo Cellino, che lo ha invitato a "schiarirsi" la pelle, utilizzando quindi un becero stereotipo razzista. Fino a quando non verranno presi provvedimenti severi per punire antisemitismo e razzismo, questi continueranno a proliferare indisturbati: è quello che succede in Italia.

Ecco la breve:

Risultati immagini per cellino balotelli
Massimo Cellino, Mario Balotelli

Ennesimo episodio razzista nel calcio italiano. Ennesima indignazione sui social. Ennesima figuraccia internazionale. Questa volta nel mirino finisce la frase shock che un presidente rivolge nei confronti di un suo calciatore. Il tutto davanti alle telecamere, nella sede milanese della Lega Serie A. Ieri, prima dell'assemblea dei club, il presidente del Brescia Massimo Cellino si ferma con i giornalisti e, quando gli viene chiesto un commento su Mario Balotelli, allontanato dall'allenamento giovedì scorso perché "svogliato" e non convocato contro la Roma, la risposta è agghiacciante: «Cosa vi devo dire di Balotelli? Che è nero, sta lavorando per schiarirsi perché ha grosse difficoltà». Poi Cellino proseguirà, senza battere ciglio, sulla disamina del caso e della complicata situazione di classifica del Brescia, con qualche divagazione sulla Lega («ai miei tempi era diverso, affrontavamo i problemi con Moratti, Galliani, Mantovani, Ruggeri»). Ma la frase, battuta dalle agenzie e dai siti d'informazione, fa presto il giro del mondo. Secondo tempo Allora il Brescia emette un comunicato che recita: «Una battuta a titolo di paradosso, palesemente fraintesa, rilasciata nel tentativo di sdrammatizzare un'esposizione mediatica eccessiva e con l'intento di proteggere il giocatore stesso». Non è finita perché, al termine dell'assemblea, Cellino entra nella sala stampa della Lega e, quasi con un tono di sfida, dice ai giornalisti: «Chi è che mi ha dato del razzista? Se scrivete tutte le cazzate che dico, non smettete più di scrivere. Io non mi devo mica discolpare di una cosa alla quale non credo. La cosa tragica sapete qual è? È che non sapete più che cazz... scrivere». E a chi gli chiede di chiarire, replica: «Se chiarisco faccio ancora più danni. Le persone per bene mi conoscono». Oggi il procuratore federale Pecoraro esaminerà il video, ma è difficile che ravviserà profili disciplinari. Mario deluso Dal canto suo, Balotelli decide di non esprimersi pubblicamente, nemmeno sui social. Ma dal suo entourage trapela tutta la delusione per le parole pronunciate dal presidente. D'altra parte, l'attaccante è stato più e più volte vittima di razzismo, fino al clamoroso gesto di inizio novembre, contro il Verona: il pallone scagliato in tribuna e la minaccia di lasciare il campo dopo aver udito i soliti buu. Il settore "poltrone est" del Bentegodi, inizialmente chiuso dal giudice sportivo, è stato riaperto dalla Corte sportiva d'appello, che ha disposto un supplemento istruttorio. Le altre parole La bufera a sfondo razzista fa chiaramente passare in secondo piano i risvolti del caso che da giorni agita il Brescia. È una condizione da separati in casa, quella tra Balotelli e il club lombardo, che Cellino proverà a ricomporre: «Il mio allenatore ha fatto un errore settimana scorsa, in conferenza stampa ha parlato di Balotelli e non della squadra. Ho preso Balotelli a fine mercato, non per gli abbonamenti o la pubblicità, L'ho comprato sognando che potesse dare un valore aggiunto ma non speravo che fosse quello che doveva salvare la squadra. L'ho preso perché è un metro e 90, ha ancora un'età per dire qualcosa nel calcio. Per sovraesposizione lo abbiamo fatto diventare un punto di debolezza. Se continuiamo a parlare di Balotelli facciamo male a lui e a noi stessi». Quindi una frecciata: «Forse Mario dà più peso ai social che ai suoi valori da sportivo». Poi una carezza: «È troppo facile scaricare le colpe su Balotelli e usarlo come capro espiatorio. Ci sarò un motivo se ho cambiato allenatore. Andava più aiutato lui di quanto lui potesse aiutare noi. Forse all'inizio eravamo in grado di farlo, ora ci siamo indeboliti come squadra ed è più difficile aiutarlo». Di sicuro non lo aiuterà quella frase.

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andrea.monti@gazzetta.it

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