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La Gazzetta dello Sport Rassegna Stampa
06.09.2016 I tifosi del Celtic ieri appoggiavano i terroristi dell'IRA, oggi quelli palestinesi
E Pierluigi Spagnolo li segue a ruota

Testata: La Gazzetta dello Sport
Data: 06 settembre 2016
Pagina: 4
Autore: Pierluigi Spagnolo
Titolo: «La sottile linea rossa: Bhoys per la Palestina»

Riprendiamo dalla GAZZETTA dello SPORT - EXTRA TIME di oggi, 06/09/2016, a pag. 4, con il titolo "La sottile linea rossa: Bhoys per la Palestina", la cronaca di Pierluigi Spagnolo.

La frangia più estrema dei tifosi della squadra scozzese del Celtic Glasgow si schiera contro Israele e per la "Palestina". Dopo aver esposto in passato striscioni a favore dei terroristi dell'IRA, oggi sostengono quelli che uccidono ebrei in Israele. Pierluigi Spagnolo strizza loro l'occhio con una scelta lessicale faziosa ("Una sanzione che diventa un gesto d'amore").

Ecco l'articolo:

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Le bandiere esposte dai tifosi del Celtic

Una sanzione che diventa un gesto d'amore, l'indice accusatorio trasformato in una mano aperta. Con questo spirito i tifosi del Celtic hanno raccolto quasi 200 mila euro in poche settimane, da destinare a due progetti per i bambini della Cisgiordania e Gaza, rinsaldando un legame che ha già visto la curva dei Bhoys a sostegno della causa palestinese. La Green Brigade, gli ultrà del Celtic, hanno risposto così all'inchiesta dell'Uefa (forse il preludio a una pesante multa, con la commissione disciplinare che si riunirà il 22 settembre) dopo lo sventolio di centinaia di bandiere della Palestina, al Celtic Park di Glasgow il 17 agosto, durante la sfida con gli israeliani dell'Hapoel Beer-Sheva, andata dei playoff di Champions, vinta dagli scozzesi 5-2 (risultato che ha permesso agli scozzesi di qualificarsi, nonostante lo 0-2 del ritorno).

Volantini fuori dallo stadio, bandiere e cori all'interno. I tifosi del Celtic l'avevano promesso e l'hanno fatto, ribadendo una scelta di campo nella vicenda israelo-palestinese, lasciandosi scivolare addosso le raccomandazioni della polizia scozzese e le minacce di sanzioni dell'Uefa, che non consente l'esposizione negli stadi di striscioni e bandiere di natura politica.

Multe Uefa «Nel supportare la Palestina, noi tifosi invochiamo il diritto democratico di esporre il nostro dissenso contro Israele, l'apartheid, il colonialismo. Noi siamo per la Palestina, per la giustizia, per la libertà e contro ogni forma di razzismo e di oppressione», hanno spiegato le Green Brigade sui loro profili social. Una posizione in linea con lo spirito di una comunità che affonda le radici nella cultura cattolica e repubblicana irlandese e nella lotta per l'indipendenza delle Sei Contee dell'Irlanda del Nord. Dopo la partita è nato l'hashtag #matchthefineforpalestine, che in poco più di due settimane ha raggiunto la straordinaria cifra di 200 mila euro. Dalla Palestina la risposta commossa è arrivata attraverso videomessaggi, indossando la maglia a righe orizzontali e con la proiezione del logo del Celtic sulla facciata di un palazzo di Ramallah. Per la tifoseria Celtic, magma di patriottismo e indipendentismo irlandese, mescolato con istanze di sinistra (la sintonia è alla base dell'amicizia con gli ultrà del Livorno e dell'Aek), quella in arrivo è la nona sanzione Uefa. Tra gli episodi clou, la multa ricevuta dal club dopo l'esposizione in curva dei volti del martire dell'IRA Bobby Sands e dell'eroe scozzese William Wallace, durante un Celtic-Milan del novembre '13.

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andrea.monti@gazzetta.it

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