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Tempi Rassegna Stampa
26.07.2011 Come i petrodollari comprano la cultura dell'Occidente
Commento di Giorgio Israel

Testata: Tempi
Data: 26 luglio 2011
Pagina: 8
Autore: Giorgio Israel
Titolo: «Ora coi petrodollari si compra persino la nostra cultura»
"Ora coi petrodollari si compra persino la nostra cultura" è il titolo dell'articolo di Giorgio Israel uscito su TEMPI di questa settimana. Interessante notare come le dichiarazioni riportate da Giorgio Israel provengano dal vicepresidente di quello che dovrebbe essere il partito 'liberale' egiziano.

                                                            Giorgio Israel

Il politico egiziano Ahmed Ezz El-Arab, vicepresidente del partito liberale Wafd, intervenendo in Ungheria a un convegno su democrazia e diritti umani, ha dichiarato che «la Shoah è una menzogna, il libro di Anna Frank un falso e gli attentati dell’11 settembre a New York made in USA». Ha persino aggiunto che, durante la guerra in Iraq, «soldati americani con nazionalità israeliana e di religione ebraica» avrebbero trafugato reperti del periodo della cattività babilonese e li avrebbero sotterrati a Gerusalemme sotto la moschea di Al Aqsa per rafforzare le pretese ebraiche sul Monte del Tempio. Purtroppo, questo è solo un esempio clamoroso di un negazionismo e di un odio antiebraico che si sta diffondendo nel mondo musulmano in quanto è visto come l’arma più efficace per mobilitare come alleata l’area dell’antisemitismo tradizionale che vive e prolifera in Occidente. Se l’argomentazione propagandistica si restringesse al tema specifico del conflitto mediorientale – magari anche ricorrendo a baggianate come l’accusa a Israele di fare una politica di apartheid – sarebbe spiacevole ma resterebbe entro i confini dello scontro politico. Invece, qui siamo di fronte all’uso spregiudicato – e anche infame, in quanto fa ricorso alle tematiche del peggiore negazionismo – dell’antisemitismo classico. Giulio Meotti ha raccontato su Il Foglio la vicenda della chiusura, presso la prestigiosa università statunitense di Yale del primo centro al mondo interamente dedicato allo studio scientifico delle forme dell’antisemitismo: la Yale Initiative for Interdisciplinary Study of Antisemitism. Il peccato mortale del centro è stato di parlare delle forme di antisemitismo che allignano nel mondo islamico e palestinese, e di aver promosso iniziative concernenti la democrazia in Iran, cui erano stati invitati numerosi dissidenti. Le pressioni degli ambasciatori dei paesi islamici e, in particolare, dei rappresentanti palestinesi si è fatta insostenibile e il centro è stato chiuso. Si dice che verrà riaperto un altro centro sulla stessa tematica, ma con esclusione di ogni riferimento a quel che accade nel mondo islamico e in Iran in particolare… Insomma, come al solito, si riesce a malapena a salvare gli ebrei morti. Quanto a quelli vivi peggio per loro. Peraltro a dissacrare gli ebrei morti ci pensano personaggi come Ezz El-Arab. Questa vicenda si connette al brulicare di antisemitismo nel mondo accademico inglese e alla “scoperta” che le più prestigiose istituzioni accademiche britanniche sono ostaggio dei petrodollari. Non è un caso che tutto questo avvenga nel contesto di una drammatica crisi economica dell’Occidente, in balìa dei mostri finanziari che esso stesso ha evocato e che non riesce a controllare, con l’Europa sotto il tiro della speculazione internazionale e gli Stati Uniti sull’orlo del “default”. In questa situazione, se non ci sono più i quattrini per sostenere il settore militare, figuriamoci se ve ne sono per sostenere l’istruzione. Così, i petrodollari islamici stanno comprando man mano tutte le istituzioni educative e culturali dell’Occidente. Quali usi ne vogliano fare è fin troppo chiaro. Fra questi usi emerge quello dell’antisemitismo come clava contro Israele, e contro l’Occidente stesso, sgretolandolo attraverso l’evocazione del “suo” antisemitismo e del mostro del negazionismo. In forme assai diverse, nel secolo scorso fu una crisi economica a devastare l’Europa e anche allora l’antisemitismo giocò un ruolo cruciale. Ma di questa passo sarà possibile parlare di questa storia soltanto attraverso le veline di Teheran.

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