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Tempi Rassegna Stampa
13.12.2008 L'antisemitismo gioca a carte scoperte
l'analisi di Giorgio Israel

Testata: Tempi
Data: 13 dicembre 2008
Pagina: 5
Autore: Giorgio Israel
Titolo: «Intellettuale cura te stesso»
Da TEMPI del 9 dicembre 2008, l'articolo di Giorgio Israel,

Secondo gli analisti sono molte le motivazioni dell’attacco dell’integralismo islamico a Mumbai. Esse si deducono dagli effetti, tra cui spicca l’indebolimento sia del governo indiano che di quello pakistano, con il rischio di un nuovo colpo di Stato in Pakistan che ne rafforzi la deriva verso l’islamismo e una sconfitta del governo indiano alle prossime elezioni con il rischio che venga messa in discussione l’alleanza strategica con gli Stati Uniti. Ma c’è un altro messaggio inviato con questo attacco e che è rivolto simultaneamente a Israele e all’Occidente. L’unico terrorista sopravvissuto, il pakistano Azam Amir Kasab, ha rivelato che la missione aveva due obiettivi: uno generale, e cioè mettere a ferro e fuoco la capitale economica indiana, e uno specifico, ovvero colpire gli israeliani. Non a caso israeliani ed ebrei hanno pagato un altissimo tributo di sangue: nove uccisi di cui otto nella Nariman House, il centro ebraico Chabad. La strage è stata compiuta con particolare efferatezza. Un medico indiano che ha effettuato l’esame dei corpi ha detto che gli israeliani erano stati legati e torturati ferocemente prima di essere uccisi. Le immagini della Nariman House trasmesse dalla televisione israeliana erano terrificanti: i muri erano letteralmente coperti di sangue e di colpi di proiettili.
È chiaro il senso di questi “messaggi”: il nostro obiettivo principale sono gli israeliani e gli ebrei e, se volete stare tranquilli, vi conviene rompere ogni legame con loro e abbandonarli al loro destino. Si noti che l’India è un paese in cui non esiste antisemitismo e che intrattiene buoni rapporti con Israele. Se un simile messaggio riuscirà a determinare effetti negativi nel caso indiano è difficile a dirsi. È un metodo che non ha funzionato con gli Stati Uniti, mentre ha funzionato in Europa con gli attentati a Madrid e a Londra, determinando timore nei confronti dell’islamismo e una presa di distanza nei confronti di Israele.
Non vogliamo ripeterci, ma tutti i segnali indicano che il 2009 sarà un anno molto difficile per Israele. La pioggia dei razzi Qassam da Gaza è ricominciata e nessuno se ne cura, come se fosse normale che uno Stato debba essere quotidianamente bombardato. L’attenzione degli ipocriti si è immediatamente appuntata sui nuovi blocchi messi in atto da Israele, facendo finta di non sapere che sono conseguenza della ripresa dei lanci missilistici. Si avvicinano le elezioni palestinesi e tutto il fronte si estremizza. Persino il “moderato” negoziatore dell’Autorità palestinese Ahmed Qurei (Abu Ala) ha avuto la sfrontatezza di dichiarare che non esistono legami storici tra ebrei e Gerusalemme. A suo dire un tempio ebraico a Gerusalemme non è mai esistito e la città è musulmana al cento per cento. Tra poco ci sentiremo dire che l’Antico Testamento è un falso dei sionisti. Insomma, l’ebraismo è l’unica religione al mondo che non ha il diritto di avere un suo luogo santo perché l’unico brandello che le rimane, il Muro Occidentale o Muro del Pianto è un falso, anzi è musulmano. Nessuno protesta contro queste infamie, mentre i missili piovono e Hezbollah esibisce i muscoli con esercitazioni militari sotto lo sguardo distratto della missione Onu. Frattanto, la Conferenza sul razzismo che si terrà a Ginevra prepara il terreno propagandistico per una denigrazione totale di Israele: la bozza preparatoria, curata da paesi come la Libia, promette di far rimpiangere Durban 2001. Mentre accadono queste cose terribili e altre nubi tempestose si addensano c’è chi si gingilla a litigare sulla preghiera del Venerdì Santo.

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