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Tempi Rassegna Stampa
12.06.2008 I due pesi e le due misure di Louise Arbour, commissario Onu per i diritti umani
accusa l'Italia di xenofobia, tace sull'Iran antisemita

Testata: Tempi
Data: 12 giugno 2008
Pagina: 1
Autore: Giorgio Israel
Titolo: «Il commissario Onu sgrida l’Italia “xenofoba” ma per l’Iran antisemita solo baci e abbracci»
Da TEMPI del12 giugno 2008:

In un discorso tenuto davanti al Consiglio dei diritti umani dell’ONU a Ginevra l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Louise Arbour ha denunciato il dilagare della xenofobia e dell’intolleranza in Europa a causa delle politiche di controllo dell’immigrazione, di cui sarebbero esempi la decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione clandestina e gli “attacchi” contro i campi rom. Per ora l’Italia non è uno dei numerosi paesi la cui legislazione considera l’immigrazione clandestina come un reato… Ma la Arbour ha precisato che aveva parlato dell’Italia perché si trattava dell’ultimo caso in ordine di tempo. Insomma, tutta l’Europa si starebbe trasformando in un continente razzista.
Giova ricordare chi è questa signora. Nel settembre 2007 partecipò a Teheran ai lavori di una conferenza su “i diritti dell’uomo e la diversità culturale”. Con il capo coperto dal velo islamico, la Arbour ascoltò senza battere ciglio la parola d’ordine del congresso: «l’offesa ai valori religiosi è da considerare come una forma di razzismo». Inutile dire che  l’intento era esplicitamente quello di mettere al bando ogni critica all’islam. Sempre in sua presenza il presidente Ahmadinejad rinnovò l’appello alla distruzione di Israele ovvero di un membro delle Nazioni Unite di cui la Arbour è “Alto” rappresentante. Il giorno seguente il regime iraniano mise a morte per impiccagione 21 oppositori tra cui alcuni minori. Richiesta di spiegare il suo silenzio di fronte a tante efferatezze, la Arbour disse che, in quanto giurista, era obbligata a rispettare le leggi iraniane e che non voleva «offendere i suoi ospiti»… Che cosa sia poi il Consiglio dei diritti umani è noto a tutti: una fra le organizzazioni internazionali più immorali e spudorate, composta da paesi come la Corea del Nord, la Libia, la Siria, il Sudan, la Cina e l’Iran. È un’organizzazione che assolve i suoi membri dei più efferati delitti, delibera a favore di paesi come Cuba ed ha come attività quasi esclusiva la condanna di Israele, è sede per elezione dell’antiamericanismo e dell’odio per l’Occidente. Il Consiglio dei diritti umani, con la complicità dell’“Alto” commissario, sta organizzando un convegno sul razzismo da tenersi a Ginevra nel 2009 che si propone di rinnovare i fasti di quella conferenza contro il razzismo che si tenne a Durban (Sudafrica) nel 2001, pochi giorni prima degli attentati alle Torri Gemelle, e che può ben essere considerata come il più efferato consesso razzista che si sia riunito nel corso dei primi otto anni del terzo millennio.
Questa è la persona che ha il coraggio di fare la predica all’Italia e all’Europa, mentre non trova un filo di voce – non soltanto a Teheran ma in nessun luogo al mondo – per deprecare il razzismo e l’intolleranza religiosa che dilaga nei paesi dominanti del suo Consiglio. Ormai non ci si stupisce più di nulla. E non bisogna stupirsi del fatto che da noi prontamente spuntino fuori gli appelli che denunciano il profilarsi di “qualcosa di terribile” con un linguaggio ridicolo se non fosse vergognoso: “deportazioni”, “roghi degenerati in veri e propri pogrom”, “riabilitazione del razzismo come reazione legittima a minacce reali o presunte”. Al pari della Arbour, i suoi fans non trovano mai un filo di voce per denunciare le stragi in Sudan o in Iran o le minacce di distruzione di Israele. Invece tuonano persino contro i monaci tibetani che opprimono la povera Cina, e contro il governo italiano che si appresta a costruire una catena di lager, o di Cpt, che è la stessa cosa. Invece, intercettare le telefonate di mezza Italia è prova di democrazia.

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