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L'Opinione Rassegna Stampa
20.05.2011 Fatah e Hamas: a morte i collaborazionisti di Israele
Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 20 maggio 2011
Pagina: 12
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Torture ed esecuzioni di palestinesi accusati di collaborazionismo. La gara fra Hamas e Fatah»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 20/05/2011, a pag. 12, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Torture ed esecuzioni di palestinesi accusati di collaborazionismo. La gara fra Hamas e Fatah ".


Dimitri Buffa

Centocinquanta denunce di tortura subite da civili palestinesi da parte degli sbirri dell’Anp nella West Bank e almeno duecento da parte degli sgherri di Hamas a Gaza. Poi: esecuzioni, linciaggi, taglieggi richieste di pizzo e altre amenità con cui viene vessata la popolazione civile locale.
Questa volta, sia pure a margine del rapporto annuale 2011, “Amnesty international”, che molti hanno ribattezzato “amnesy” in passato, per la scarsa attenzione con cui nei propri statement venivano affrontate le violazioni dei diritti umani degli stati dittatoriali paragonata all’enfasi con cui venivano invece sottolineate quelle delle democtazie come gli Stati Uniti ed Israele, un capitoletto su come vengano torturati e uccisi a Gaza e nella West Bank gli inermi palestinesi accusati di collaborazionismo con lo stato ebraico, ce l’hanno messo.
La relazione afferma che a Gaza, i tribunali militari e penali abbiano condannato a morte almeno 11 persone nel 2011. 

Cinque palestinesi, in particolare, sono stati giustiziati da Hamas  e “le prove non hanno rispettato gli standard internazionali del giusto processo.” Hamas è stato anche accusato di avere utilizzato  “procuratori e giudici ‘alternativi’ che non avevano un'adeguata formazione, qualificazione e l'indipendenza dal potere politico ”.
La relazione ha fornito dettagli sui diversi casi di tortura commessi contro i detenuti in Cisgiordania e Striscia di Gaza. Come si diceva ci  sono state denunce di oltre 150 persone che hanno affermato di essere state torturate nelle segrete usate alla bisogna da parte della Anp in Cisgiordania e altre 200 da parte di Hamas a Gaza.
Un uomo, Mohammed Abu-Moailek, ha riferito di essere stato torturato in una prigione di Gaza con scosse elettriche e bruciature di sigaretta e questo per l'accusa di collaborare con Israele.
Il documento ha anche affrontato la libertà di espressione e ha rilevato numerosi casi di arresti di giornalisti stranieri. Si fa l’esempio di  “Paul Martin, un giornalista inglese, è stato arrestato a febbraio da parte delle autorità di Hamas a Gaza dopo aver cercato di aiutare un uomo accusato di 'collaborazione' con Israele.”
Si parla inoltre della prigionia ormai più che quinquennale del soldato  israeliano Gilad Shalit, a cui sono state negate le visite della Croce Rossa dai suoi carcerieri di Hamas.
 Israele è stato criticato soprattutto per il blocco navale di Gaza, i posti di blocco militari in Cisgiordania e per la  pretesa mancata assistenza medica ai palestinesi. Tutte accuse di repertorio spesso non verificate e promananti da sole fonti palestinesi, quando non da miliziani di hamas veri e  propri. Israele ha più volte negato queste circostanze e d’altronde anche il rapporto Goldstone è stato sconfessato dal proprio autore, sia pure solo parzialmente. Così come sono stati gli uomini di Hamas ad ammettere che durante l’operazione “piombo fuso” dei mille e passa morti tra i palestinesi almeno il 75% era composto da guerriglieri e attivisti di hamas e il resto prevalentemente da povera gente usata come scudo umano. “Amnesty” rimane ancora “amnesy” quando deve occuparsi del fenomeno dell’ “Intrafada”, cioè la vera e propria guerra civile strisciante che va avanti dal 2006 e di cui altre fonti palestinesi negli scorsi anni hanno invece parlato. Un fenomeno che provocherebbe più di duecento morti ammazzati l’anno. Inoltre scotta il caso del pacifista Vittorio Arrigoni, di cui nessuno ha il coraggio di occuparsi, visto che hamas, al pari della mafia italo americana così come rappresentata nei film, prima lo ha fatto uccidere da questa fantomatica cellula salafita e poi ha eliminato anche i sicari. Di sicuro c’è solo che quando Arrigoni aveva cominciato a sponsorizzare sul proprio blog e nel proprio canale su you tube, e anche su facebook, il movimento dei giovani di Gaza, il cosiddetto “Gybo”, erano arrivate le prime minacce e le scomuniche anche dall’Italia da parte dei vari campi anti imperialisti. Per non parlare di alcune comunità di discussione su internet che fanno riferimento ad hamas quando non ne sono direttamente finanziate. Era stato indicato come un avventurista, uno che frequentava a Gaza “strana gente”. Così anche i compagni italiani di Arrigoni hanno più o meno consapevolmente indicato ai suoi carnefici di hamas l’ingenuo pacifista come un possibile bersaglio. E prima o poi questa storia verrà fuori in tutto il suo squallore che ricorda molto, mutatis mutandis, casi come quello di Alceste Campanile, o il sequestro di Carlo Saronio, e il movimento della sinistra extra parlamentare di Bologna e Milano ai tempi degli anni di piombo.

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