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L'Opinione Rassegna Stampa
25.03.2011 A Gaza slogan contro Hamas, ma anche contro Israele
Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 25 marzo 2011
Pagina: 9
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «I giovani di Gaza contro Hamas, ma anche contro Israele»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 25/03/2011, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "I giovani di Gaza contro Hamas, ma anche contro Israele".


Dimitri Buffa

“Né con Hamas né con Israele”. Ma contro tutti e due. Se si potesse inventare uno slogan per la inquieta gioventù di Gaza si potrebbe parafrasare quello ingiustamente attribuito a Leonardo Sciascia: “né con lo stato né con le Brigate Rosse”. Per non essere secondi ai fermenti giovanili rivoluzionari che hanno percorso il  Maghreb in questi ultimi mesi, anche i movimenti giovanili di Gaza hanno stilato un manifesto.
Le cui mozioni d’ordine sono più o meno queste: “Vogliamo tre cose. Vogliamo essere liberi. Vogliamo essere in grado di vivere una vita normale. Noi vogliamo la pace. È chiedere troppo?”
Il manifesto girà sui social network, e soprattutto su facebook, e anche in ciò non è difficile cogliere le analogie con gli altri movimenti giovanili arabi. Ma c’è un qualcosa, proprio nel manifesto, che rischia di costare caro a questi ragazzi che pure non fanno mistero del proprio odio anti israeliano e considerano l’operazione “Cast lead” di due anni orsono come una sorta di genocidio, anche se ormai è assodato che morirono quasi esclusivamente terroristi e  miliziani armati, oltre ovviamente agli scudi umani usati da hamas. Quel “qualcosa” lo leggiamo proprio nelle spiegazioni che vengono date nel blog: “Secolari, islamofobi, gente che divide, complici..siamo stati chiamati in tanti nomi, che abbiamo smesso di contare e ci siamo messi  a piangere. Sia i nostri sostenitori sia coloro che hanno giurato di distruggerci sembrano essersi fermati a una sola cosa contenuta nel nostro manifesto: "Fuck Israele. Fuck Hamas. Fuck Fatah. Fuck le Nazioni Unite. Fuck l'UNRWA. Fuck USA! ". E non importa quanto abbiamo cercato di spiegare sulla nostra pagina di Facebook, invano.”
In effetti il messaggio era forte, ma tutt’altro che oscuro: “Sì, noi denunciamo i nostri politici  perché il loro odio reciproco li divise anche durante la commemorazione del primo anniversario del massacro di “Cast Lead”, mentre una folla di palestinesi di tutte le fazioni era unita con il martirio, il dolore e l'amore per la Palestina .” Poi si spiega che “sì è vero tutti abbiamo votato per hamas a Gaza perché stanchi della corruzione nell’Anp..”, ma oggi la “corruzione dei politici” è tornata a quei livelli.
 E in più “abbiamo perso anche ogni libertà..”
Ergo? “Nessuno ci aiuta, chiedendo a noi di tenere la bocca chiusa sulle nostre questioni politiche.” Tutte parole sacrosante, che però fanno a cazzotti con il pregiudizio anti israeliano di cui i giovani di Gaza si affrettano a proclamarsi seguaci. Insomma, cari giovani di Gaza, la verità è semplice: non vi resta che chiedere asilo politico a Israele. E’ questa la conclusione cui presto arriverete.

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