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L'Opinione Rassegna Stampa
28.05.2010 Le Coop si spezzano ma non si spiegano
L a cronaca di Dimitri Buffa, Il commento di Fiamma Nirenstein

Testata: L'Opinione
Data: 28 maggio 2010
Pagina: 1
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Le Coop si spezzano ma non si spiegano»

Dopo due paginone di pubblicità sui quotidiani, una ieri e una oggi, la seconda diversa dalla prima, la Coop ritorna magicamente pulita, niente boicottaggio, ma quando mai, we love Israel, peccato che su quella di ieri degli avanzi di boicottaggio ci fossero, e i lettori attenti se ne accorgono dei tentativi di cancellare la orrida figura fatta da COOP/CONAD.
La dicano giusta, non  si aspettavano una reazione simile, immaginavano gli italiani intossicati e cloroformizzati dalla propaganda anti-israeliana. E invece no, hanno dovuto fare marcia indietro, un po negando, un po' simulando.
Gli serva da lezione.'
Riprendiamo dall' OPINIONE di oggi, 28/05/2010, a pag.1-7, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Le Coop si spezzano ma non si spiegano".
Segue il comunicato di Fiamma Nirenstein:


 Comprare un¹intera pagina del ³Corriere della sera², la 12 dell¹edizione di
ieri, per riuscire a non aggiungere nulla a quanto già scritto dagli altri
giornali, e in primis da ³L¹opinione², nei giorni scorsi a proposito di
questo assurdo comportamento ai danni delle merci provenienti da alcune zone dello stato di Israele.
La ³Coop² si spezza ma non si spiega e intanto, in  questo clima anti
israeliano, tra boicottaggi, equilibrismi linguistici e campagne di odio
vere e proprie, come quelle promosse da ³Stop Agrexco² e da ³Forum
Palestina², cominciano ad arrivare le minacce di morte o le promesse di una
³nuova vita dopo la conversione ad Allah² ai membri del comitato
parlamentare per l'indagine conoscitiva sull'antisemitismo. A cominciare
dal Fiamma Nirenstein,  ma comprendendo tutti gli altri membri: Paolo
Corsini (Pd), Renato Farina (Pdl), Raffaele Volpi (Lega Nord) ed Enrico
Pianetta (Pdl).
Ad esempio su  ''http://holywar.org'' si invita alla ³resistenza contro i
servi della mafia ebraica che difendono lo stato nazista di Israele e che
criticano l'antigiudaismo razzista². Tra i reprobi al solito si distingue
l¹ex editorialista dell¹ ³Avvenire² Maurizio Blondet.
Le minacce al comitato non sono sempre così esplicite e dirette. Molti siti
pubblicano frasi intimidatorie camuffate da allusioni esplicite: '²Dobbiamo
pregare per la conversione di Fiamma Nirenstein e la sua salvezza in un
altro mondo². O anche :²Occorre una kamikaze dell'anima che si lasci morire
per la salvezza dell'anima di Nirenstein². Insomma questa è l¹atmosfera che
si respira.
Il comunicato della Coop, per il quale si sono spesi una 50ina di migliaia
di euro per metterlo in grande rilievo sul ³Corrierone², è una capolavoro di
ipocrisia. Prima si spiega che ³i punti vendita Coop distribuiscono
regolarmente i prodotti provenienti da israele². E si dice che l¹allarme
lanciato sarebbe ³ingiustificato². Ma il secondo capoverso smentisce il
primo: ³..Coop è abitualmente rifornita di merci provenienti dai territori
dello stato di Israele, e solo su datteri ed erbe aromatiche sono in corso
ulteriori verifiche².
Se l¹italiano e la logica non sono quindi un¹opinione ³non tutti i prodotti²
provenienti da Israele sono distribuiti da Coop. La Coop dialoga con questi
pseudo utenti dei propri supermercati, professionisti dell¹istigazione al
boicottaggio, con lettere scritte dal loro responsabile qualità dove si usa
il ³voi² per giunta con la maiuscola, roba che nemmeno per chiedere un mutuo
in banca.
Ma il danno di immagine della Coop, e anche della Conad (che però almeno  ha
fatto una precipitosa marcia indietro ³senza sé e senza ma², e soprattutto
senza ³pretendere di avere ragione², come si dice a Roma) sta diventando
ogni giorno più evidente.
Ieri proprio dal Comitato di indagine sull¹anti semitismo della Nirenstein
era arrivato un secco comunicato: ³Oggi a piena pagina su alcuni quotidiani
troviamo una dichiarazione della Coop che afferma che sui propri scaffali si
trovano i prodotti israeliani da loro "regolarmente distribuiti". La Conad a
sua volta ci ha fornito analoghe assicurazioniSle Coop e le Conad avevano
infatti risposto positivamente (come per altro ancora risulta dal sito di
"Stop Agrexco") all'invito di un gruppo di Ong anti-israeliane ad eliminare
tutti i prodotti provenienti dello stato ebraico per il sospetto che lo 0,4%
dei prodotti importati dalla società "Agrexco", provenisse dai territori
contesi del West Bank.²
³Non ci risulta ­ sottolinea il comunicato -  che questo puntiglio di
tracciabilità sia applicato a nessun altro stato fornitore di queste catene
e constatiamo dunque che almeno le Coop, stando alle loro affermazioni,
seguitano ad applicare un elemento di discriminazione nei confronti dello
Stato d'Israele. Elemento ribadito ancora oggi nell'annuncio sui quotidiani,
nel quale è riportato che su alcune merci sono in corso ulteriori
verifiche².
Insomma una maniera gentile per dire alla Coop: ³potevate risparmiarvi i
soldi delle pagine a pagamento sui giornali².
E ieri c¹è stato anche un appello alla senatrice a vita Rita Levi
Montalcini, notoriamente di religione ebraica, nonchè all¹attrice Luciana
Littizzetto, rispettivamente beneficiaria di soldi della Coop per la propria
Fondazione e volto della pubblicità per la stessa catena, affinchè prendano
posizione su questa brutta vicenda.
Un appello affinchè ³chiedano a Coop e NordiConad di desistere da una scelta
'suicida¹, che farebbe più danni agli italiani che ad Israele². ³La
posizione - aggiungono - è talmente faziosa che non merita neppure di essere
discussa². Secondo i firmatari, ³il provvedimento di Coop e NordiConad
dovrebbe piuttosto applicarsi a tutti i Paesi dove non sono rispettati i
diritti umani fondamentali, dove le libertà individuali sono violate o
inesistenti, dove la censura non permette al mondo e neppure alle
organizzazioni umanitarie di verificare le condizioni di vita della
popolazione².
La lettera è firmata da Vito Kahlun (responsabile giovanile del Pri),
Maurizio Gasparri (capogruppo PDL al Senato), dai deputati del Pdl Benedetto
Della Vedova, Aldo Di Biagio, Fiamma Nirenstein, Andrea Orsini ed Enzo
Raisi, dal deputato dell'Api Gianni Vernetti, dal giornalista ed ex deputato
Pd Peppino Caldarola, da Piercamillo Falasca (Vice-presidente di
Libertiamo), da Angelo Moscati (Presidente Bene berith giovani), da Carmelo
Palma (Direttore di Libertiamo.it), dal giornalista Angelo Pezzana, da
Giuseppe Maria Piperno (Presidente Unione dei Giovani Ebrei Italiani), da
Filippo Rossi (Direttore Farefuturo webmagazine), da Sergio Rovasio
(Segretario dell'Associazione Radicale ³Certi Diritti², da Alberto Tancredi
(Presidente Associazione Romana Amici d'Israele) e da Sofia Ventura
dell¹Università di Bologna. Da notare che neanche un esponente del Pd o
dell¹Idv ha per ora sottoscritto l¹appello.

Il comunicato inviato ieri pomeriggio da Fiamma Nirenstein:

 M.O., deputati: bene Coop ma restano elementi discriminatori

 

 

In una nota congiunta i deputati del Pdl Nirenstein, Orsini, Zacchera, Raisi, Pianetta, Farina, Vernetti (Api) e Corsini (Pd) dichiarano:

 


“Oggi a piena pagina su alcuni quotidiani troviamo una dichiarazione della Coop che afferma che sui propri scaffali si trovano i prodotti israeliani da loro "regolarmente distribuiti". La Conad a sua volta ci ha fornito analoghe assicurazioni. Ne prendiamo atto con soddisfazione, dal momento che queste posizioni pubbliche seguono una campagna di cittadini e rappresentanti delle istituzioni che in questi giorni hanno protestato per le decisioni discriminatorie delle due catene di supermercati. Le Coop e le Conad avevano infatti risposto positivamente (come per altro ancora risulta dal sito di "Stop Agrexco") all'invito di un gruppo di Ong anti-israeliane ad eliminare tutti i prodotti provenienti dello stato ebraico per il sospetto che lo 0,4% dei prodotti importati dalla società "Agrexco", provenisse dai territori contesi del West Bank.
Non ci risulta che questo puntiglio di tracciabilità sia applicato a nessun altro stato fornitore di queste catene e constatiamo dunque che almeno le Coop, stando alle loro affermazioni, seguitano ad applicare un elemento di discriminazione nei confronti dello Stato d'Israele. Elemento ribadito ancora oggi nell'annuncio sui quotidiani, nel quale è riportato che su alcune merci "sono in corso ulteriori verifiche”.

 

Roma, 27 maggio 2010

 

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