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L'Opinione Rassegna Stampa
27.03.2010 I giudici che assolvono i cattivi maestri
L'articolo di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 27 marzo 2010
Pagina: 5
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «I giudici che assolvono i cattivi maestri»

Sull' OPINIONE di oggi, 27/03/2010, con il titolo " I giudici che assolvono i cattivi maestri ", l'analisi di Dimitri Buffa.


è solo un piccolo arbusto....

Da oggi sappiate che qualunque insegnante, magari di storia, di vostro figlio può rifiutarsi di parlare in classe dell¹Olocausto degli ebrei durante la seconda guerra mondiale e di volere commemorare il 27 gennaio il giorno della Memoria.
Magari con la bieca motivazione che "gli israeliani usano la shoà per creare nell¹opinione pubblica un clima sempre più favorevole alla politica israeliana, aggressiva e militarista nei confronti del popolo palestinese e dei paesi arabi confinanti".
C¹è poco da fare, una legge per condannare penalmente i "cattivi", anzi pessimi, maestri che indottrinano i propri alunni all¹odio anti israeliano, border line con quello anti semita, in Italia non esiste perché non la si è voluta fare. E anche i giudici civili e del lavoro tengono conto di questo vuoto legislativo. E per questo non deve neppure suscitare tanto entusiasmo auto celebrativo, come invece è subito avvenuto da parte del noto Claudio Moffa, professore che non se ne perde una di occasione per assumere atteggiamenti pubblici provocatori contro Israele, il fatto che sia stato reintegrato nell¹anzianità di servizio il professor Renato Pallavidini che si era rivolto al giudice del lavoro Daniela Paliaga di Torino per venire "riabilitato" dopo la perdita di un anno di anzianità comminatogli dalla amministrazione scolastica torinese nel 2007 in seguito alle denunce di molti genitori che il 27 gennaio di quell¹anno vennero a conoscenza dell¹ostinato rifiuto da parte del docente di volere celebrare in classe la giornata delle Memoria né tantomeno di volere parlare dell¹Olocausto come episodio storico.
L¹interessato ammise davanti al giudice l¹addebito addirittura rivendicandone le ragioni. Si legge infatti nel documento che " il ricorrente ha riconosciuto al riguardo di aver avuto, nella classe prima E il giorno 26 gennaio 2007, una discussione con alcuni studenti scaturita da una richiesta di un¹alunna in ordine al motivo per cui egli non celebrasse il giorno della memoria: di aver detto che "a mio insindacabile giudizio, era celebrativa e strumentale: serviva ormai solo a creare nell¹opinione pubblica un clima sempre più favorevole alla politica israeliana, aggressiva e militarista nei confronti del popolo palestinese e dei paesi arabi confinanti"  (doc. 4 ricorrente)
Non basta, il Pallavidini ha anche riconosciuto ".. di aver quindi detto, a seguito dell¹affermazione di un altro studente secondo cui Hezbollah era un gruppo terroristico e che l¹Iran voleva la distruzione di Israele, che "Hezbollah era un esercito partigiano di popolo e che il presidente iraniano non vuole la distruzione di Israele e che questa è tutta propaganda occidentale, la sua analisi dei rischi di dissoluzione dello stato di Israele è tutta diversa da quanto propongono i media." "Dissi loro- ha riferito Parravidini al giudice - che Ahmadinejad era un presidente democraticamente eletto ed era un punto di riferimento della lotta antimperialista internazionale come il presidente Chavez". L¹addebito contestato al prof per lettera parlava di avere "abusato della funzione rivestita al fine di far valere le proprie visioni politiche con affermazioni riguardanti la ³giornata del ricordo² in contrasto con le prescrizioni e le finalità contemplate nella legge n. 211 del 20 luglio 2000" abuso che si sarebbe concretizzato anche con "comportamenti intimidatori nei confronti degli studenti".
Il giudice però ha deciso così: "appare essenziale a questo punto sottolineare come la presente decisione ha ad oggetto unicamente la rilevanza disciplinare delle affermazioni che possono ritenersi accertate e dunque, facendo ben attenzione a non scivolare sul piano del giudizio personale, storico o politico, deve limitarsi a verificare se il docente abbia o meno travalicato i limiti di quelle libertà costituzionali di manifestazione del pensiero e di insegnamento"
Belle parole, ma queste "libertà costituzionali" si possono esercitare falsificando la storia ?
A quanto pare sì, basta che non si facciano pressioni indebite sugli studenti. E di queste la prova non è stata portata né dal ministero, né dalla scuola, né dai genitori. Qualcuno aveva infatti affermato che il prof avesse anche detto che ".. il presidente dell¹Iran avrebbe ragione a volere la distruzione di Israele" e che "Hezbollah sarebbe il suo idolo politico".
Interrogato Pallavidini ha negato questo addebito e ai suoi alunni il magistrato non ha voluto credere.
Resta la sostanza di tutta questa cosa un po¹ squallida in cui un prof viene salvato dalla burocrazia formalista di una certa parte della magistratura del lavoro la quale esclude che i suoi "cattivi insegnamenti²"possano avere effetti negativi sugli allievi. Perché le sue opinioni "sono state manifestate a studenti di liceo classico ­ dunque ben in grado per età e preparazione culturale e come dimostra il dibattito in cui si sono inserite ­ di riceverle come tali e distinguerle dall¹insegnamento."
Che è come dire che siccome gli studenti sono bravi e preparati allora il professore può anche spararle grosse e inventarsi la storia. Inoltre quelle espressioni "non sono state pronunciate nel contesto di una lezione (che riguardava tutt¹altro) ed allo scopo di determinarne l¹apprendimento acritico da parte degli studenti, bensì nell¹ambito di una breve discussione provocata da specifiche domande degli studenti stessi " 
Grazie a questa sentenza, adesso il prof "reietto" torna vincitore nella stessa scuola dove aveva fatto danni e tutti i suoi ammiratori anti israeliani sul web già si sentono autorizzati a farne un eroe dell¹odio anti israeliano e sotto sotto anti semita.

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diaconale@opinione.it

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