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L'Opinione Rassegna Stampa
21.03.2009 Le spose bambine dell'Islam
La denuncia di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 21 marzo 2009
Pagina: 9
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Spose bambine: la pedofilia islamically correct»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 21/03/2009, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Spose bambine: la pedofilia islamically correct ".

C’è un’odiosa forma di pedofilia di cui nessuno parla forse perché ha tutte le caratteristiche dell’ “islamically correct”: quella delle cosiddette spose bambine. Il paese più colpito è l’Arabia saudita, dove abbastanza recentemente, lo scorso 20 dicembre, un tribunale ha negato a una bambina di 8 anni di divorziare dal marito padrone. Il tutto avveniva nella zona di Unayzah, città a 220 chilometri a nord di Ryad. Ma anche l’Iran non scherza, prendendosi la sua parte di responsabilità nei quasi 60 milioni di spese bambine che finiscono per moglie al proprio orco. Fu, nei suoi scritti, l’Ayatollah Khomeini, a suo tempo, seguendo la solita tradizione alla lettera della religione islamica, a stabilire in anni 9, quelli che aveva Aisha quando andò in sposa a Muhammad, l’età minima per contrarre questo tipo di matrimoni. Ora però i tempi, dall’epoca delle conquiste islamiche, come anche da quelli mitici della Bibbia o dei Vangeli, sono cambiati. E così come chi uccide in nome della fede viene chiamato “assassino” o “terrorista”, chi tenta di avere rapporti con una bambina di 8 o 9 anni, sia pure “sposandola” (cioè comprandola dalla famiglia, magari anche con la formula del “matrimonio a ore”) commette due reati: la pedofilia e il favoreggiamento della prostituzione minorile. Anzi infantile. Detto questo come lo si risolve il problema in paesi dominati da teocrazie e dal fanatismo islamico, oltre che da una cultura patriarcale per cui i padri si possono tranquillamente impossessare biblicamente delle bambine che hanno l’età delle figlie o anche delle nipoti? Un rapporto speciale del ministero della salute saudita affermava che i matrimoni di spose - bambine erano “una delle principali cause dell’insorgenza di problemi fisici e psicologici … e per l’aumentata incidenza di malattie all’interno della famiglia e della società, che sono un fardello per il sistema sanitario”. Fra i problemi fisici menzionati nel rapporto c’erano problemi mestruali, infertilità e problemi vaginali, così come osteoporosi e frequenti tagli cesarei dovuti a gravidanze e parti di donne troppo giovani. Per quanto riguarda i problemi psicologici, il rapporto affermava che il precoce allontanamento dall’amore materno e la repentina fine dell’infanzia causavano ansietà e problemi di coppia, fra le altre difficoltà. E benchè una più recente sentenza, di cui ieri dava conto qualche agenzia, riguardante una bimba di dodici anni stavolta abbia dato torto al marito padrone, la verità è che questa odiosa forma di legittimazione della pedofilia in contesti di cultura arabo – islamica nessuno all’Onu la mette in dubbio per non creare attriti diplomatici con i paesi su menzionati. Chissà? Invece di fare Durban II per riprovarci a far passare al Palazzo di Vetro, come accadde nel 1975, il concetto di “sionismo uguale razzismo”, forse sarebbe stato più utile a tutte queste ong di no global che odiano Israele e amano i paesi arabi, organizzare un bel convegno da chiamare “Teheran uno”. O anche “Ryad uno”. Argomento? “Islam e pedofilia”.

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