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L'Opinione Rassegna Stampa
12.03.2009 Le dichiarazioni di Rami 'Aleiq, ex capo del Sindacato degli Studenti di Hezbollah
La cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 12 marzo 2009
Pagina: 9
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Il partito di Dio e le prostitute bambine dei terroristi»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 12/03/2009, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Il partito di Dio e le  prostitute bambine dei terroristi " contenente le dichiarazioni di Rami 'Aleiq, ex capo del Sindacato degli Studenti di Hezbollah. Ecco l'articolo:

Tre sono le cose che hanno contato di più per me quando stavo negli Hezbollah: Allah, l’odio verso Israele e le  prostitute. Ora che non sono più un guerrigliero però, la vita la vedo da altri punti di vista”.
La confessione televisiva  di Rami ‘Aleiq, ex-capo del Sindacato degli Studenti di Hezbollah presso l’Università Americana di Beirut, mandata in onda su Rotana Music TV,  da qualche giorno grazie a “Youtube” è diventata un vero e proprio tormentone in Libano e sembra che qualcuno abbia cominciato a  capire di che pasta sono fatti gli hezbollah. Tanto che gli uomini di Nasrallah presenti nel governo Siniora adesso chiedono la censura della rete internet perché, dicono, “questo giovane è un pessimo esempio per tutti i suoi coetanei in Libano che hanno aiutato la resistenza contro Israele.” Nonché “un insulto per i martiri che hanno perso la vita nella vittoriosa guerra del 2006”.
Ma che aveva detto Rami di così scandaloso da provocare la reazione dei barbuti stipendiati da Teheran? Ad esempio, ha ammesso su domanda dell’intervistatore, di avere accoltellato da giovane la sorella  “perché non voleva portare lo hijab”. Poi ha fatto di peggio come “accusare la propria famiglia di apostasia, dicendo che erano degli infedeli e dei peccatori”.
A questo punto l’intervistatore gli chiede: “Una visione così criminale del mondo … chi te l’ha instillata?”
E l’ex hezbollah risponde: “… questo è un prodotto della società. È stato preso dalla strada. Tre cose hanno influenzato la mia personalità così come influenzano la personalità di ogni adolescente o ragazzo…”
Al che l’intervistatore lo incalza: ““Prendere a coltellate non è un crimine?”
E lui: “Preso isolatamente è un crimine. Ma ci sono circostanze sociali dietro ai crimini. Io ero solo un ragazzo, un minorenne. Un ragazzo è influenzato dalla scuola, dalla strada e dalla casa. L’influenza della cultura della strada ha prevalso.”
Poi Rami racconta la sua semi conversione al cristianesimo che gli ha salvato la vita allontanandolo dal Libano: “Sì. Sono stato battezzato con l’acqua santa. L’ho fatto di mia volontà, ma devo chiarire che non mi sono convertito dall’Islam al Cristianesimo. Ho mantenuto la mia fede islamica e ancora lo faccio. Ho aggiunto la via cristiana alle mie pratiche religiose, perché faccio distinzione fra religione e fede. La fede non ha identità. Lo scopo della religione è quello di raggiungere la fede, di raggiungere Dio.”
Poi l’intervistatore gli chiede:  “Nel tuo libro, scrivi: ‘Quando facevo dei viaggi, andavo segretamente, assieme a dei giovani amici, nel quartiere Al-Marja di Damasco. Andavamo in un hotel per fare sesso con delle prostitute per 500 lire siriane per mezz’ora’. Per giustificare questo, tu scrivi: “Nessuno di noi aveva dei contatti fisici con la ragazza che aveva scelto senza prima firmare un contratto formale di matrimonio di piacere con lei’. Ma il matrimonio non deve essere caratterizzato da intenzioni pure? Non stavate ingannando Dio in questo modo?
Risposta: “Hai regione. Il matrimonio di piacere significa ingannare Dio e noi stessi. Sono contrario a questo modo di relazionarsi al sesso e alle donne.”
Al che l’intervistatore gli chiede: “Come hai osato firmare un contratto di matrimonio di piacere con una bambina di nove anni?”
Risposta: “Nella nostra cultura, per potere toccare una ragazza o una donna, ci deve essere un contratto di matrimonio di piacere.
Intervistatore: “Stiamo parlando di una bambina di nove anni...”
Rami ‘Aleiq: “Certamente. Nell’Islam, e questo è ciò che ci è stato insegnato, una ragazza diventa matura all’età di nove anni. Questo è vero sia per i sunniti sia per gli sciiti. Ti stai focalizzando sull’Islam sciita, perché io sono sciita, ma, secondo la giurisprudenza religiosa, una bambina diventa matura all’età di nove anni. Questo è da dove ho preso questa idea. Io ero un bambino e lo stesso era lei e così non ero autorizzato a toccarla se non formavo con lei il tipo di relazione che rendeva questo possibile”.

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