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L'Opinione Rassegna Stampa
04.03.2009 Da 1000 giorni nelle prigioni di Gaza: che ne sarà di Gilad Shalit ?
L'analisi di Michael Sfaradi

Testata: L'Opinione
Data: 04 marzo 2009
Pagina: 5
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Caso Shalit: 1000 giorni di prigionia»

Sull'OPINIONE di oggi, 04/03/2009, l'articolo che segue di Michael Sfaradi:

Una lettera da Shalit il primo impegno ottenuto da Sarkozy di Michael Sfaradi

Secondo voci bene informate Abu Mussa Marzuk, esponente di rpimo piano del movimento terroristico palestinese Hamas, durante la sua recentissima visita nella striscia di Gaza si è incontrato con i dirigenti della sezione militare del movimento terroristico, in poche parole coloro che detengono il caporale israeliano Ghilad Shalit. Durante questi incontri è entrato in possesso di una lettera che lo stesso caporale ha scritto alla famiglia. Dovrebbe trattarsi della risposta alla missiva che il padre cercò, tempo addietro, di fargli pervenire tramite il Presidente francese Nicolas Sarkozy.
In questi giorni notizie sul suo rilascio, in cambio di oltre 1000 terroristi palestinesi, alcuni condannati a diversi ergastoli per attentati che sono costati la vita a decine di civili inermi, hanno riempito le pagine dei giornali anche se, di fatto, la trattativa fra Israele e Hamas è entrata in uno di quei stalli politici di difficile soluzione. Stallo dovuto alla completa manc anza di notizie sulla salute del ragazzo e a nessuna prova della sua esistenza ancora in vita. Dopo che Ehud Goldwasser ed Eldad Reghev sono stati riconsegnati dentro due bare e che nessuno sapeva che erano morti, il governo israeliano, questa volta, vuole delle certezze prima di procedere agli accordi per lo scambio dei prigionieri; non può permettersi un altro tragico epilogo di questo tipo, ed è proprio su queste richieste che le trattative si sono arenate. Esemplare è stata la presa di posizione del presidente francese Sarkozy nel discorso pronunciato durante l'assemblea dei paesi donatori dei fondi per la ricostruzione di Gaza a Sharm el Sheik. Appellandosi al fatto che Gilad Shalit ha doppia cittadinanza sia israeliana che francese, Sarkozy ha messo bene in chiaro che dal suo punto di vista Hamas detiene illegalmente un cittadino francese, per usare le sue parole "UN COMPATRIOTA". Il tono di voce usato durante il discorso, in particolare nella parte che riguardava proprio il destino del caporale Shalit, ha fatto chiaramente capire che le sue non erano parole di circostanza ma un punto sul quale la Francia, al pari di Israele, non intende cedere. Essendo la Francia uno dei principali donatori per la ricostruzione della striscia di Gaza la sua posizione ha cambiato il clima della riunione costringendo anche le altre nazioni europee a riconsiderare il loro comportamento in modo da costringere l'organizzazione terroristica palestinese a cambiare atteggiamento al riguardo della "questione Shalit". Non è stato detto e neanche sussurrato ma sembra proprio che gli aiuti francesi siano condizionati dal rispetto da parte di Hamas delle convenzioni di Ginevra, fino a questo momento completamente disattese, ed al rilascio del caporale nel più breve tempo possibile. Questa tattica potrebbe aver dato il suo primo frutto, infatti la notizia della lettera che il povero caporale ha scritto alla famiglia, è stata fatta trapelare subito dopo il discorso di Sarkozy. Il riconoscimento della calligrafia da parte degli esperti potrebbe essere quella prova della sua esistenza in vita che Israele richiede inutilmente ormai da molto tempo e potrebbe sbloccare così la trattativa. Visto il susseguirsi degli eventi in Israele crescono le speranze di poter rivedere presto Ghilad a casa dalla sua famiglia ma, purtroppo, la storia insegna che in questi casi bisogna sempre aspettare ed è lecito iniziare i festeggiamenti soltanto nel momento in cui il caporale Shalit rientrerà in patria; il rischio di grandi delusioni è estremamente alto.
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diaconale@opinione.it

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