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L'Opinione Rassegna Stampa
26.09.2008 L'Iran non è pericoloso ? Mai detto
la smentita di Yehoshua commentata da Alessandro Litta Modignani

Testata: L'Opinione
Data: 26 settembre 2008
Pagina: 0
Autore: Alessandro Litta Modignani
Titolo: «Yehoshua: “Mai detto che l’Iran non è pericoloso”»
Da L'OPINIONE del 26 settembre 2008, un articolo di Alessandro Litta Modignani:

Abraham Yehoshua ha dovuto precisare “con grande rammarico” che nell’intervista pubblicata su La Stampa di lunedì scorso, a firma di Farian Sabahi, “ci sono alcuni errori”. Errori macroscopici, aggiungiamo noi, tali da indurre molti commentatori a giudizi assai severi sulle opinioni dello scrittore israeliano, fra i quali quello pubblicato da questo giornale a pagina 11, il giorno successivo. “Non ho mai detto che l’Iran non è un pericolo per Israele - sottolinea Yehoshua, smentendo così il senso generale dell’intervista, a partire dal titolo - Ho detto invece che l’Iran è un pericolo non solo per Israele, il che fa una bella differenza”. Israele, pur essendo il Paese più minacciato, sbaglierebbe ad assumersi l’onere di un intervento militare, è il ragionamento di Yehoshua, esponendosi da solo alle conseguenze di una nuova guerra. E’ l’intera comunità internazionale che deve farsi carico del problema, offrendo precise garanzie all’Iran in cambio della sua rinuncia al nucleare. “Quello dell’Iran è un problema internazionale e non tocca a Israele risolverlo, per conto del resto del mondo” ribadisce ancora. Insomma Israele non può e non deve essere lasciato solo di fronte alla minaccia iraniana, perché se lo facesse – con un’azione militare – altrettanto da solo sarebbe poi chiamato a subirne le conseguenze.

Quanto al paragone con la Germania nazista, Yehoshua insiste nel sottolineare le differenze, perché se l’Iran attaccasse Israele, “potrebbe confrontarsi con una reazione atomica”. Non si deve avere premura di accendere una miccia così terribile, è la conclusione di Yehoshua, che confida nelle intenzioni di Barack Obama di avviare un dialogo “concreto” fra Stati Uniti e Iran. Sin qui le opinioni di Yehoshua, condivisibili o meno, ma certamente assai diverse da quelle riportate nell’intervista, frutto – ci informa lo scrittore – di una conversazione telefonica di un mese fa. Resta da chiedersi come un simile stravolgimento del suo pensiero sia stato materialmente possibile. Un semplice infortunio giornalistico, di quelli che potrebbero capitare a chiunque ? Sembrerebbe proprio di no. “Non si tratta solo di mancanza di professionalità – è il parere di Angelo Pezzana, animatore della newsletter Informazione Corretta, che ha sollevato il caso – anche se è grave che un giornalista riporti in maniera scorretta le parole dell’intervistato”. Il vero problema, sostiene Pezzana è “l’abitudine della giornalista di presentare le vicende iraniane in modo assolutorio... Un lavoro di abbellimento in cui c’è cura, attenzione e anche abilità”. Pezzana critica La Stampa, un quotidiano che “non si era mai spinto così avanti”. Anche il titolo dell’intervista falsava completamente le parole di Yehoshua, accusa Pezzana, che invita i lettori a rileggersi l’intervista, la successiva smentita di Yehoshua, e a scrivere a La Stampa per chieder conto del comportamento scorretto dell’autrice dell’intervista, Farian Sabahi.

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