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L'Opinione Rassegna Stampa
23.02.2008 Il Monopoli politicamente corretto
nel quale Gerusalemme non è più la capitale d'Israele

Testata: L'Opinione
Data: 23 febbraio 2008
Pagina: 1
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Il Monopoli politicamente corretto»
Da L'OPINIONE del 23 febbraio 2008:

Il Tg1 delle 13,30 del 21 Febbraio ha trasmesso un servizio abbastanza curioso di Claudio Pagliara da Israele, sulle polemiche che si sono scatenate intorno al Monopoli.

Vi chiederete cosa c'entra il Monopoli con i problemi e le tensioni che caratterizzano gli attuali scenari mediorientali; non dovrebbe, ma, purtroppo per noi, chi ha interesse che l'attenzione non scenda mai, neanche per un secondo, sulle tematiche dello scontro arabo-israeliano, usa ogni cosa, importante o no, ai suoi scopi.


Tutto è cominciato, quando l'azienda produttrice del Monopoli, al fine di dare uno stimolo alle vendite del suo prodotto, ha indetto un gioco Online sul proprio sito, un Monopoli virtuale dove ai giocatori di tutto il mondo bastava sedersi davanti al computer collegarsi ad internet ed entrare nel sito dell'azienda produttrice del gioco per potersi misurare fra loro in partite internazionali spingendo semplicemente i tasti delle tastiere.

 

L'idea, anche molto simpatica, modificava il gioco mettendo nel Monopoli virtuale le città capitali di alcune nazioni al posto delle stazioni tradizionali della versione da tavolo, ad esempio:

Roma capitale d'Italia, Parigi capitale della Francia e così via, fino ad arrivare a Gerusalemme capitale d'Israele.

Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Migliaia di e-mail di protesta, provenienti da server di Nazioni Islamiche, hanno invaso il sito del gioco mandandolo in tilt. Secondo i mittenti delle missive scrivere "Gerusalemme capitale d'Israele" è stata un'offesa all'Islam perché, sono sicuri, la città santa tornerà presto in mano araba.

I curatori del sito sono stati costretti, o per interesse o per non fare la fine dei vignettisti danesi, a fare pubblica ammenda con immensa gioia di chi gode nel vedere l'Occidente debole e decadente prostrarsi ai loro piedi.

La dicitura "Capitale d'Israele" è stata immediatamente tolta e, nel giro di 24 ore, per non fare torto a nessuno, Londra non era più la capitale della Gran Bretagna, Parigi della Francia e Roma dell'Italia.

Probabilmente non ci rendiamo conto che noi occidentali, scusandoci e ridicolizzandoci anche per cose di piccolo conto, altro non facciamo che dare vigore a chi ci vede inermi e codardi e che non ci porta il rispetto che pretende.

Questi soggetti, che come al solito sembrano guidati da un'unica mente, sono molto bravi a mantenere acceso il fuoco delle polemiche alimentandole giorno dopo giorno con nuove argomentazioni e scuse varie, vere o fittizie, arrivando a volte, come in questo caso, a sfiorare il ridicolo.

Noi, deboli occidentali, schiavi del "politicamente corretto", non riusciamo più a capire quando una cosa è seria o no, quando è degna di risposta o presa di posizione o quando è il caso d'ignorarla completamente.

Siamo diventati completamente inermi, e anche quando accenniamo ad una risposta, il "politicamente corretto" c'impedisce di darla nei giusti termini. Termini che potrebbero offendere la suscettibilità dell'altra parte, termini che potrebbero indurre alcuni a reagire con conseguenze anche estreme.

Io che sono "Politicamente Scorretto" non posso non dire ciò che penso; cioè:

Gerusalemme è la capitale d'Israele, e quando le parti in conflitto raggiungeranno degli accordi di pace, speriamo il prima possibile, forse la Città Santa potrà avere funzione di capitale sia per Israele sia per il futuro Stato Palestinese.

Non è previsto in nessun accordo di pace, da Camp David a Oslo e neanche nella tanto martoriata "Road Map", un completo passaggio di Gerusalemme in mano Araba.

Questa eventualità potrebbe verificarsi solo con una nuova guerra che preveda l'annientamento dello stato di Israele, eventualità oggettivamente lontana dal poter essere realizzata senza la distruzione totale di diverse altre nazioni della regione.

Pertanto chi pensa ad una cosa di questo tipo, non solo non ha a cuore la pace nella regione, ma è un visionario che vive fuori della realtà.

Abbiamo il preciso dovere di spiegare, a chi fa finta di non capire, che la democrazia non è un regime dove a una delle parti è impedito di esprimersi in maniera chiara e totale, non è un incontro di pugilato dove uno dei due atleti gareggia con un braccio legato dietro la schiena.

La democrazia è confronto, libero e a pari dignità, la democrazia è una nostra conquista alla quale non vogliamo assolutamente rinunciare.

Dobbiamo far loro capire che non è prevista in nessuna regola di convivenza civile, fra le genti e le nazioni, che non si possa discutere ed affrontare qualsiasi argomento, con rispetto della controparte, ma senza auto-censure preventive che impediscano l'espressione dei pensieri.

Per questo, fatemelo dire, sono stufo che ci siano delle persone, alle quali viene data un'importanza che non meritano, che usano la libertà frutto della  nostra cultura e delle nostre conquiste, per creare da noi ed in noi un clima nel quale diventa sempre più difficile muoversi in libertà. Un clima nel quale si deve continuamente pesare ogni parola per timore che qualcuno possa offendersi o possa far finta di offendersi per poi costringerci ad umiliarci.


Per cui ripeto, nel sacro rispetto delle idee, delle religioni e di tutte le minoranze, smettiamola con questo "politicamente corretto" unilaterale, che altro non è che un tentativo di soffocare la nostra libertà.

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diaconale@opinione.it

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