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Italia Oggi Rassegna Stampa
25.12.2022 Periscopio 25/12/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 25 dicembre 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 25/12/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 25/12/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Zelensky tells Congress US aid is 'not charity,' vows Ukraine 'will never  surrender' | The Times of Israel
Volodymyr Zelensky

Buon Natale / e felice anno nuovo. /Speriamo sia un buon anno / senza timori né paure. John Lennon, Happy Xtmas (War is over).

Tra pochi giorni festeggeremo il Natale. A lume di candela, e non perché sia più romantico, no, ma perché non ci sarà elettricità. Milioni di persone non avranno né riscaldamento né acqua corrente. Ma non ci lamentiamo. Festeggeremo il Natale. Se i missili russi ci attaccheranno, se ci attaccheranno con i droni iraniani e la nostra gente dovrà andare nei rifugi antiatomici la Vigilia di Natale, siederemo comunque a tavola per le feste e ci rallegreremo a vicenda augurandoci, tutti, la stessa cosa: la vittoria. Volodymyr Zelensky parla al Congresso americano.

«Zelensky è il figlio di puttana dell’Occidente, per questo tutto gli è permesso»: lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando su Telegram il viaggio a Washington del presidente ucraino. repubblica.it 1

«La Corea del Nord ha completato una prima consegna di armi in Ucraina alla milizia privata russa Wagner che ha pagato per la fornitura». Lo ha detto il portavoce del Consiglio della sicurezza nazionale Usa, John Kirby, precisando che si tratta di «razzi e altre armi». Ansa.

«Wagner», dice [ancora] John Kirby, «spende 100 milioni al mese per la guerra e ha 50.000 uomini dispiegati: 10.000 contractor e 40.000 detenuti reclutati dalle carceri russe». repubblica.it 2

Putin rassicura i generali: «Avrete più soldati e più armi» Poi evoca il nucleare. Titolo del Messaggero.

Il 9 ottobre 1967 veniva ucciso in Bolivia Ernesto «Che» Guevara. Una vita dalla parte dei popoli oppressi. Una vita dalla parte giusta. Non dimentichiamo il suo esempio. Nicola Fratoianni, un tweet.

Sappiamo che ai tempi della crisi dei missili, tante volte evocata ultimamente, Che Guevara non era affatto contrario all’escalation fino alla guerra nucleare, e si arrabbiò molto con i sovietici per la decisione di ritirare i missili da Cuba. Francesco Cundari, Linkiesta.

Massacri, esecuzioni, stupri: le tremende violenze con cui gli ayatollah hanno risposto alle manifestazioni delle donne e dei giovani iraniani, fanno definitivamente crollare il discorso della diversità culturale, che pure tanta intellighenzia occidentale compiacente aveva concettualizzato. Senza contare che gli alleati migliori che aveva l’Iran, la Russia di Putin e il Venezuela di Maduro, sono diventati i paria della comunità internazionale. La democrazia liberale si è dimostrata [al contrario] efficiente, reattiva e compatta. Per le autocrazie si sono delineati così caratteri di una pericolosa sfida. L’ordine liberale guidato dagli Usa può tornare espansivo e forte come negli anni Novanta? [È la grande] questione del 2023. Carmine Pinto, il Mattino.

L’on. Roberto Giachetti ha accusato il M5s e Giuseppe Conte d’avere messo in piedi una recita grottesca fingendo d’avere salvato l’Italia da un [immaginario] aumento degli stipendi dei parlamentari. Nello smascherare la finzione, l’on. Giachetti ha utilizzato la parola «miserabili» dando origine così a un attorcigliato dibattito con i deputati del M5s. [«Miserabili» sembra però un termine] azzeccato. [È infatti da] miserabili inventare una battaglia morale che non si è combattuta. Il Foglio.

Più Giorgia Meloni si sforza di dimostrare che ha in pugno la situazione, che sa cosa fare e come, che avanza senza indietreggiare, più la realtà si incarica di smentirla e grattar via la vernice dorata della retorica: un passo avanti e due indietro, un annuncio e due retromarce. [...] Errori, ritardi, pasticci d’ogni genere e gravità. La gestione della manovra è un oggettivo disastro, una prova di dilettantismo e improvvisazione che non ha eguali nemmeno nel recente passato, pur ricco d’esperimenti innovativi. Stefano Cappellini, la Repubblica.

«Abbiamo penalizzato i più deboli», ha detto Giorgia Meloni, mentre «quelli che accogliamo noi sono quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti, gli altri no». No, davvero no. Come trovino i soldi, in quali situazioni di schiavitù e di violenza, spesso a rischio della vita, i migranti costretti a pagare i propri aguzzini per vivere, per partire, lo sappiamo da anni, è testimoniato da infinite, agghiaccianti inchieste. «Quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti» è una frase non vera, che non si può sentire, e che una presidente del Consiglio non dovrebbe neppure pensare. Maurizio Crippa, il Foglio.

Marianna Madia presiede la riunione promossa dai veltroniani al Nazareno. […] In sala il cronista non conta neppure un-militante-uno. Tutti parlamentari, membri di staff, giornalisti e uffici stampa. La mitica base sta altrove. Alfonso Raimo, HuffPost.

I due ultimi segretari del Pd (non i capi della segreteria di Roccacannuccia) si sono dimessi dopo aver detto «Mi vergogno del Pd» (Nicola Zingaretti) e «Mi viene da piangere» (Enrico Letta). Dritto & Rovescio, Italia Oggi.

I lettori più anziani si ricorderanno dei regimi dell’est europeo, in particola
re di quello della Germania Orientale, e si ricorderanno di come il potere dello stato si basava in quei paesi sul controllo e lo spionaggio. Intercettazioni telefoniche e microspie erano gli strumenti principali. [...] È questa la filosofia che ha introdotto [anche nelle nostre] tecniche giudiziarie il «trojan», softwerino infido e traditore. Piero Sansonetti, il Riformista.

Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda. Alain Tournier.

Le intercettazioni hanno questo di brutto [nel senso di bello]: registrano esattamente quello che uno fa e dice. E se commette reati o altre indecenze [cioè non reati, ma peccati di lussuria, di superbia, di gola, o anche solo fa troppo lo spiritoso, il Fatto lo] viene a sapere. Marco Travaglio, il Fatto.
 
Vivo al Colosseo davanti alla Domus Aurea di Nerone. Quanto mi mancano i suoi incendi. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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