giovedi` 28 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Italia Oggi Rassegna Stampa
22.07.2022 Periscopio 22/07/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 22 luglio 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 22/07/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 22/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Draghi:
Mario Draghi

La democrazia è parlamentare ed è la democrazia che rispetto e riconosco. Quindi niente richieste di pieni poteri, va bene? Mario Draghi, irritato.

[Draghi è un autocrate mentre] io ho dato qualche lezioncina di democrazia alla sinistra. Giorgia Meloni.

Chiedo che sia posto il voto di fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Casini. Mario Draghi.

Ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva. Risoluzione Casini.

Non la votiamo. Matteo Salvini.

Il colpo decisivo a Draghi è venuto […] dalla Lega, guidata dal nazionalista Matteo Salvini, che ha faticato a prendere le distanze da Putin. New York Times (repubblica.it).

Silvio Berlusconi, pur di confermare il suo rapporto privilegiato con Matteo Salvini nel centrodestra, ha finito per allinearsi a Giuseppe Conte negando la fiducia al governo Draghi. Francesco Damato, graffidamato.com

Un colpo devastante per l’Italia e per l’Europa. NYT.

Salvini, è il suo nuovo Papeete? Silenzio (però s’aggiusta la cravatta e poi stappa una lattina di Coca-Cola: al Papeete Beach era a torso nudo, sudato e barcollante, e vuotava un mojito dietro l’altro). Fabrizio Roncone 1, CorSera.

In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Gli italiani dimostreranno nelle #urne di essere più saggi dei loro rappresentanti. [Mah]. Enrico Letta, un tweet.

Mariastella Gelmini lascia Forza Italia. che «ha ceduto lo scettro al populista Salvini e voltato le spalle agl’italiani». Lascia anche Renato Brunetta: «Forza Italia ha tradito i suoi valori e la sua storia. Non sono io che lascio Forza Italia, è Forza Italia che lascia se stessa». ilmessaggero.it

Caduto l’acrobata, entrano i clown. Antonello Piroso, La7.

Draghi e l’Italia sono vittime della follia dei 5stelle e dei giochini di potere del Pd. Matteo Salvini.

Siamo stati messi alla porta. Giuseppe Conte.

Non è morto nessuno. Maurizio Lupi.

«Sono troppo felice! Troppo!» (Rocco Casalino saltella, stringe i pugni, eccitazione efferata: già si immagina finalmente candidato qui al Senato, un bell’accredito sicuro sul conto corrente, l’auto blu). Fabrizio Roncone 2, CorSera.

Trasformiamo un’epoca infame nel nuovo Risorgimento. Una convention di Fratelli d’Italia.

È andata bene. Abbiamo dimostrato di essere coerenti e nessuno ci può accollare la fine di Draghi. Inoltre, i rapporti con il Pd non sono persi. [Alè]. Paola Taverna.

A partire da oggi, dobbiamo avere gli occhi di tigre. Nei momenti che passerete alle nostre feste, che sono tantissime in tutta Italia, parlate con occhi di tigre ai militanti. [Occhi di tigre?] Enrico Letta, Adnkronos.

A pochi minuti dall’annuncio delle dimissioni di Mario Draghi Twitter era tutto messaggi esultanti da parte dei profili che sventolano la bandiera della federazione russa. Influencer no-vax della prima ora, adepti del verbo QAnon e complottisti vari: una massa di utenti antidraghi che si sta delineando nell’orizzonte del web come il partito dei putiniani d’Italia. È dal primo giorno dell’invasione che sulla rete si muove un esercito di soldati digitali organizzati per rilanciare la propaganda di Mosca. Mentre qui da noi in Occidente si discuteva del diritto di garantire tutte le posizioni sul conflitto, a Mosca si pianificavano una dietro l’altra le operazioni per influenzare le opinioni pubbliche di mezza Europa. Guido Petrangeli, HuffPost.

Non è il momento per l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Matteo Salvini, dire.it

Se l’Occidente fornisce ancora armi a Kiev, gli obiettivi si spostano oltre Lugansk e Donetsk. […] Ora la geografia è cambiata. Sergej Lavrov.

Saranno le forze armate ucraine e l’artiglieria a lungo raggio a  insegnare la geografia al signor Lavrov. Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino.

Mosca [denuncia misteriosi] esperimenti svolti sui soldati ucraini […] con l’unico proposito di trasformarli in «mostri più crudeli». Questo, secondo alcuni rappresentanti della Duma, spiegherebbe «le atrocità» che i soldati di Kiev «commettono contro la popolazione civile» e sarebbe «la conferma di un sistema di creazione di macchine per che avviene sotto il controllo degli Stati Uniti». Micol Flammini, il Foglio.

Oggi c’è una sola persona che può brindare a ragion veduta, e abita al Cremlino. Gaetano Quagliariello.

Sarà un caso, ma il governo più serio e atlantista della storia viene mandato a casa da tutti coloro che hanno sostenuto posizioni filoputiniane. Carlo Calenda, un tweet.

Putin fa la ola. Matteo Renzi.

Se è comprensibile la disciplina di Salvini per aver svolto tecnicamente il compito proprio delle «quinte colonne», lo è meno per Berlusconi che preferisce seguire, come l’intendenza. Altro che leader d’un centrodestra che tiene un ancoraggio europeo, con buona pace della retorica sui moderati, attenti alle imprese e ai valori liberali. La casa dei moderati da oggi è altrove. Alessandro De Angelis, HuffPost.

In quanto è avvenuto c’è un ritorno delle convergenze gialloverdi, fra populisti pentastellati e leghisti sovranisti, che uscirono premiate dalle urne del marzo 2018 generando il Conte I e trasformando il nostro paese nel «grande malato d’Europa» che flirtava con chavisti venezuelani e gilet gialli francesi, aprendo crediti a Mosca e Pechino, e destando grandi inquietudini fra partner ed alleati.  Maurizio Molinari, la Repubblica.

I viaggi segreti di Salvini in Russia per «dare una mano», la venerazione di Berlusconi verso Vladimir considerato un «dono del Signore» e i legami del partito di Conte con Russia Unita e la sua battaglia per fermare l’invio di armi in Ucraina, confermano la benevolenza [degli affossatori del governo Draghi] verso un regime autoritario in cui tutto è più semplice perché si evita la noia della democrazia. Elisabetta Gelmini, HuffPost.

Un miscuglio d’ingenuità e impostura, genio e ciarlataneria, misticismo e sregolatezza. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT