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Italia Oggi Rassegna Stampa
12.04.2022 Periscopio 12/04/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 12 aprile 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 12/04/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 12/04/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Elezioni Francia, la spinta per Macron oltre i pronostici (27,85%). Al  ballottaggio con Le Pen (23,15%) il 24 aprile

Come il cieco di quel gioco di parole che cerca una busta nera in una stanza buia, e la busta non c’è. Gesualdo Bufalino, Diceria dell’untore.

Al generale Aleksandr Dvornikov, ex capo del corpo di spedizione in Siria, sarebbe stata assegnata la guida di tutte le truppe in vista della battaglia che dovrebbe portare Mosca a controllare l’intero Sud-Est dell’Ucraina. In Siria i russi adoperarono la cosiddetta «tecnica Grozny», vale a dire bombardamenti massicci e indiscriminati per spianare la strada alle forze di terra mandate poi a occupare i centri cittadini. Quella strategia comportò un ampio uso di bombe a grappolo e di armi termobariche, che provocano un alto numero di morti tra i civili. Fabrizio Dragosei, La Stampa.

«Stanno torturando e uccidendo membri della stampa», ha denunciato Lyudmyla Denisova, commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, riferendo nuovi dettagli sulle circostanze della morte del regista lituano Mantas Kvedaravicius a Mariupol. «Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista in strada. La moglie, rischiando la vita, ha portato il suo corpo fuori dalla città bloccata e poi in Lituania». Informazionecorretta.com

Ogni giorno c’è una persona che insulta Putin. Non sono uno sponsor di Putin, non sono un suo fan, ma [non] dobbiamo fomentare l’uso delle armi come molti stanno facendo. Gian Marco Centinaio (Lara Loreti, La Stampa).

La faccenda dell’energia che importiamo per gentile concessione di Putin è una storia che non c’entra nulla con le sparatorie. Le forniture di metano noi le paghiamo e non hanno nulla che fare con le beghe sanguinose tra Kiev e Mosca. [«Sparatorie». «Beghe»]. Vittorio Feltri, Libero.

I veri amici di Putin sono i suoi finti nemici: quelli che mandano altri tank e promettono la Nato pure alla neutrale Finlandia, così i pochi russi che ancora non si bevevano la propaganda di Putin sull’accerchiamento atlantico ora ci credono. L’elmetto è l’ultima maschera dello Scemo di Guerra per nascondersi meglio. Marco Travaglio, il Fatto quotidiano.

Durante e dopo la Prima Guerra mondiale migliaia di soldati furono ricoverati per disturbi mentali. La gente li chiamava «scemi di guerra». Le cartelle cliniche parlavano di «tremori irrefrenabili», «ipersensibilità al rumore». Uomini che «camminano con le mani penzoloni e piangono in silenzio» [per colpa dei bombardamenti]. Su Lancet, tra le riviste mediche più autorevoli, nel 1915 lo psicologo Charles Myers usò per la prima volta l’espressione «shell shock», shock da bombardamento o – come lo chiameremmo oggi – disturbo da stress post-traumatico. Focus.it.

[Ancora scemi di guerra.] Durante le riprese del film Grillo capì che recitare non era pane per i suoi denti. Ridotto al ruolo di spalla, fece per ripicca fece la mossa classica dell’attore indispettito: si diede malato. Per due mesi dovemmo sospendere le riprese. Finché qualcuno non gli fece sapere che se non fosse tornato avrebbe dovuto pagare una penale. Parola magica: da buon genovese si ripresentò sul set. Dino Risi, regista di Scemo di guerra, 1985, secondo e ultimo film interpretato da Beppe Grillo.

Italia: il solito caso speciale. Per la forza, ben rappresentata nei talk show, del partito trasversale filorusso o comunque antioccidentale. Forza della quale è consapevole il Cremlino come dimostra il suo particolare accanimento verbale contro l’Italia. Angelo Panebianco, Corsera.

[Eppure] c’è un criterio semplice: stare sempre dalla parte delle vittime, e quindi in Ucraina con la resistenza del popolo ucraino. Luigi Manconi (Carlo Valentini, Italia Oggi).

[Ma] c’è sempre un però. Amiamo la libertà, però se non costa troppo. Possiamo tentare di fermare con le sanzioni una guerra spietata, però i no vax della geopolitica dicono di no. Si affaccia di nuovo lo spettro dell’inflazione, però è meglio se aumentiamo il debito pubblico. Siamo per le energie rinnovabili, però i pannelli fotovoltaici sono antiestetici, però le trivellazioni faranno sprofondare il mare Adriatico, però le pale eoliche deturpano il paesaggio, però il nucleare... Per colpa di un accento, scriveva Gianni Rodari, «un contadino a Rho/tentava invano di cogliere/le pere da un però». Aldo Grasso, Corsera.

È così comodo essere minorenni. Se ho un libro che ragiona per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che sceglie la dieta per me, eccetera, non ho bisogno di darmi da fare io stesso. Non ho bisogno di pensare: altri si incaricheranno per me di questa fastidiosa occupazione. Immanuel Kant, Cos’è l’illuminismo.

Non so perché abbia impiegato tanto, ma alla fine Berlusconi si è deciso a dire contro Putin le cose che merita. Egli ha rotto un sodalizio che rischiava di fargli chiudere come peggio non poteva la sua ormai lunga avventura politica. Francesco Damato, graffidamato.com.

[Dopo di che] ha postato sui social una foto che lo ritrae seduto in un vagone ferroviario, in viaggio verso Roma: all’anulare sinistro una fede nuziale, simbolo della promessa d’amore eterno fatta a Marta Fascina lo scorso 19 marzo. Irresponsabile.com.

Marine Le Pen non è mai stata così vicina all’Eliseo, anche se il risultato del primo turno delle presidenziali ha rispettato le previsioni, con Emmanuel Macron in chiaro vantaggio. Cesare Martinetti, La Stampa.

Molto bene, Marine. Siamo felici del tuo successo e orgogliosi del tuo lavoro, del tuo coraggio, delle tue idee e della tua amicizia. Matteo Salvini (Mauro Favale, La Repubblica).

Marine Le Pen non ha mai nascosto di ammirare il satrapo di Mosca. La sua campagna elettorale del 2017 è stata finanziata da una società russa, questa campagna [la campagna in corso] è pagata da una banca ungherese e qualche giorno fa lei stessa ha detto che Putin può tornare a essere un alleato. Aldo Cazzullo, Corsera.

[Bel mistero, la morte.] Se le opinioni dei credenti peccano vistosamente di wishful thinking («credo perché spero»), quelle dei contestatori «laici» («quando sei morto, sei morto») si dimostrano più tracotanti che meditate. Perché insomma che ne sanno? Loro personalmente non sono mica mai morti. Ciò che rende la morte effettivamente misteriosa, è che nessuno può né potrà mai parlarne per esperienza diretta. «Staremo a vedere» è tutto quello che possiamo dirci a proposito del singolare fenomeno. Salvo escogitare le ipotesi più strampalate, nessuna delle quali è comprovabile ma neppure ricusabile a priori. Fruttero e Lucentini, Il cretino in sintesi.

E se anche la morte fosse passeggera? L’idea di ricominciare con il morbillo e gli orecchioni mi atterrisce. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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