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Italia Oggi Rassegna Stampa
08.01.2021 Germania oggi
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 08 gennaio 2021
Pagina: 8
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Meno disoccupati del temuto»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 08/01/2021, a pag.8 con il titolo "Meno disoccupati del temuto" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

Coronavirus outbreaks: Will Germany become Europe′s next major hot spot? |  Germany| News and in-depth reporting from Berlin and beyond | DW |  26.06.2020

Si rimane chiusi per tutto gennaio. E probabilmente fino a primavera. Un lockdown che mi permette di andare a passeggio perché il mio quartiere a Berlino, grande come Firenze, non è una zona ad alto rischio. Ma c'è poco da fare. Le librerie sono aperte, «Bücher sind lebensmittel' , i libri sono generi di prima necessità, come i prodotti alimentari. Entro in una libreria piccola, ma dove scopro libri che ignoravo, e ne compro qualcuno. Su Amazon si cerca e si compra quel che si conosce. H supermarket al centro è vuoto, scambio due chiacchiere con la signora dietro il bancone al caffè. Sono il primo cliente con mia moglie, e restiamo gli unici per una decina di minuti. Il caffè è tedesco, e non è male. La signora dai capelli grigi teme per il suo posto: speriamo che finisca presto, ci saluta, ma non ci spera. Eppure, nonostante tutto, va meglio del temuto. I disoccupati aumentano, ma in percentuale meno che nei mesi prima della pandemia. In novembre rispetto a ottobre erano due milioni e 699mila, 61mila in meno rispetto a ottobre. E in dicembre erano due milioni e 707mila, appena ottomila in più in un mese, 480mila in più rispetto all'anno precedente. In inverno, da sempre, i disoccupati aumentano. All'inizio del nuovo anno, a livello nazionale rimangono intorno al sei per cento. Con tutti i ritardi e gli errori, gli interventi del governo hanno evitato una catastrofe. Si arriva a circa 11 miliardi di euro per ogni mese di chiusura. La situazione è preoccupante nei settori dei servizi e nel commercio, gli aiuti pubblici servono a sopravvivere, ma migliaia di negozi, ristornati, cinema, non riapriranno. I posti di lavoro vengono salvati grazie al Kurzarbeit, l'orario ridotto, molto alla lontana paragonabile alla nostra cassa integrazione. Per un periodo breve i dipendenti di una società in cattive acque continuano a lavorare per meno ore, con un taglio del salario di circa un terzo, e il datore di lavoro non paga contributi che passano a carico dello Stato. Nell'emergenza per il Covid-19, la paga per certi settori è all'80%, e si prolunga il periodo del Kurzarbeit. Nei mesi più critici del 2020, i lavoratori in orario ridotto erano circa dieci milioni. E torneranno alla piena occupazione appena finita la crisi. I tedeschi sono per natura pessimisti ma oggi cercano di vedere il futuro in rosa. Le imprese non licenziano i tecnici e i lavoratori specializzati, puntando sulla ripresa. Il personale qualificato manca in molti settori, e dopo sarebbe difficile trovare dipendenti. Nei prossimi anni la Germania dovrà far fronte alla mancanza di mano d'opera. Perfino l'AfD, il partito dell'estrema destra, è favorevole all'arrivo di lavoratori stranieri, immigrati e non flüchtlinge, fuggiaschi, come con più esattezza vengono chiamati i profughi, che in maggioranza non sono in grado di svolgere un lavoro in un'industria moderna. I profughi che ricevono l'assegno sociale, pari al minimo vitale, sono oltre un milione e settecentomila. Immigrati che dovrebbero giungere da paesi europei, in grado di integrarsi rapidamente in Germania, e di imparare la lingua, se già non la conoscono sia pure in modo elementare, come in Polonia, Ungheria, Repubblica Céca. Già prima della pandemia negli ospedali mancavano medici e infermieri, e le badanti nelle case di riposo e nelle famiglie con parenti anziani. Le vaccinazioni vanno a rilento non solo perché non ci sono dosi sufficienti (non basta ordinarle, serve tempo per produrle, si difende il ministro della sanità, Jens Spahn), ma anche per mancanza di infermieri e medici. Per trovarli bisognerà aumentare le paghe, che non sono all'altezza dei compiti richiesti. I letti a terapia intensiva sarebbero ancora sufficienti, 28mila e altri 12mila di riserva, ma in molti ospedali non sono occupati perché manca il personale in grado di controllare i pazienti 24 ore su 24.

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