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Italia Oggi Rassegna Stampa
05.06.2018 Germania: no al velo islamico a scuola
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 05 giugno 2018
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Velo islamico vietato alle prof»
Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 12, con il titolo "Velo islamico vietato alle prof", il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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A scuola in Germania

Due insegnanti musulmane a Berlino hanno chiesto un risarcimento perché era stato vietato loro il velo islamico. Il tribunale del lavoro ha respinto la richiesta. Una sentenza in parte imprevista perché la legge e interpretata con sfumature diverse a seconda delle città delle regioni, e finora i giudici della capitale si erano dimostrati i più accondiscendenti. Ma, anche a causa dell'avanzata della destra, e dei problemi crescenti creati dai profughi, si è cominciato a cambiare. A Berlino oggi è pericoloso per un ebreo farsi riconoscere per strada, i ragazzi ebrei vengono aggrediti a scuola. L'antisemitismo ritorna a causa degli immigrati arabi. E si vuole dare un segnale. Un anno fa, un'insegnante fu risarcita perché le era stato vietato di insegnare in una scuola elementare con Kopftuch, il velo islamico. Ha protestato perché si trattava, secondo lei, di una chiara discriminazione religiosa. I due casi recenti sono stati giudicati diversamente: una specialista in informatica aveva deciso di cambiare lavoro per insegnare al ginnasio, ma si è rifiutata di rinunciare al velo, benché non sia consentito a scuola. E ha chiesto un risarcimento di 10.319 euro.

La scuola deve rimanere neutrale per quanto riguarda i simboli religiosi, ha sancito il giudice. Inoltre, la signora può trovare facilmente lavoro anche nel settore privato, dove il velo non crea problemi. I tedeschi sono in realtà tolleranti al riguardo: ognuno vada vestito come vuole, ma un'insegnante è una funzionaria pubblica e deve rispettare la Costituzione che sancisce la parità tra uomo e donna. Il fatto che la signora sostenga di coprirsi con il velo islamico per libera scelta non ha alcuna rilevanza giuridica. Respinta anche la richiesta di Leyla R. che pretendeva 18.296 euro di risarcimento per non aver potuto insegnare con il velo in una scuola elementare. Le due insegnanti, inoltre, avevano partecipato al corso di preparazione professionale del municipio berlinese, quindi sapevano quali fossero i loro diritti e doveri. Il tema dell'accoglienza e dell'integrazione continua a dividere i partiti al governo. Il cristianosociale Horst Seehofer, ministro dell'interno, è per un atteggiamento più rigido: il suo partito, la Csu, gemello della Cdu di Frau Merkel, si presenta solo Baviera, dove si vota in autunno. Si rischia di favorire l'AfD, il nuovo partito di destra, che in regione secondo i sondaggi potrebbe superare i socialdemocratici, dati a un minimo del 14%. Meglio essere più realisti, sostiene Seehofer, mentre la cancelliera dichiara che «l'Islam fa parte della Germania», parole che il 70% dei tedeschi respinge. Anche nella Cdu, non tutti sono d'accordo. Julia Klöckner, ministro dell'agricoltura, considerata una possibile candidata alla Cancelleria quando Angela andrà in pensione, ha scritto un libro, uscito martedì scorso, dal titolo chiaro: Nicht verhandelbar. Integration nur mit Frauenrechten, Non discutibile, integrazione solo con i diritti delle donne (Gutersloher Verlag; 18 euro). Gli emigranti che giungono da altre culture, scrive la battagliera Julia, mettono di nuovo in pericolo i diritti elementari delle donne: «Non possiamo rischiare passi indietro per un malinteso spirito di tolleranza...L'integrazione comincia dalle donne, non si può accettare che un padre a scuola all'incontro con gli insegnanti pretenda di parlare solo con un maestro uomo. Se cediamo, non dimostriamo una sensibilità culturale, ma colpiamo alle spalle le donne che soffrono in una cultura patriarcale, e lottano per liberarsene». Capisco, ha aggiunto, che i profughi non possono cambiare da un giorno all'altro le loro idee, ma devono accettare che le donne nel nostro paese hanno pari diritti, che sono persone da rispettare e che non sono «una preda indifesa» semplicemente perché non hanno il velo o vanno in giro in minigonna.

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