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Italia Oggi Rassegna Stampa
31.05.2018 Quando Norberto Bobbio nel 1938 occupò la cattedra di Adolfo Ravà: un episodio dimenticato
Coraggiosa recensione di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 31 maggio 2018
Pagina: 13
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Norberto Bobbio non esitò a occupare la cattedra del professore ebreo Adolfo Ravà, cacciato dall'università per motivi razziali»

Riprendiamo da ITALIA OGGI del 31/05/2018, a pag.13, con il titolo "Norberto Bobbio non esitò a occupare la cattedra del professore ebreo Adolfo Ravà, cacciato dall'università per motivi razziali" la coraggiosa  recensione di Diego Gabutti.

Bene fa Diego Gabutti a ricordare la lettera a Mussolini del 1935 d Norberto Bobbio e l'assenza di scrupoli con cui occupò la cattedra di Adolfo Ravà, tra i molti professori universitari ebrei che furono allontanati nel 1938. Una parte della sua biografia accuratamente ignorata dalla enorme pubblicistica dedicata a Bobbio.

Ecco l'articolo:

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La copertina (Carocci ed.)            Mario G. Losano

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Norberto Bobbio

Ogni filosofo, persino quelli che ne sono più lontani, devono vedersela con l'attualità. Anche il pensatore più astratto, anche il più tecnico dei filosofi, non pub evitare (per lo più pentendosene) di prendere posizione, se non addirittura di prendere partito. Quando poi, come il grande torinese Norberto Bobbio, si è un teorico del diritto e un filosofo della politica, e per di più ci si trova a vivere e a lavorare nel «secolo breve», epoca particolarmente sventurata, è impossibile essere (come si dice) spassionati. Bobbio era completamente immerso nell'attualità e la sua filosofia politica, più che una teoria del diritto e del potere, era uno zibaldone di note a margine dello stato di cose presente. Salvo l'episodio disgraziato della lettera a Mussolini nel 1935, nella quale prendeva le distanze da Giustizia e Libertà, l'organizzazione clandestina alla quale aderiva insieme ai suoi amici, da Giulio Einaudi a Leone Ginzburg, da Cesare Pavese a Massimo Mila; salvo anche il successivo giuramento di fedeltà del fascismo pronunciato nel 1940, dopo le leggi razziali, quando non esito a occupare la cattedra d'un professore ebreo, Adolfo Ravà, cacciato dall'Università di Padova, Bobbio fu un antifascista. Fu un uomo di sinistra, prima azionista e poi socialista. Contestò al partito comunista la sua fede marxistaleninista. Morì, nel 2004, da senatore a vita. Mario Losano illustra il suo pensiero e racconta la sua vita in un libro avvincente.

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