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Italia Oggi Rassegna Stampa
20.03.2018 La Germania e i profughi: le giuste parole del Ministro degli Interni Horst Seehofer
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 20 marzo 2018
Pagina: 14
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Niente stretta di mano? Multato»
Riprendiamo da ITALIA OGGI, del 20/03/2018, a pag. 14, con il titolo "Niente stretta di mano? Multato" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

"L’Islam non fa parte della Germania", dichiara Horst Seehofer, per anni primo ministro della Baviera, e ora ministro degli interni della nuova Große koalition. Angela Merkel ribatte: «L'Islam fa parte della Germania». La polemica è vecchia. Che l'Islam fosse diventato parte integrante della Germania lo affermò, nel 2010, il presidente della Repubblica, il cristianodemocratico Christian Wulff. Allora si discuteva se far entrare o no la Turchia nell'Unione europea, ammettendo tra noi quasi ottanta milioni di musulmani. Ma in otto anni il paese è cambiato. I musulmani di allora erano in gran parte immigrati turchi, e quasi un milione aveva il doppio passaporto. L'arrivo di oltre un milione di profughi in pochi mesi, dal settembre del 2015, ha fatto giungere musulmani in una realtà che non conoscono, e che non tutti sono in grado di accettare. Il mensile Cicero nel suo numero di marzo (quindi programmato dall'inizio di febbraio) è uscito in anticipo sul «duello» tra la Cancelliera e il suo ministro con in copertina un minareto sullo sfondo delle montagne bavaresi e il titolo «Gehört dazu?», fa parte o no, e il sottotitolo «Wie der Islam Deutschland vertindert», come l'Islam cambia la Germania.

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Horst Seehofer

Chi ha ragione, Angela o Horst? Nessuno dei due, anche se mi dispiace non dare una risposta netta. L'affermazione di Frau Merkel tradisce più un desiderio che una realtà. E la signora è sotto accusa per l'arrivo dei profughi mal gestito. II cristianosociale Seehofer, leader dei conservatori, strizza l'occhio all'AfD, diventato il terzo partito sfruttando il timore per l'arrivo di troppi fuggiaschi. II successo dei populisti ha reso problematica la formazione del nuovo governo. Semplicemente, l'Islam «è» in Germania. I musulmani sono circa 4 milioni e settecentomila. La moschea di Colonia è la più grande d'Europa, e assomiglia a una stazione spaziale. Quella più vicina a casa mia, a Berlino, è la prima costruita, nel 1928, in stile tradizionale. E la domanda giusta sarebbe: i musulmani si sentono parte integrante del paese che li ospita, e desiderano integrarsi? Paradossalmente, l'affermare che una comunità «ci appartiene» tradisce un atteggiamento di superiorità. Come è avvenuto, per inciso, quando si sono fatti entrare nella Ue paesi dell'Est che non erano pronti, economicamente o per il rispetto dei diritti umani, con la certezza che una volta dentro tutti i loro problemi si sarebbero risolti. Non mi sembra che sia avvenuto. Mentre Merkel e Seehofer discutevano, venerdì si è concluso in Renana Palatinato il processo disciplinare contro un poliziotto che si è rifiutato di stringere la mano a una collega. «Lo ha motivato con i suoi principi religiosi, perché è musulmano», ha spiegato Steffen Wehner, portavoce del ministero degli interni del Land. La poliziotta voleva congratularsi con il collega per una sua promozione. Ma il gesto contrasta con i principi di «neutralità e di correttezza» previsti per i Beamte, i funzionari statali. I Beamte giurano di rispettare la Costituzione che sancisce la parità tra uomo e donna. II poliziotto, di cui non vengono precisate le origini, come pub svolgere il suo lavoro con una collega a fianco, o valutare un atto di violenza di cui sia vittima una donna? L'agente musulmano dovrà pagare un'ammenda di mille euro, ed è stato tolto dal servizio attivo. In quanto Beamte non può venir licenziato, se non per una colpa grave. Ma per indossare la divisa è anche cittadino tedesco, e ha una lunga carriera alle spalle. Però non mi sembra che faccia parte della Germania, quella di Frau Angela. Un caso isolato? Non direi, anche se senza dubbio altri compagni di fede si comportano altrimenti. Christoph Schwennicke, il direttore di Cicero, mensile conservatore, nel suo editoriale cita la Vahrenwalder Bad, una piscina di Hannover, dove al venerdì sera le bagnanti musulmane hanno ottenuto il diritto di nuotare tra di loro, senza altre donne di altre religioni, e di tuffarsi anche con il chador, se lo vogliono. Giusto o sbagliato? Negare alle signore musulmane il desiderio di nuotare come vogliono sarebbe ingiusto. Ma piscine separate non aiutano l'integrazione. Sono convinto che le figlie adolescenti delle nuotatrici del venerdì sera vorrebbero andare in piscina insieme con le loro coetanee tedesche in bikini.

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