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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.04.2024 Usa, caduto il veto di Trump contro l’Ucrania
Cronaca di Marta Serafini

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 aprile 2024
Pagina: 12
Autore: Marta Serafini
Titolo: ««Non sarà un nuovo Afghanistan» Zelensky ringrazia: ma fate presto»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/04/2024, a pag. 12, con il titolo "«Non sarà un nuovo Afghanistan» Zelensky ringrazia: ma fate presto" la cronaca di Marta Serafini

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Marta Serafini

Mike Johnson, lo speaker repubblicano della Camera. Ha diretto il voto per l'approvazione dell'ultimo pacchetto di aiuti per l'Ucraina, passato con l'appoggio dei Democratici

«L’Ucraina non sarà un secondo Afghanistan». Ringrazia di nuovo Washington il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, all’indomani del voto della Camera che ha sbloccato 61 miliardi di dollari per Kiev. In un’intervista alla Nbc, il presidente ucraino ha esortato il Senato a ratificare rapidamente il pacchetto di aiuti. La votazione di domani e la firma del presidente Joe Biden rappresentano l’ultima tappa di una disputa durata mesi a causa del veto repubblicano.

Mentre le armi sono già pronte per la consegna, Zelensky ha ribadito come la priorità siano i Patriot e i missili a lungo raggio necessari per proteggere le città, rimaste esposte. Secondo gli analisti, all’Ucraina sono rimasti solo due Patriot di cui uno usato per difendere Kiev, mentre l’altro è schierato più vicino al campo di battaglia. Le basi di Ramstein e Geilenkirchen in Germania, di Orzysz in Polonia e Kogalniceanu in Romania sono già state mobilitate. Il generale Pat Ryder del Pentagono ha confermato al Guardian che gli Stati Uniti sono in grado di inviare «quasi immediatamente» missili per la difesa aerea, proiettili da 155 mm e pezzi di artiglieria. «Abbiamo organizzato una rete logistica che ci consente di spostare gli armamenti molto rapidamente», ha affermato Ryder. Da giugno saranno inoltre operativi i primi 6 dei 33 caccia F-16 che Danimarca, Norvegia, Belgio e Paesi Bassi hanno destinato a Kiev.

Passi importanti per scongiurare la sconfitta di Kiev. Nelle ultime settimane, la Russia, oltre a prendere di mira obiettivi civili, ha messo fuori uso diverse centrali elettriche che hanno provocato blackout in alcune parti del Paese, inclusa Kharkiv, e la centrale elettrica di Trypilska, la più importante della regione di Kiev. Una situazione che resta precaria e resterà tale, nonostante gli aiuti in arrivo. In primis a causa delle difficoltà logistiche ucraine di distribuzione — avverte l’Isw, l’Institute for Study of War — periodo del quale Mosca facilmente approfitterà per altri attacchi sulle infrastrutture energetiche e per continuare a premere su Chasiv Yar a Est. L’Isw avvisa anche come le forze russe «potrebbero colpire le infrastrutture di trasporto ucraine per limitare la capacità dell’Ucraina di distribuire sufficientemente manodopera e materiale ai settori critici del fronte». In ogni caso, gli aiuti dovrebbero consentire agli ucraini di tenere il fronte e togliere vigore all’offensiva russa il cui culmine è previsto per giugno.

Da Bruxelles il voto Usa è stato salutato con sollievo. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che «l’Ucraina merita tutto il sostegno che può ottenere contro la Russia». Le sue parole sono state riprese dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha definito il voto «un segnale forte di questi tempi» mentre il primo ministro polacco Donald Tusk ha ringraziato il presidente della Camera Mike Johnson, sottolineando anche il ritardo al Congresso. «Meglio tardi che troppo tardi. E spero che non sia troppo tardi per l’Ucraina», ha scritto su X.

In Europa c’è però chi è di altra opinione. «Siamo a un passo dall’invio di soldati in Ucraina da parte dell’Occidente. È un vortice di guerra che potrebbe trascinare l’Europa nell’abisso. Bruxelles sta giocando con il fuoco», scrive il premier ungherese Viktor Orbán in un post pubblicato su Facebook. Da Mosca, infine, sabato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, parlando con l’agenzia Ria Novosti, ha definito l’approvazione degli aiuti all’Ucraina una decisione che «renderà gli Stati Uniti d’America più ricchi, rovinerà ulteriormente l’Ucraina e provocherà la morte di ancora più ucraini, per colpa del regime di Kiev».

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