sabato 20 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.02.2023 I terroristi di Putin contro Zelensky
Cronaca di Andrea Nicastro

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 febbraio 2023
Pagina: 17
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: «Il capo di Wagner sfida Zelensky: 'Un duello in cielo per Bakhmut'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/02/2023, a pag. 17, con il titolo "Il capo di Wagner sfida Zelensky: 'Un duello in cielo per Bakhmut' " l'analisi di Andrea Nicastro.

Risultati immagini per andrea nicastro corriere della sera
Andrea Nicastro

Volodymyr Zelensky

KIEV Ha finito le scuole a 16 anni con un diploma da insegnante di atletica. A 18 ha conosciuto le carceri russe per dei furtarelli e a 21 c’è tornato per rapina, sfruttamento della prostituzione giovanile e frode. La formazione scolastica di Evgenij Viktorovich Prigozhin da Leningrado non lascia immaginare una passione per la storia antica. Forse, il fondatore della compagnia di mercenari Wagner ha rimediato durante i nove anni passati in cella. Oppure, com’è più probabile, non ha proprio pensato agli Orazi e ai Curiazi (o «i tre e i tre» come li chiamava Dante) quando ha proposto un duello al presidente Zelensky: solo tu ed io, chi vince si prende Bakhmut. Nel video, pubblicato sui social della Wagner, si vede l’ex maestro di ginnastica nel cockpit di un caccia. È notte. Il rumore dei reattori alza la tensione. Prigozhin si stacca il respiratore, guarda appena la telecamera e proclama rivolto al presidente ucraino: «Volodymyr Oleksandrovych siamo appena atterrati. Abbiamo bombardato Bakhmut. Domani sarò di nuovo in volo con un Mig-29. Se vuoi ci possiamo incontrare nei cieli. Se vinci tu, ti prendi Artyomovsk — il nome sovietico di Bakhmut —. Se no, noi arriviamo fino al Dnipro». Prigozhin è ormai diventato un imprenditore internazionale della forza armata con tank, caccia e cannoni privati, miniere e pozzi di petrolio africani ottenuti come pagamento rateizzato delle battaglie vinte. Ma la sua vanteria, più da tiktoker che da top gun, segnala ancora una volta l’anomala organizzazione che vige tra le forze armate russe. L’esercito di zar Putin manca di disciplina, a volte di armamenti o persino di vestiti, abbonda invece nel mito del coraggio virile e dell’eroismo individuale. Prigozhin non è il solo a pensare di fare accordi con il presidente del Paese nemico. Tra le fila russe c’è anche il ceceno Kadyrov che minaccia sfracelli e annuncia conquiste. Ci sono i comandanti intermedi che hanno riempito blindati di lavatrici e televisori rubati come bottino nelle case ucraine. E, soprattutto, ci sono centinaia di uomini lanciati ogni giorno in campo aperto sotto il fuoco ucraino per la «gloria di madre Russia». Cinquecento tra morti e feriti ogni giorno, secondo Kiev, drogati, obbligati o fanatici. Quella russa pare un’armata medievale dove sotto le insegne di un re, ciascun signorotto combatte le sue battaglie, pretende bottini, commette atrocità, rivendica gloria. Invece di combattere alla Tom Cruise con Prigozhin, il presidente Zelensky ha già abbastanza grattacapi per arrivare a Bruxelles al Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Dall’inizio della guerra, sarebbe il secondo viaggio del leader ucraino all’estero dopo quello a Washington di due mesi fa. Zelensky vorrebbe esserci per mostrare ai colleghi europei i progressi nella sua lotta alla corruzione interna e le richieste in vista dell’offensiva russa ormai data per imminente da troppi osservatori. I pericoli però sono molti. Dal cielo o durante il viaggio, non è da escludere neppure un attentato in terra europea. Si preparano al Consiglio europeo anche i leader dell’Unione. Ieri la premier italiana, Giorgia Meloni, ha anticipato la discussione su alcuni temi in telefonate con gli omologhi a Parigi, L’Aja, Vienna e Atene. Ha parlato di sostegno alle imprese, gestione «finalmente comune» dei flussi migratori, controllo dei confini, ma anche aiuti «a 360 gradi all’Ucraina» Con il presidente francese Macron, in particolare, Meloni ha discusso della fornitura promessa la settimana scorsa del sistema di difesa anti aerea Samp/T – MAMBA, prodotto in tandem dalle industrie belliche italiane e d’Oltralpe.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT