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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.08.2022 L'Europa con Kiev nel giorno dell'indipendenza ucraina
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 agosto 2022
Pagina: 12
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Kiev celebra l’indipendenza. Missili russi su una stazione»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/08/2022, a pag.12, con il titolo "Kiev celebra l’indipendenza. Missili russi su una stazione" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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«Il 24 febbraio ci avevano detto che non avevamo alcuna possibilità di sopravvivere. Il 24 agosto siamo qui in piazza a celebrare il giorno della nostra indipendenza nazionale». Si condensa in poche parole il discorso alla nazione di Volodymyr Zelensky in occasione dei 31 anni di separazione dell’Ucraina dalla Russia e soprattutto esattamente a sei mesi dall’aggressione militare voluta da Vladimir Putin. Il presidente ucraino ha camminato brevemente ieri a Maidan, il cuore di Kiev, indossando gli stessi vestiti militari in cui lo vedono gli ucraini ormai ogni sera da sei mesi per parlare alla nazione a reti unificate e incitarli alla resistenza. Ieri gli è stato naturale presentare la scelta di combattere per la libertà in continuità con quella di separarsi da Mosca nel 1991. «L’aggressione russa marca un’era nuova della nostra storia. Il 24 febbraio scorso non siamo nati, siamo rinati come nazione. Non abbiamo pianto o gridato, non siamo stati presi dal panico e scappati. Non ci siamo arresi e non abbiamo dimenticato», ha detto ad una piccola folla. Nella capitale, come del resto in tutti i centri urbani, il governo aveva vietato cerimonie pubbliche e assembramenti contro il rischio di bombardamenti russi mirati proprio a boicottare ogni tipo di celebrazioni collettive.

How the EU has been supporting Ukraine | News | European Parliament

L’intelligence americana, e gli stessi comandi ucraini, continuano a ritenere che Mosca possa intensificare gli attacchi. A Kiev, come del resto anche qui a Odessa e nelle città maggiori, ormai da tempo s’è instaurata una sorta di fatalistica normalità, che comprende bar e ristoranti aperti sino a poco prima del coprifuoco notturno, accompagnata dalla volontà di riprendere a lavorare. Ma proprio ieri un raid russo sulla stazione di Chaplyne, nella regione di Dnipropetrovsk ha provocato almeno 22 morti, tra le vittime anche un ragazzino di 11 anni: i missili hanno colpito la sua casa e una cinquantina di feriti. «Risponderemo a questo attacco» ha dichiarato Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente Zelensky, La guerra continua e l’assenza praticamente totale di mediazioni diplomatiche, o contatti dietro le quinte tra Mosca e Kiev, fanno ritenere che per ora prevalga il duro linguaggio delle armi. All’Onu non si è neppure ancora riusciti a mettere d’accordo le due parti per garantire il tour di una commissione internazionale alla centrale nucleare di Zaporizhzhia a rischio di bombardamenti. Ieri a Kiev è arrivato per una visita rapida anche il premier dimissionario britannico, Boris Johnson, che ha promesso nuovi aiuti militari, mentre da Washington confermano l’invio di altre armi per il valore di 3 miliardi di dollari e gran parte degli alleati europei ribadiscono di sostenere la necessità che i russi si ritirino, non solo dalle regioni occupate da febbraio (circa il 20 per cento dell’Ucraina), ma anche dalla Crimea invasa nel 2014. Altri leader europei sono attesi da Zelensky nei prossimi giorni. In questo deserto di iniziative di pace c’è anche da rilevare che probabilmente l’atteso incontro tra papa Bergoglio e il Patriarca della Chiesa ortodossa moscovita, Kirill, non si terrà. I due avrebbero dovuto vedersi a metà settembre ai margini del Congresso dei leader delle Religioni Mondiali in Kazakistan. Lo ha specificato il rappresentante di Kirill, spiegando che l’incontro deve essere separato da ogni altro evento e «va preparato con cura particolare». Proseguono nel frattempo i combattimenti nel Donbass. Sembra inoltre che la resistenza partigiana ucraina abbia eliminato un altro «collaborazionista» filorusso. Si tratta del sindaco di Mykhailivka, nella regione occupata di Zaporizhzhia, dilaniato da una bomba piazzata nella sua auto.

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