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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.08.2022 Cina e Russia: storia di un'alleanza tra dittature
Commento di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 agosto 2022
Pagina: 10
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Putin chiama gli amici cinesi alle grandi manovre d’Oriente»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/08/2022, a pag.10, con il titolo "Putin chiama gli amici cinesi alle grandi manovre d’Oriente" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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Dal successo dell’accordo tra Mosca e Kiev per l’export del grano, ai tentativi di mediazione sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, sino al rilancio del ruolo turco sulla scena internazionale: decisamente Recep Tayyip Erdogan sta navigando col vento in poppa quest’estate. Il presidente turco ci riprova e, dopo essere stato l’unico leader mondiale in grado di far sedere allo stesso tavolo russi e ucraini a metà luglio per sbloccare i porti della zona di Odessa, oggi si trova a Leopoli assieme al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, per incontrare Volodymyr Zelenesky. Un trilaterale che arriva dopo il suo recente incontro a quattr’occhi con Vladimir Putin nella villa di quest’ultimo a Sochi, sul Mar Nero. Nel frattempo, il Cremlino prova a mostrare i muscoli e annuncia le grandi manovre militari di «Vostok» (Oriente), tra il 30 agosto e il 5 settembre, a cui parteciperanno anche 3.500 soldati cinesi (ci saranno, tra gli altri, anche gli indiani). Anche l’agenda di Erdogan è ricca, ambiziosa, ma proprio per questo carica d’incognite. Si parte dall’applicazione delle intese sull’export dei prodotti agricoli ucraini via Mar Nero, che comunque vanno rinnovate ogni 120 giorni. Per Erdogan è fondamentale assicurarsi che i meccanismi di monitoraggio, garantiti dall’Onu, continuino a funzionare come in effetti è stato per queste prime settimane. Da inizio agosto almeno 36 navi cargo hanno avuto la luce verde a salpare: di queste, una ventina ha già preso il largo con a bordo oltre 600.000 tonnellate di prodotti. Erdogan, dopo il trilaterale, accompagnerà Guterres a visitare il centro di Istanbul, dove commissari russi, ucraini, turchi e osservatori Onu hanno il compito di verificare la stiva di ogni naviglio in arrivo e partenza. In questo contesto, un piccolo giallo è stato il viaggio della Razoni, la prima nave partita da Odessa: doveva trasportare 26.000 tonnellate di grano nel porto libanese di Tripoli e invece è finita per attraccare nel porto siriano di Tartus, controllato dal regime di Bashar Assad fedele alleato di Mosca. Tuttavia, nel summit con Zelensky il tema più caldo del momento resta la contesa russo-ucraina per il controllo della centrale atomica di Zaporizhzhia. L’Onu vorrebbe inviare una missione di monitoraggio sul posto. I russi impongono che avvenga sotto la loro egida, però il governo ucraino esige sia presente anche una propria rappresentanza. Se Erdogan riuscisse anche qui a mediare si aprirebbe la strada per un suo ruolo centrale nei tentativi di raggiungere un cessate il fuoco generale. Ma la guerra resta più calda che mai. I russi sono paiono disorientati dai recenti attacchi ucraini in Crimea: nella base di Nova Khakhovka, colpita mercoledì, sono morti secondo gli ucraini 12 soldati russi. Inoltre, Putin ieri ha sostituito il comandante della flotta del Mar Nero, il 49enne ammiraglio Igor Osipov, con il vice-ammiraglio 60enne Viktor Sokolov: ennesimo segnale del suo frustrato malcontento nei confronti dei massimi dirigenti dell’apparato militare. Rafforzati dalle nuove armi americane, gli ucraini mirano adesso a liberare anche la Crimea e Putin cerca in tutti i modi di riprendere l’iniziativa.

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