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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.08.2022 L'aggressione a Rushdie: è l'Iran il mandante
Due servizi di Viviana Mazza

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 agosto 2022
Pagina: 12
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «Salman Rushdie ora respira da solo. Blinken: l’Iran incita alla violenza - 'Sono stati gli ayatollah ad armare la mano di Matar. Io vivo nascondendomi'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/08/2022, a pag.12, con i titoli "Salman Rushdie ora respira da solo. Blinken: l’Iran incita alla violenza",  'Sono stati gli ayatollah ad armare la mano di Matar. Io vivo nascondendomi' cronaca e intervista di Viviana Mazza.

Ecco gli articoli:

"Salman Rushdie ora respira da solo. Blinken: l’Iran incita alla violenza"

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Viviana Mazza

Salman Rushdie è «sulla via della guarigione» anche se il recupero «sarà un processo lungo». Lo ha confermato sabato notte il suo agente Andrew Wylie. L’autore de I versi satanici , accoltellato venerdì sul palco del festival di Chautauqua, nello Stato di New York, non dipende più dalla ventilazione artificiale, respira da solo e ha ripreso a parlare (e a scherzare). Il figlio Zafar Rushdie ha assicurato che, nonostante la decina di gravi ferite inflitte a collo, stomaco, petto, ai nervi di un braccio e all’occhio destro «che hanno cambiato la vita» del padre, «il suo senso dell’umorismo esuberante e provocatorio resta intatto». L’aggressore, Hadi Matar, 24 anni, americano di origini libanesi residente in New Jersey, si è dichiarato «non colpevole» sebbene la Procura abbia parlato di un attacco «mirato, non provocato e premeditato». Mentre polizia e Fbi indagano per capire se abbia agito da solo o sia stato spinto all’aggressione, il giudice ha stabilito la detenzione senza possibilità di cauzione. Lo aveva chiesto la Procura distrettuale, con una apparente allusione alla fatwa dell’Iran: «Anche se questo tribunale dovesse stabilire una cauzione di un milione di dollari, potrebbe essere pagata» — ha detto il procuratore Jason Schmidt —. Non importa la disponibilità economica, il piano realizzato è stato approvato da gruppi e organizzazioni più grandi, che vanno ben al di là dei confini giuridici della contea di Chautauqua». L’attacco ha aperto anche una polemica interna negli Stati Uniti, complicando il tentativo dell’amministrazione Biden di ripristinare l’accordo nucleare con l’Iran, che fu abbandonato da Donald Trump. Diversi parlamentari repubblicani hanno criticato il presidente perché nel suo messaggio di solidarietà a Rushdie non ha puntato il dito contro Teheran, e gli hanno chiesto di fermare i negoziati. «L’Iran ha offerto una taglia a chiunque assassini Salman Rushdie, che è stato accoltellato in America. Perché Biden sta ancora negoziando un “accordo” con questi terroristi a Teheran?» ha twittato il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio. E il senatore repubblicano dell’Arkansas Tom Cotton: «Sappiamo che stanno cercando di assassinare funzionari americani oggi. Biden deve immediatamente porre fine ai negoziati con questo regime terrorista». Poi, in serata, dall’Amministrazione Biden giunge attraverso il segretario di Stato Antony Blinken una accusa esplicita a Teheran: «Le istituzioni iraniane hanno incitato alla violenza contro lo scrittore per anni e i media statali in questi giorni hanno esultato per l’attentato contro di lui. Tutto questo è spregevole». Tra i numerosi messaggi di solidarietà arrivati allo scrittore, c’è quello di J.K. Rowling, autrice di Harry Potter. «Non preoccuparti, sei la prossima», le ha risposto un utente di Twitter, Meer Asif Asiz, che ha condiviso anche post che lodano l’aggressore di Rushdie. La polizia sta indagando sulle minacce.

'Sono stati gli ayatollah ad armare la mano di Matar. Io vivo nascondendomi'

Menacée de kidnapping, la dissidente iranienne Masih Alinejad s'entretient  avec Antony Blinken - Le Temps
Masih Alinejad

Masih Alinejad è un potenziale bersaglio. A fine luglio l’Fbi è intervenuta per la seconda volta dalla scorsa estate in un caso che riguarda la giornalista iraniana dissidente che vive a Brooklyn, popolare sui social e famosa per la lotta contro l’obbligo del velo. «La scorsa settimana, quando un uomo è stato arrestato con un fucile carico di fronte a casa mia, l’Fbi mi ha detto di trasferirmi: ora mi trovo in un nascondiglio sicuro — dice Alinejad al telefono —. L’anno scorso l’Fbi ha fermato un piano del regime iraniano per rapirmi e recentemente è diventata più rigida nel mandarmi in “case sicure”. La mia vita è stata ribaltata, è così da due anni, ma immaginate che cosa ha passato Salman Rushdie. Credo che fosse stanco di vivere nascondendosi. Meritiamo una vita normale. Vogliamo esprimerci, non abbiamo armi al di là delle nostre parole e voci».

Diversi dissidenti iraniani, inclusa lei, dicono che Teheran è comunque responsabile di questo attentato a Rushdie. Perché? «Credo fermamente che la fatwa di Khomeini del 1989, ripetuta dall’attuale Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, sia la fonte e il fondamento dell’attacco terroristico contro Salman Rushdie. Quello che è vergognoso è che una fatwa che essenzialmente è una condanna a morte sia stata giustificata da parlamentari, professori, ministri iraniani. Ataollah Mohajerani, che fu vicepresidente negli anni Novanta, ha scritto un libro in difesa della fatwa e ha fornito le argomentazioni legali e intellettuali perché “altri” uccidano Rushdie. L’uccisione degli oppositori viene giustificata dalla Repubblica Islamica chiamandoli apostati. Un ex ambasciatore alle Nazioni Unite, che ora insegna all’Oberlin College negli Stati Uniti, nei suoi scritti e discorsi ha fornito argomentazioni per giustiziare gli apostati. Una fondazione religiosa in Iran ha messo una taglia di 3 milioni di dollari sulla testa di Rushdie e ogni anno tiene eventi per incoraggiare i giovani estremisti a ucciderlo. Ieri un parlamentare ha elogiato l’aggressione, dicendo che dovrebbe servire da monito. Dovremmo ritenere complici coloro che hanno incoraggiato gli attacchi contro di lui».

Lei sostiene che i governi democratici dovrebbero agire in modo più determinato. In che senso? «I governi occidentali, che siano di destra o di sinistra, devono capire che non possono usare la logica per persuadere chi è motivato dall’ideologia religiosa e dovrebbero prendere misure concrete. Negli anni Novanta ci fu una serie di attacchi contro i dissidenti iraniani in Europa che si fermò quando l’Ue avvertì la Repubblica Islamica che ci sarebbero state gravi conseguenze. Oggi dovremmo prendere misure come espellere diplomatici della Repubblica Islamica dagli Stati Uniti e negare al presidente Raisi il visto d’ingresso. In secondo luogo, ci sono innocenti cittadini americani, francesi, britannici e di altre nazionalità in prigione in Iran; alcuni di loro rischiano di essere giustiziati: vengono usati come ostaggi da scambiare con terroristi e spie arrestati negli Usa e in Europa. I Paesi democratici dovrebbero unirsi nel declassare le relazioni diplomatiche fino a quando questi ostaggi non vengono rilasciati e l’Iran non risponde delle azioni terroristiche sul suolo straniero. È stato un errore non discutere di diritti umani durante i negoziati nucleari».

Uno dei negoziatori iraniani sul nucleare chiede «perché proprio adesso?». Pare suggerire che l’attacco a Rushdie sia stato attuato per ostacolare i negoziati. «È un tentativo di confondere le acque e fingere che ci sia una cospirazione. Il mio caso non è nuovo: le indagini iniziarono due anni fa, anche se non ero autorizzata a parlarne. I casi di dissidenti iraniani con doppia nazionalità non sono nuovi. Due anni fa agenti del regime hanno rapito Ruhollah Zam, portandolo dalla Francia in Iraq e poi in Iran, dove è stato messo a morte. Cercano di farci paura e di imporci l’autocensura. Ma voglio continuare a lottare per la dignità degli iraniani. Gli iraniani condannano l’attacco terroristico contro Salman Rushdie, anche se la Repubblica Islamica lo celebra».

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