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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.05.2022 La premier finlandese Sanna Marin: 'Putin deve essere fermato'
La intervista Paolo Valentino

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 maggio 2022
Pagina: 3
Autore: Paolo Valentino
Titolo: «'Vogliamo un futuro sicuro Putin deve essere fermato: da solo non lo farà mai'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/05/2022, a pag.3 con il titolo "Vogliamo un futuro sicuro Putin deve essere fermato: da solo non lo farà mai", l'intervista di Paolo Valentino.

Chi è Sanna Marin, premier porta Finlandia in Nato - Adnkronos.com
Sanna Marin

C’è una parola speciale nella lingua finlandese, non traducibile in altri idiomi: sisu. Descrive il carattere nazionale, indica forza interiore, un senso di stoicismo, resilienza. «Io penso che ogni finlandese abbia sisu in sé — dice nell’intervista al Corriere il primo ministro della Finlandia, Sanna Marin — e questo significa la capacità di superare qualunque avversità ci troviamo di fronte. Quale che sia la difficoltà del tempo, noi vi facciamo fronte per far sì che la prossima generazione abbia un futuro migliore».

Vale anche per la vostra decisione di rinunciare alla neutralità e chiedere l’ingresso nella Nato? «È molto importante aver preso questa decisione, poiché vediamo come la Russia sta agendo in Ucraina. Mosca ha iniziato una guerra di aggressione contro un Paese confinante. Anche noi lo siamo e seguiamo la situazione da vicino con molta preoccupazione. Sentiamo molta solidarietà verso il popolo dell’Ucraina, anche perché ne sappiamo qualcosa. Siamo stati in guerra con il nostro vicino in passato e abbiamo una storia difficile con loro. Ecco perché abbiamo fatto questa scelta per proteggere la nostra nazione e i nostri figli».

Sanna Marin ieri era a Roma, dove ha incontrato il presidente del Consiglio, Mario Draghi. 36 anni, socialdemocratica, in carica dal 2019, Marin guida una coalizione di cinque partiti ed è una delle più giovani capo di governo donna al mondo. Lei dice che l’ingresso nella Nato rafforzerà la sicurezza della Finlandia e che così si rafforzerà anche la sicurezza europea. «Diventare membri della Nato significa che se la Finlandia viene attaccata, gli alleati interverranno in nostra difesa, come previsto dall’Articolo 5 del Patto atlantico. Ma è anche nostra responsabilità aiutare gli altri in caso di un attacco. Abbiamo buone capacità difensive, spendiamo già più del 2% del nostro Pil per la difesa e per decenni abbiamo investito molto per la nostra sicurezza, proprio a causa del vicino grande e aggressivo che abbiamo ai nostri confini. È anche importante aver preso la nostra decisione allo stesso tempo della Svezia».

Perché è importante? «Dobbiamo assicurarci che l’intera regione nordica e quella baltica siano coperte. Cooperiamo già molto strettamente nella difesa con la Svezia, così come con la Norvegia e altri Paesi dell’area. Una volta dentro la Nato, la nostra sicurezza collettiva e capacità di difenderci aumenteranno».

Une delle onorate tradizioni finlandesi è di agire come costruttore di pace, prevenendo o mediando i conflitti. Nel vostro ministero degli Esteri esiste perfino un Centro per le Mediazioni. Avete messo sul conto che l’ingresso nella Nato possa scalfire la vostra reputazione internazionale di honest broker? I Paesi e i popoli del mondo non vi vedranno più come mediatori affidabili. «Spero non sia così. Noi vogliamo rimanere honest broker, far sì che il dialogo sia sempre la via da seguire. In verità, la decisione di chiedere l’adesione alla Nato è un atto di pace non un atto di guerra. Dobbiamo assicurarci che non ci sia mai una guerra sul suolo finlandese e cercheremo sempre di risolvere i problemi attraverso la diplomazia. Sfortunatamente non tutti i Paesi la pensano così. La Russia non la pensa così, ha attaccato l’Ucraina uccidendo civili, bambini, madri, vecchi, agendo in modo inaccettabile. Ecco perché dobbiamo appoggiare l’Ucraina e far sì che vinca la guerra, fornendo armi, aiuti finanziari e umanitari, varando nuove sanzioni contro la Russia, che non si fermerà fino a quando non sarà fermata». Siamo stati in guerra con il nostro vicino in passato. Ecco perché abbiamo fatto questa scelta per proteggere la nostra nazione e i nostri figli.

Siete preoccupati di possibili azioni militari o ibride della Russia durante il processo di adesione? E siete soddisfatti delle assicurazioni di sostegno ricevute da diversi Paesi, fra cui quella odierna dell’Italia? «In verità abbiamo avuto segnali forti di solidarietà e garanzie di pieno appoggio da molti Paesi. Il nostro presidente, Niinisto, ha discusso anche al telefono con il presidente Putin e la sua reazione è stata sorprendentemente calma. Noi speriamo che non ci saranno attacchi da parte russa, ma se dovessero esserci siamo preparati a fronteggiare qualunque situazione, inclusi attacchi cyber o ibridi».

Vi preoccupa l’opposizione della Turchia all’ingresso vostro e della Svezia nella Nato? In che modo intendete affrontarla? «Penso che a questo stadio sia importante stare calmi, avere discussioni con la Turchia e con tutti gli altri Paesi membri, rispondendo a domande che possono esserci e correggendo eventuali malintesi. Ogni problema può essere risolto con la discussione e la buona volontà».

La Svezia ha detto che, se accettata nella Nato, non vuole armi nucleari o basi permanenti sul suo territorio. Lei è sembrata più sfumata. Fra l’altro esiste una legge finlandese che proibisce lo spiegamento di armi nucleari. «Non è un dibattito attuale, il tema non è parte del negoziato. Queste sono decisioni nazionali. Nessuno verrà da noi per imporci armi nucleari o basi permanenti se non le vogliamo. Penso quindi che questo tema non sia in agenda. Non mi pare che ci sia neppure interesse a spiegare armi nucleari o aprire basi Nato in Finlandia».

Il Next Generation EU, col quale l’Unione emette debito comune per un progetto solidale, è un fatto unico o un modello per il futuro? Molti leader in Europa sostengono la necessità di un nuovo Recovery Fund per far fronte alla crisi provocata dalla guerra in Ucraina. «Dobbiamo assicurarci in primo luogo che l’attuale Next Generation Eu sia usato nel modo giusto. La Finlandia sta già stanziando più della metà della sua quota per la transizione verde e speriamo che altri Paesi facciano altrettanto, tanto più ora che dobbiamo porre fine alla dipendenza energetica dalla Russia. Non siamo favorevoli a un nuovo Next Generation EU, dovremmo piuttosto usare quello che abbiamo in modo intelligente. Ci sono ancora 200 miliardi di euro in prestiti che non sono ancora stati allocati».

È favorevole a sospendere le regole europee di bilancio anche per il 2023 e il 2024? Nessuno verrà da noi per imporci armi nucleari o basi Nato se non le vogliamo. Non mi pare che ci sia neppure interesse a farlo «È importante discutere insieme delle regole finanziarie. Non c’è dubbio che occorrono investimenti per l’agenda verde e la difesa comune. Riteniamo ancora importante avere delle regole e disciplina di bilancio, per evitare che i Paesi accumulino troppo debito. Ma abbiamo anche bisogno di investimenti e di economie nazionali in salute per farli».

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