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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.04.2022 Ancora bombe su Mariupol
Analisi di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 aprile 2022
Pagina: 2
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Bombe sull'acciaieria, Azov non si arrende»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/04/2022, a pag.2, con il titolo "Bombe sull'acciaieria, Azov non si arrende" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

I russi hanno bombardato i cittadini rifugiati al Dramatic Theatre di  Mariupol
Mariupol

«Mariupol resiste, nessuno dei combattenti ucraini intende arrendersi e deporre le armi, così come invece proclamano a ripetizione gli inutili ultimatum russi. E non credete a quel buffone di Ramzan Kadyrov: la battaglia continua». Così ci hanno accolto ieri mattina i comandanti della brigata Azov di Zaporizhzhia, gli stessi che per posizione geografica e legami personali seguono più da vicino la battaglia dei loro compagni nella città portuale assediata. La base Siamo passati alla loro base prima di prendere la strada per il Donbass. Non c'era alcuna aria di sconfitta, sebbene da Mosca fosse giunto per la terza volta in pochi giorni un nuovo minaccioso ultimatum. «Chi si arrende avrà salva la vita», recita il comunicato, con l'assunto implicito che, se nei prossimi giorni le soverchianti forze russe dovessero infine avere la meglio, non è neppure escluso che gli ultimi resistenti fatti prigionieri vengano passati per le armi ed uccisi sul posto. La preoccupazione maggiore tra i combattenti volontari della Azov, come del resto quelli delle unità dei Marines che si battono assieme a loro sin dagli ultimi giorni di febbraio, sta diventando invece la possibilità che i russi, sempre più esasperati dall'impasse, possano ricorrere alle armi chimiche. Ieri mattina alle loro basi erano giunte centinaia e centinaia di maschere antigas assieme a tute protettive perla guerra non convenzionale. Anche all'ospedale cittadino, dove è stata allestita un'area per i militari feriti, i medici dell'esercito parlavano con preoccupazione della possibilità che i comandi russi utilizzino armi non convenzionali. «Come del resto avvenne già in Siria meno di dieci anni fa», spiegano. «Circola una voce per cui ci sarebbero quattro aerei russi con a bordo testate atomiche tattiche», dicono, sebbene aggiungano che, però, per il momento non ci sono prove precise. Il finto cessate il fuoco Molto più concreto resta invece lo sforzo per cercare di porre fine all'assedio di Mariupol. Fonti di intelligence della Nato segnalano possibili movimenti ucraini che sul fronte sud mirerebbero a creare azioni di guerriglia partigiana nella regione di Melitopol volte ad aprire la strada per Berdiansk e da qui, lungo la costa, procedere sino a Mariupol. Ma ne avranno il tempo? A sentire le fonti russe sono pure fantasie. «Basta con questa resistenza insensata, deponete le armi!», ribadiscono perentori dal Cremlino e parlano di un cessate il fuoco temporaneo che dovrebbe permettere di arrendersi per coloro disposti a farlo. Tregua però che non è confermata dalla parte ucraina. Kadyrov, il leader ceceno, afferma intanto che si è ormai «soltanto a poche ore dalla vittoria finale. Le nostre forze stanno ripulendo le acciaierie Azovstal dagli ultimi nidi di nemici». La «mega bomba» La resistenza teme che i russi, esasperati dall'impasse, ricorrano alle armi chimiche: fornite maschere antigas Il leader ceceno Kadyrov: vicina la vittoria finale Anche questa è una notizia che attende conferme indipendenti dal campo. Sembra invece certo che la mancanza di dialogo sul nodo di Mariupol abbia negativamente condizionato i colloqui volti a trovare una via d'uscita negoziale alla guerra. Nelle ultime ore lo stesso capo della delegazione diplomatica ucraina, Mykhailo Podolyak, dopo aver sottolineato che gli ultimi colloqui diretti coi russi risalgono al 29 marzo, ha anche ricordato che la mancata ripresa dei corridoi umanitari volti a facilitare l'evacuazione dei civili di Mariupol verso le linee ucraine testimonia la «non umanità russa» e a tutti gli effetti sarebbe prova della mancanza di una autentica volontà di raggiungere un accordo di pace.

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