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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.12.2021 Mel Brooks e i suoi pazzi 95 anni: 'Sono uno che fa ridere'
Commento di Matteo Persivale

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 dicembre 2021
Pagina: 29
Autore: Matteo Persivale
Titolo: «Mel Brooks e i suoi pazzi 95 anni: sono uno che fa ridere»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/12/2021, a pag. 29, con il titolo "Mel Brooks e i suoi pazzi 95 anni: sono uno che fa ridere", la cronaca di Matteo Persivale.

Mel Brooks, il regista riceverà un premio alla carriera: i dettagli
Mel Brooks

Attraverso settant'anni di carriera irripetibile si è fatto beffe di Broadway, del western, degli horror in bianco e nero, dei film muti, di James Bond, Guerre Stellari, Dracula e Robin Hood. Li ha fatti tutti a pezzi. Ridicolizzati. Per questo ha vinto Oscar (cinema), Tony (teatro), Grammy (musica), Emmy (tv), come in pochissimi sono riusciti a fare nella storia dell'intrattenimento. Mel Brooks ha 95 anni, e complice l'isolamento forzato durante la pandemia dell'anno scorso, ha scritto un libro: «Tutto su di me!» che esce oggi in contemporanea in tutto il mondo, pubblicato in Italia da La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi. Tutti questi onori vengono trattati, nell'autobiografia, con divertito stupore. Brooks ha raccontato in esclusiva a 7 (in edicola domani con il Corriere della Sera) che «in fondo sono solo un tizio di Brooklyn che ha fatto ridere la gente, un giullare. Mia moglie Anne Bancroft era quella davvero di talento». Era anche italiana: «Sii, aveva adottato un nome d'arte ma in realtà si chiamava Anna Maria Italiano. lo di nome facevo Melvin Kaminsky, la mia famiglia è arrivata in America da Minsk, che oggi è in Bielorussia, ma ho imparato a amare il cinema grazie ai vostri grandi registi: De Sica, Fellini, Rossellini. La mia città preferita al mondo è Venezia e il mio cibo preferito — a me piace mangiare bene, anche in questo sono uno di voi — sono le lasagne. Lo sa che quando abbiamo realizzato l'edizione speciale per il quarantennale di Frankenstein Junior i due Paesi nei quali ha incassato di più, con distacco su tutti gli altri, sono stati Usa e Italia? Un mio film al quale voglio molto bene, «Che vita da cani!», che in America non è stato particolarmente fortunato, da voi invece è stato un successone: rimase per sei settimane in testa al botteghino». Italiano onorario, newyorchese doc, ebreo non praticante che ha però realizzato uno dei più geniali attacchi all'antisemitismo (più o meno strisciante) con «Per favore, non toccate le vecchiette», traduzione italiana di «The Producers». In materia di humour ebraico però Brooks ha da dire che «la mia estrazione è quella, ma il mio humour è newyorchese: c'è sempre un elemento di aggressione, abrasivo, tipico di New York. Cosa mi manca della mia città, dopo decenni passati a Los Angeles? A New York si vive a tamburo battente, qui c'è il sole, tutti sono calmi, apparentemente sereni. La loro calma mi mette agitazione». Il segreto della sua carriera così lunga? «Non morire».

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