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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.11.2021 Afghanistan: trucidate perché lottavano per i diritti delle donne
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 novembre 2021
Pagina: 15
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Frozan e le altre: trucidate perché lottavano per le donne»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/11/2021, a pag.15, con il titolo "Frozan e le altre: trucidate perché lottavano per le donne" l'analisi di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Afghanistan: Taliban tell working women to stay at home - BBC News

Perché il mondo resta a guardare mentre in noi moriamo?». Voleva essere un appello provocatorio per ricordare la persecuzione delle donne in Afghanistan il testo del cartellone in inglese che una dozzina di attiviste locali aveva esibito per le strade di Kabul solo pochi giorni fa, prima che i pretoriani talebani le scacciassero a suon di frustate. Ma si è rivelato tragicamente profetico. La vicenda di quattro giovani donne assassinate a colpi d'arma da fuoco (e forse prima anche picchiate violentemente) nella città centro-settentrionale di Mazar-i-Sharif domina sui media locali e viene ripresa dagli internazionali, tra cui il canale in lingua farsi della Bbc e il quotidiano pakistano Dawn. «Donne uccise perché rifiutavano la discriminazione imposta dal regime talebano e volevano emigrare in Europa», ripetono numerosi i messaggi sui social afghani. Spicca tra i nomi delle vittime quello della 29enne Frozan Safi, docente d'economia a Mazar e soprattutto nota attivista nella sua città impegnata a garantire che le ragazze potessero andare a scuola. Un diritto che nel ventennio della presenza della coalizione internazionale a guida Usa era garantito, ma non certo, visto che ne godevano in genere le ragazze residenti nei maggiori nuclei urbani e però molto meno le figlie delle famiglie nelle zone rurali, dove permangono forti le antiche tradizioni ostili alla scolarizzazione delle donne. L'Onu calcolava, prima della vittoria militare talebana a Ferragosto e il successivo ritiro della cOalizione internazionale, che meno del 5o per cento delle bambine andasse regolarmente a scuola. Oggi, comunque, i talebani hanno seriamente messo in dubbio quel diritto tout court. Frozan aveva fatto del suo meglio per denunciare la situazione. Ma con scarsi, se non nulli, risultati. E comunque al prezzo di minacce e pericoli. Proprio il rapido deterioramento dei diritti civili in Afghanistan e l'impossibilità di porvi rimedio pare l'avesse convinta a chiedere il visto tedesco e partire. Il padre di Frozan, Abdul Rahman Safi, ha spiegato che sua figlia «intendeva rifarsi una vita in Germania».

PHOTOS: Black-Clad Veiled Women Attending Pro-Taliban Events in Kabul

Ma col passare del tempo diventa sempre più complicato per le afghane muoversi da sole e comunque non accompagnate da uomini della loro famiglia. Sembra che le quattro donne all'inizio della settimana avessero ricevuto una telefonata che le invitava a raggiungere un'abitazione nei pressi dell'aeroporto di Mazar, dove era stato promesso loro un facile accesso al primo volo in partenza per l'Europa. Ma non sono andate lontane. Giovedì i loro corpi sono stati trasportati nell'obitorio municipale. Non è chiaro però chi le abbia trovate e dove: forse in una buca lungo la strada o in un'abitazione alla periferia. «Abbiamo riconosciuto Frozan dai vestiti. D suo volto era deturpato dai proiettili, che avevano anche devastato larga parte del corpo: le gambe, i reni, il petto, il cuore», ha spiegato la sorella Rita. I dirigenti talebani a parole condannano il crimine e promettono un'inchiesta. Secondo il portavoce del ministero degli Interni, Qari Saeed Khusti, due sospetti sono stati catturati: sarebbero al momento sotto interrogatorio. Ma la società civile e soprattutto le attiviste afghane restano estremamente sospettose. Sempre più spesso trapelano narrative contradittorie dal campo talebano, senza che sia possibile investigare. I dirigenti del governo si dicono infatti garantisti e difensori della legge. Ma sovente emerge poi che loro militanti e leader locali sono alleati di quegli stessi elementi accusati di violenze e crimini. «Gli assassinii impuniti servono per incutere paura. Avviene contri i giornalisti, contro i docenti, gli intellettuali e contro le donne. I talebani di fronte alla comunità internazionale vogliono presentarsi come un'autorità credibile. Ma in realtà permettono alle loro frange estremiste di colpire chi disturba», spiega un intellettuale di Kabul, che chiede di restare anonimo. L'esempio di Frozan vale per tutte: le donne che protestano o cercano di emigrare rischiano la vita.

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