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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.08.2021 Afghanistan: a Kabul comincia la caccia all'uomo casa per casa
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 agosto 2021
Pagina: 2
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Caccia all'uomo casa per casa»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/08/2021, a pag.2, con il titolo "Caccia all'uomo casa per casa", il commento di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Taliban takeover could lead to renewed terror attacks in Europe | View |  Euronews

In Afghanistan chiunque abbia collaborato con la coalizione internazionale si sente un animale braccato. Le finestre di opportunità per partire si stanno inesorabilmente chiudendo col trascorre delle ore. Sono le cronache delle perquisizioni casa per casa, degli arresti e omicidi mirati da parte delle squadracce talebane sino al centro di Kabul ad alimentare la sindrome del fuggifuggi a tutti i costi. Un brivido di panico si è diffuso ieri mattina, quando I voli sono stati congelati per alcune ore. «I talebani agiscono di notte, ma adesso anche in pieno giorno: Sanno benissimo dove cercare, hanno i nostri nomi, i nostri indirizzi, i dettagli delle nostre famiglie. Siamo convinti che i loro servizi di intelligence siano aiutati da quelli pakistani, che negli anni hanno sempre visto chiunque lavorasse per la coalizione a guida Nato e lo stesso governo Ghani come collaborazionisti al soldo di Washington e Nuova Delhi», ci racconta per telefono Salim, un ricercatore universitario, che da tre giorni cerca di raggiungere il terminal dell'aeroporto. Sono in tanti tra la classe medio-alta della capitale ad insistere sulle liste di nomi e indirizzi di «collaborazionisti» ricercati. Sui social girano le foto di automobili sospette riprese a Kandahar con ben visibili le targhe del Pakistan. La mancanza di contanti, le banche chiuse, i salari bloccati (ieri si è fermata anche Western Union) contribuiscono alla febbre delle partenze. I portavoce della Nato segnalano che nell'ultima settimana il ponte aereo ha portato in salvo oltre 18.000 persone. Tra loro anche i circa 1200 saliti sui voli italiani (da giugno sono in tutto 1.500). E l'attività potrebbe andare avanti ben oltre la fine di agosto. Molti mancano all'appello. Si è scoperto che anche tanti internazionali, tra loro americani, canadesi, tedeschi, si trovavano nelle province al momento della travolgente avanzata talebana meno di due settimane fa. Per loro raggiungere Kabul sta rivelandosi una sfida impossibile. Le strade del Paese sono insicure, gruppi di banditi si sovrappongono alle milizie. I comandanti talebani a parole garantiscono che si eviteranno le violenze. La realtà dal campo prova tutto l'opposto. Un rapporto di Amnesty International diffuso nelle ultime ore dettaglia l'esecuzione di 9 uomini hazara (di religione sciita detestata dai pashtun sunniti) nel villaggio di Mundarakht tra il 4 e 6 luglio.

Anche l'associazione internazionale Giornalisti senza Frontiere racconta dello sterminio della famiglia di un reporter locale che la lavorava per la pubblicazione tedesca Deutsche Welle. «I talebani avevano il suo nome e sapevano dove abitava. Ma lui aveva già preso il volo da Kabul offerto dall'esercito tedesco. Lo hanno cercato, quando non lo hanno trovato si sono vendicati sui suoi parenti», specificano. Sono noti i casi di almeno altri 3 reporter locali ricercati nelle loro abitazioni. Chi cerca di scappare sa bene che al momento la strada più sicura resta quella dell'aeroporto della capitale. I talebani controllano ormai tutte le frontiere e i loro accessi attraverso le regioni rurali. Pare che circa 20.000 persone siano assiepate sui punti di passaggio verso il Pakistan. L'Iran ha chiuso i confini. A Kabul una folla di parecchie migliaia di persone (c'è chi ne segnala sino a 50.000) continua a premere per raggiungere il terminal. «Ho provato tre volte. Ma resta troppo pericoloso. Proverò semmai a prendere la via del Pakistan tra qualche mese», cl ha detto ieri Mohammadot, un autista che per due decenni ha lavorato per le organizzazioni non governative internazionali. Tanti si adattano a bivaccare in luoghi di fortuna in attesa di passare. Circa 3.000 sono assiepati nel terminal. Valige, scarpe abbandonate, un acre olezzo di escrementi ammorba l'aria. Pare che alcuni bambini piccoli si siano persi nella calca. «Tornare indietro e ritentare è un terno all'otto. Nulla garantisce che la strada sia ancora aperta domani», aggiunge Mohammadot. Nelle ultime ore i testimoni sul posto indicano che i talebani si sono dimostrati più propensi a lasciare passare coloro che sono in possesso dei permessi Usa. Ma il comportamento delle loro pattuglie appare erratico. In alcuni casi bloccano e schedano come «collaborazionisti» proprio coloro che hanno la luce verde americana. In altri li accompagnano sino alle pattuglie avanzate dei Marines.

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