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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.08.2021 Patrick Zaki, un anno e mezzo in carcere
Commento di Alessandra Muglia

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 agosto 2021
Pagina: 17
Autore: Alessandra Muglia
Titolo: «Zaki, un anno e mezzo nel buio del carcere. La voce degli amici: condizioni disumane, l'Italia alzi la pressione»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/08/2021, a pag.17, il commento di Alessandra Muglia dal titolo "Zaki, un anno e mezzo nel buio del carcere. La voce degli amici: condizioni disumane, l'Italia alzi la pressione".

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Patrick Zaki

Durante l'ultima visita in carcere, Patrik Zaki ha consegnato ai suoi genitori delle pedine di scacchi chiedendo che le riponessero a casa, nella sua stanza. Sono fatte di sapone, metà di color nero, metà in giallo ocra. Alcune riportano inciso il suo nome, altre quello dei suoi compagni di prigionia. È stata una loro iniziativa: le stavano preparando per lui nella cella accanto, e quando Patrik se n'è accorto, lo hanno coinvolto, gli hanno insegnato a intagliarle e lui ne ha realizzate un paio. «Gesti così sentiti in un luogo pieno di disperazione vanno al di là di qualsiasi forma di solidarietà» osservano sui social gli amici attivisti del gruppo «Patrick Libero» che neanche d'estate, in pieno agosto, chiudono per ferie. Ieri hanno postato l'ennesimo appello per la sua liberazione, ricordando a vacanzieri distratti e politici inerti che proprio oggi Zaki completa il suo (primo) anno e mezzo in carcere: il ricercatore egiziano dell'università di Bologna dall'8 febbraio 2020 dorme per terra in cella, sempre più sofferente, la vita sospesa. «Patrick soffre nella sua cella in condizioni disumane». Da diciotto mesi esatti aspetta di sapere che ci fa in quell'inferno, gelido d'inverno e torrido d'estate, avvilito, provato ma con la voglia di resistere. Gli scacchi, una sorta auspicio di come Zaki dovrebbe poter giocare la sua partita con le autorità egiziane. Ma di logico e razionale c'è purtroppo ben poco in questa drammatica vicenda. In teoria Patrick è in detenzione preventiva con l'accusa di «propaganda sovversiva», formula usata dal regime di Al Sisi per mettere a tacere molti che come lui si impegnano a favore dei diritti umani. Di fatto si trova nel carcere di Tora senza processo e senza sapere fino a quando, logorato dai tanti rinvii della custodia cautelare. Mancano ora 6 mesi al periodo massimo dei due anni, un tetto che però potrebbe essere superato ricorrendo a un nuovo capo d'accusa. «Il sistema è collaudato e ha persino un nome: tadweer, "rotazione"» spiega al Corriere Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international, a proposito delle carceri egiziane «con porte girevoli». «Di solito detenuti come Zaki sono trattenuti il più a lungo possibile, poi ogni tanto qualcuno viene rilasciato in concomitanza di qualche festa come accaduto per la festa del sacrificio, a luglio, quando sono stati liberati 6 detenuti». Tra loro l'attivista egiziana Esraa Abdel-Fattah, uno dei simboli della rivoluzione del 2011. La pressione da parte degli Stati Uniti sarebbe stata fondamentale. «Purtroppo invece il governo italiano procede con la sua strategia inconcludente, basata su silenzio, cautela, e dialogo. Tre mesi fa la Farnesina ha chiesto espressamente il silenzio sul caso come se Zaki fosse detenuto da un gruppo armato e non da un Paese amico». Un silenzio controproducente anche per Lia Quartapelle, capogruppo Pd alla Commissione esteri della Camera. «Basta vedere a cosa ha portato questa strategia nei Paesi europei che l'hanno adottata, come l'Austria: lo studente di Vienna, sorta di Zaki austriaco, è stato condannato a maggio a 4 anni di carcere», ricorda la deputata al Corriere. L'Italia deve fare pressione usando tutti gli strumenti a disposizione, a partire dal riconoscere Zaki cittadino italiano». Dall'Egitto arrivano via Facebook le parole vibranti della sorella Marise: «In questo clima che brucia e deprime, con le file per il pane, ascoltando le discussioni sulle Olimpiadi, sulle vicende di Messi, vi dico soltanto che Zaki avrebbe partecipato a queste discussioni con passione, ma lui è in carcere da un anno e mezzo. Sei nella mia mente, sempre, ci manchi mio caro!».

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